Un sorso dopo l'altro le bottiglie iniziavano ad esaurirsi e la testa di Hoseok a girare.
Aveva la vista appannata e non capiva cosa stesse succedendo...Vedeva il mondo intorno a lui muoversi.
Aveva saldo sul viso il sorriso da ebete che tanto lo caratterizzava, accompagnato però da delle amare lacrime che gli rigavano le guance.
Si alzò barcollando.
Inciampò e cadde.
Un urlo straziante uscì dalla sua bocca.
Si rialzò aiutandosi con lo schienale della sedia.
Come si era ridotto così?
Come aveva potuto ridursi così?
"Oh piccolo e dolce Hoseok...la situazione era sfuggita di mano anche a te?
Tu che eri la colonna portante del gruppo?
Quello che risolveva sempre i litigi...guardati ora."
Prese il bicchiere ancora mezzo pieno di Vodka e lo lanciò contro il muro.
Iniziò a dilaniare i cuscini uno ad uno.
Si accasciò a terra e scoppiò in un pianto disperato.
Dopo aver passato venti minuti buoni in quelle miserabili condizioni decise di alzarsi e prendere le chiavi dell'auto.
Scese in garage e cercò di entrare in auto.
Ma per quanto ci provasse non riusciva ad infilare la chiave nella serratura.
La vista appannata e le mani tremanti non glielo permettevano.
Rassegnato decise di camminare a piedi.
Uscì di casa senza preoccuparsi di chiudere a chiave la porta.
Camminava inciampando sui suoi stessi piedi, arrancando ogni tanto e perdendo l'equilibrio.
Camminava da ore ormai, senza sapere dove stesse andando.
Le sue gambe si muovevano automaticamente, come se la destinazione fosse prestabilita.
Girò intorno ad una casa per almeno cinque volte e passò per la stessa strada, ritrovandosi davanti ad un vicolo cieco, per altrettante volte.
Molte persone gli urlarono contro di guardare mentre attraversava ma lui rispondeva con un cenno scocciato della testa e con parole poco garbate, che di solito non si sarebbe mai permesso di usare.
Venne urtato da molte macchine, ma non ci fece caso.
Non sembrava percepire il dolore.
Dopo quell'interminabile percorso arrivò finalmente a destinazione.
Da sobrio non l'avrebbe mai fatto.
Non sarebbe mai tornato in quella casa.
Quella casa che conosceva meglio della propria.
Ma ubriaco com'era il suo orgoglio era letteralmente sparito.
Suonò al campanello che portava scritto il nominativo:
"Min Yoongi."
Quest'ultimo non ci mise troppo ad arrivare alla porta.
Si presentò davanti ad Hoseok con i capelli verde menta spettinati e uno sguardo assonnato.
"Chi minchia è a que-...Oh...ciao Hoseok"
Yoongi ci mise un po' per realizzare.
Rimase sconvolto nel vedere il ragazzo in quelle condizioni.
"H-Hoseok.....come ti sei ridotto?"
Il ragazzo in questione non rispose.
Guardava Yoongi con uno sguardo triste in contrasto con il sorriso smagliante che aveva in volto.
"Hoseok..."
Questo non rispose.
I due rimasero lì a fissarsi.
"Y-oongi"
Aveva la voce rotta a causa del pianto.
Yoongi non ne poté più.
Prese il volto del più piccolo e lo avvicinò al suo.
Hoseok era molto confuso.
"Sono stato un coglione." Disse Yoongi per poi baciare Hoseok.
Quest'ultimo sorrise sulle sua labbra e abbracciò il maggiore.
"Potrai mai perdonarmi Hoseok?"
Il ragazzo annuì.
Rimasero lì, uno nelle braccia dell'altro.
Di nuovo insieme.
Dopo tanto, troppo tempo.
Ma questa era forse la calma prima di una tempesta?