Cap 8

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Dopo due ore passate a mangiare e a ridere, posso dire con certezza, che la serata è andata benissimo. I miei amici sono stati ottimi, e Adam mi è sembrato sempre tranquillo.
<< Posso farvi una domanda?>> chiede Noah a un certo punto
<< Si>> diciamo in coro
<< Perché non hai ancora deflorato la mia amichetta?>> chiede Noah, facendo scoppiare a ridere tutti, tranne me.
<< NOAH! Io ti uccido... Amore non farci caso>> rispondo di getto, facendo ammutolire tutti, << cosa c'è?>> chiedo con innocenza.
<< Mi hai chiamato Amore>> mi risponde Adam, emozionato
<< Oh... non mene ero accorta>>rispondo rossissima
<< Vieni qui...>> mi sussurra il mio professore, per poi scoccarmi un bacio caldissimo, mentre i miei amici intonano un coro di "oooooh"
<< Siete dolcissimi>> dice Kari, appena ci stacchiamo
<< Grazie>> rispondo completamente imbarazzata
<< Beh... Amore, io devo tornare a casa, o il gatto si uccide>>
<< Ciao Adam>> mormorano i miei amici
Io, afferro al volo una giacca, e lo accompagno fuori, lui si appoggia alla moto e mi prende per i fianchi.
<< Sai, non ti ho ancora detto, quanto sei bella oggi>> mi sussurra all'orecchio, mandandomi scariche per tutta la schiena.
<< Tu sei bellissimo>> rispondo io, per poi baciarlo con passione.
Le sue labbra giocano con le mie, le nostre lingue si accarezzano lentamente. Le mie mani si posizionano tra i suoi capelli, mentre le sue mi accarezzano dolcemente i fianchi tenendomi stretta al suo petto. Posso sentire i nostri cuori battere fortissimi.
<< Ora devo andare. Ti scrivo appena arrivo a casa. Sappi che è stata una delle migliori serate della mia vita. Adoro i tuoi amici>>
<< I nostri amici, amore, i nostri>> lo correggo subito io, << da stasera non puoi più scappare>>
<< E neanche vorrei farlo. Ascolta tra due giorni sarà il mio compleanno, e  compirò, ahimè... 28 anni. Ti andrebbe di passarlo con me?>>
<< Certo! Ora vai, o il gatto si uccide per davvero. Buona notte Amore mio>> dandogli un ultimo bacio.
<< 'Notte Amore>>
Una volta rientrata, aiuto i miei amici a mettere in ordine, poi tutti a letto. Oggi si dorme in casa Torres.
<< Oh Dylan...>> mi chiama Jamie
<< Si?>>
<< A nome di tutti... APPROVATO>>
Questo mi lascia una felicità, che mi accompagna, finché, non mi addormento, non prima di aver mandato un messaggio ad Adam.
Purtroppo il mio sonno non dura molto, perché verso le 3.30 sento dei rumori provenire dalla cucina. Subito Joker si posiziona davanti alla porta della stanza. Gli altri dormono tranquilli, e sono molto indecisa se svegliarli o no.
Dopo due minuti senti dei passi arrivare fino alla porta della mia camera, e la maniglia.
<< Dylan..>> sussurra una voce, fin troppo conosciuta
<< Papà??>>
<< Vieni un attimo in cucina>> sussurra minaccioso
Corro!
<< Papà è successo qualcosa?>> chiedo preoccupata
<< Sai quanto tempo ho impiegato a saper utilizzare un cellulare?...Non rispondere! Sinceramente pensavo che tu fossi molto più abile di me>> comincia lui
<< Non capisco dove tu voglia andare a parare..>> rispondo io, molto confusa
<< Te lo spiego subito. Ti citerò, " Amore, sono così felice che stasera tu sia venuto a mangiare da me. I miei amici ti adorano! Ora devo solo capire come dirlo a mio padre. Buona notte PROF"... spiegami perché chiami PROF, IL TUO RAGAZZO!!!>>
<< Papà...>> inizio, rendendomi conto che non posso spiegare, in nessun modo.
Intanto i miei amici, sentendo mio padre urlare, scendono in cucina. Appena vedono mio padre, cercano di parlare.
<< Voi non dite nulla. Escluso Jamie, chiedo agli altri di andare a casa. Scusate la maleducazione.>> dice con calma.
Dopo 10 minuti i miei amici levano le tende, e rimaniamo da soli.
