La ragazza crollò, esausta a causa di quelle ore di interminabile pianto.
I sogni però, non erano per niente migliori rispetto alla realtà.
Lei non riusciva più a sognare.
I suoi sogni...beh non potevano essere chiamati in tal modo.
Perché?
Tutto quello che vedeva quando cadeva nelle braccia di Morfeo era una stanza buia.
Lei seduta sul pavimento di quella buia stanza, mentre osservava i sui tagli.
I suoi tagli ancora sanguinanti.
E rideva amaramente, ricordandosi i bei giorni in cui aveva smesso di tagliarsi.
Ma poi...
Una piccola variazione del programma
La goccia che fa traboccare il vaso...
L'ha fatta ricadere.
L'ha fatta ricadere in quel vortice di dolore, conosciuto anche come "autolesionismo".
Nel suo "sogno" piangeva.
Piangeva a più non posso.
I singhiozzi e il loro eco riempivano la stanza.
Lei era sola lì.
Come nella realtà era sola.
Senza nessuno al suo fianco, senza nessuna luce ad illuminare quella tetra stanza.
Nel sonno si alzò in piedi.
Iniziò a camminare.
Avanti e indietro.
Avanti e indietro.
Andò avanti così per molto tempo.
Non sapeva nemmeno lei perché lo stesse facendo.
Una voce si fece largo nella sua testa...
"Perché lo stai facendo Rose?"
"Chi parla?"-Disse Rose con un tono apatico.
"Perché lo stai facendo?"
"Facendo cosa?"
"Perché stai vivendo?"
Rose non rispose.
Non sapeva come rispondere a quella domanda.
"Perché stai vivendo Rose?"
Silenzio.
"Perché non poni fine a tutte queste sofferenze?
Perché continui a sopportare?
Perché continui a stare male?"
Rose fissava il vuoto cercando di localizzare la provenienza della voce.
"Perché Rose?
Perché pensi che a qualcuno importerebbe se morissi?
La voce fece un'amara risata.
"Non è così.
A nessuno importa di te.
A nessuno importerebbe della tua morte."
Gli occhi di Rose iniziarono a riempirsi di lacrime.
"Rose tu sei sola."
Sola....sola....sola...sola....sola...sola...sola...sola.
Quella parola riecheggiava nella stanza.
La voce sparì.
Rose guardava pietrificata il pavimento.
Non riusciva a muoversi.
Riuscì a dire solo una cosa:
"I-io...io s-sono sola."
La vista della ragazza si appannò.
Fortunatamente il suono del campanello la strappò da quella tortura onirica...