Jackson mise in moto la macchina e partirono.
L'aria era secca e colma di tensione.
Il maggiore stava per rivedere sua sorella dopo molti anni.
Questo pensiero lo fece sorridere... ma durò ben poco.
Infatti ricordò che la sorella non sarebbe stata cosciente.
Lei era in coma.
Costretta in quel bianco letto d'ospedale.
Non l'avrebbe abbracciato come era solita fare.
Non l'avrebbe riempito d'insulti per averle nascosto la verità tanto a lungo.
Non avrebbe proferito parola.
Sarebbe rimasta lì.
Immobile.
Con gli occhi chiusi che donavano al volto, incorniciato dalla nera chioma, un'espressione di serenità.
L'unico suono sarebbe stato quello dei macchinari che la tenevano in vita.
La sua vita dipendeva da degli oggetti.
Buffo vero?
Erano stati proprio degli oggetti a farla quasi passare all'aldilà.
Jackson si perse nei suoi pensieri e non vide il semaforo rosso.
"JACKSON." urlò Jimin, prendendo tra le mani il volante, per evitare che un'anziana venisse investita.
Accostò.
E si girò verso il ragazzo che aveva uno sguardo perso nel vuoto.
"Hyung?"
Si riprese.
"S-scusami Jiminie...I-io." bisbigliò.
"Non preoccuparti, non fa nulla."
Lo rassicurò.
"Solo...presta più attenzione.
Dobbiamo arrivare vivi in ospedale."
Il maggiore annuì e ripresero il cammino, che continuò tranquillamene fino alla fine.
Una volta arrivati in ospedale i due si diressero verso la stanza 221.
La stanza di Rose.
Jackson sembrava conoscere a memoria la strada...anche se non era mai andato a trovarla.
Raggiunsero la porta.
Entrarono.
Lei era lì.
Su quel letto.
Proprio come se l'era immaginata.
Guardò Jimin come in cerca di un consenso, e il minore lo guardò con uno sguardo pieno di compassione ed amore.
Si avvicinò alla sorella e le prese la mano.
Con la mano libera le accarezzò una guancia.
"H-hey Rose..."
Deglutì.
"Sono io...Jackson.
Puoi sentirmi? Oh...ovvio che non risponderai."
Rise nervosamente.
"Sono sicuro però...s-sono sicuro che tu mi stia ascoltando. E-e so che probabilmente mi odierai per tutto quello che è successo...per ciò che ho fatto e specialmente per ciò che non ho fatto.
Ma credimi...sono...sono cambiato da allora."
Iniziò a piangere.
"S-sorellina mia... io...perdonami.
Ti prego...
Io ti amo con tutto il mio cuore.
E sono un pessimo fratello, lo so.
Quando ti sveglierai...potrai prendermi a calci e a pugni.
Potrai buttarmi giù dalle scale.
Anzi...Fallo.
Okay?
Hai tutto il diritto di farlo quando ti sveglierai..."
Prese un respiro.
"Perché tu ti sveglierai vero Rose?
T-tu...tornerai a sorridere come un tempo vero?
V-vero?"
Jackson si accasciò sul corpo della sorella.
Sentì una mano posarsi sulla sua spalla.
Era Jimin.
Gli occhi del suo hyung erano pieni di lacrime.
Non l'aveva mai visto in quelle condizioni.
"J-Jackson io..."
Jackson non si mosse.
"Stai bene?"
Scosse la testa.
"Posso aiutarti in qualche modo?"
Annuì.
"Q-quale?"
Indicò la sorella.
"F-falla svegliare..ti supplico.
Chiedo solo questo."