<< Leon.. lascia che ti spie...>> inizia Jamie
<< No, figliolo. Voglio sentire mia figlia, ma tu puoi restare. Allora Dylan?>>
<< È iniziato tutto quando mi hai chiamato per dirmi che non saresti tornato. Quel giorno ho saltato la scuola. Adam, si chiama così, è venuto a controllare che stessi bene, al momento l ho cacciato in malo modo. In seguito mi sono scusata, e siamo usciti un paio di volte. Un mese dopo, circa, ci siamo baciati... e stiamo insieme>> spiego io, con un calma che non mi appartiene, evitando di guardare mio padre negli occhi.
<< Ti rendi conto che è una pazzia?! Tu sei minorenne, e lui è un tuo professore.  Non lo rivedrai>>
<< E chi sei tu, per dirmi quello che posso o non posso fare?>>
<< TUO PADRE>>
<< Mio padre?... Dove sei stato, PAPA', quando avevo più bisogno di te? In questo mese, dove cazzo sei stato? Te lo dico io... NON QUI!>>
<< Io lavoro Dylan, per TE>>
<< Non voglio IL LAVORO, non ho bisogno del lavoro. Non è lui che mi rimbocca le coperte, non è il tuo stupido lavoro che voglio!>> urlo, con le lacrime che mi rigano il viso, << Non vedo un padre qui, perciò sono libera di prendere le mie decisioni. Tu non lo conosci, per questo non puoi giudicarlo!>>
Detto questo, corro in camera mia, prendo i libri e un cambio e vado in cucina.
<< Ciao Jamie>>
<< Dove vai?>> mi chiede allarmato mio fratello. Evito di rispondergli e corro fuori di casa. Dopo 20 minuti di corsa, mi ritrovo un grande palazzo davanti.
Busso.
<< Arrivo>> dice una voce assonnata, da dietro la porta << Dylan?>>
<< Posso dormire qui?>> chiedo con gli occhi pieni di lacrime
<< Certo>> mi dice facendo passare, << Però devi dirmi cosa è successo. Non mi fraintendere, sono felice che la mia ragazza dorma qui, ma... stai piangendo>> mi dice, mentre mi prende tra le braccia e mi porta sul divano.
Dopo essermi calmata, gli racconto tutto.
<< Ho solo sbagliato il mittente, capisci?!>>
<< E perché sei scappata?>>
<< Gli ho urlato delle cose bruttissime...>>
<< Tuo padre lo sa che non dicevi sul serio. Ti avrà già perdonato!>>
<< Non capisci, non posso trattarlo male. Non dopo la mamma>>
<< Che è successo con tua madre?... se non vuoi dirmelo, o non sei ancora pronta posso capire>> mi dice, accarezzandomi il viso
<< No... adesso ti racconto. Mia madre e mio padre si sono conosciuti quando avevano 14 anni. Mio padre mi ha raccontato che la mamma è stata dura da conquistare, è sempre stata una donna molto orgogliosa. Comunque, dopo un anno di richieste, lei accettò di andare al cinema con lui. Da quel giorno non si sono più separati, e dopo tre anni è rimasta incinta... si, non dire nulla.. so' che erano molto piccoli, e lo sapevano anche i miei nonni. All' inizio non fu per nulla facile per loro, ma col tempo tutto è migliorato.  Nessuno ha mai creduto che sarebbero durati molto, ma i primi anni andarono bene, molto bene. Fino ai miei otto anni, siamo stati una vera famiglia... ancora mi ricordo la sera in cui mio padre capì tutto. A distanza di anni mi chiedo come abbia fatto a non capirlo prima. Mia mamma aveva chiamato dal lavoro, per dire che avrebbe fatto tardi, mio padre corse in camera, le preparò le valige, e aspettò che tornasse. Non era la prima volta che faceva tardi, e non avevo capito il perché di quella reazione. Quando tornò a casa, mio padre la sbatté fuori di casa. È da nove anni che non la vedo.>>
Finito il racconto, un sorriso malinconico mi solca il viso.
<< Scusa, ma cosa ha scoperto tuo padre?>> chiede il mio ragazzo, un po' confuso
<< Che mia madre aveva una storia con il mio insegnante di matematica>> spiego io, con apatia nella voce
<< Cosa?!>>
<< Ora sono molto stanca, ne possiamo parlare domani mattina?>> gli chiedo, dopo aver sbadigliato
<< Oh... certo, amore>>
Dopo avermi dato un bacio, ci mettiamo a letto, e io cado in un sonno senza sogni.

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