Fine flashback.
Troppe informazioni.
La mente di Jimin stava praticamente esplodendo.
Sentiva le tempie pulsare.
Non riusciva a parlare e Jackson lo guardava ansioso, in attesa di una risposta...o almeno di un segno di vita da parte del minore.
"J-jimin?"
Scosse la testa.
"Jimin stai bene?"
Il ragazzo alzò lo sguardo.
Aveva uno sguardo confuso e terrorizzato.
"No hyung...non sto bene."
Jackson lo abbracciò.
"Va tutto bene piccolino..."
"Non va affatto bene.
Di tutto ciò, io non sapevo assolutamente nulla."
"Vedi... è tutto troppo complicato.
Namjoon magari non voleva che tu conoscessi questo suo lato... il suo lato peggiore."
Jimin si era scordato di Namjoon.
Sobbalzò.
"Ecco..appunto...ho vissuto per anni con un mafioso."
Jackson si intristì.
"Jimin...per favore non avere pregiudizi anche nei miei confronti.
Anzi, non averli nemmeno nei confronti di Joonie.... è cambiato, te lo assicuro."
Jiminie scoppiò a ridere.
"Cambiato? E chi me lo dice?
Chi mi dice che una volta che ti vedrà non ti sparerà un proiettile in piena fronte? Chi mi dice che non sarai tu a sparare a lui?"
Si rese conto di quello che era appena uscito dalla sua bocca.
Ma era troppo tardi...
"Scusa Jackson...io-"
"Non fa niente Jimin...comunque credo, che l'unica soluzione sia fidarsi di noi."
I due sciolsero l'abbraccio e cadde il silenzio.
Silenzio che fortunatamente non durò a lungo.
"Jackson...."
Il ragazzo interpellato si girò.
"Mh?"
Jimin prese coraggio.
"Quindi...Mark..."
Jackson si rigirò.
"Mark è morto."
Il discorso sembrava essersi concluso ma...
"Mark è morto a causa mia, Jimin...
Sono stato io a farlo morire.
È solo colpa mia"
Prese una sigaretta dalla tasca e iniziò a fumare.
Jimin capì che era nervoso...fumava sempre quando lo era.
"Non è colpa tua."
"HAHAHAHAHHAHAH.
Sì che lo è, piccolo Mochi.
Sarei dovuto morire io al posto suo...quel proiettile sarebbe dovuto arrivare a me."
Una domanda sorse spontanea a Jimin.
Sapeva che probabilmente si sarebbe pentito di averla posta..ma ormai non poteva più trattenersi.
"Hyung...come fai a non riempire di pugni Namjoon quando lo vedi? Infondo Mark.."
Jackson sospirò.
"è complicato Jimin...
Namjoon per me è come un fratello ormai.
Nel passato ha fatto tante cazzate, troppe direi...
Cazzate che sono costate la vita a migliaia di persone.
Ma ora è cambiato, e posso capirlo.
Posso capire come si sentiva...e sta certo che il senso di colpa non ti fa dormire la notte.
Hai mai visto Joonie sveglio di notte?"
Jimin ci pensò un po' su e poi rispose.
"Beh si...la maggior parte delle notti non dorme.
Dice di soffrire d'insonnia a causa dello stress datogli dal lavoro in ufficio e ne approfitta per lavorare nel suo studi fino all'alba.
A quella risposta rise.
" E voi ci credete? Che ingenui.... o magari è lui che è troppo bravo anche a recitare.
Ormai quel ragazzo non mi sorprende più.
Comunque non è vero...
Non riesce più a dormire a causa del suo passato...prima di chiudere gli occhi, rivede quelle immagini.
Rivede le persone che ha ucciso e quelle che ha visto morire..senza poter fare niente, senza poter impedire le loro morti.
È come un reduce di guerra.."
Il minore corrucciò le sopracciglia e scosse la testa in segno di negazione.
Quell'ultima frase era piena di contraddizioni.
"No...i reduci combattono per il nostro paese,
lui lo voleva distruggere."
Jackson non rispose...non avrebbe avuto senso farlo.
Jimin non avrebbe mai cambiato idea...ormai aveva deciso cosa credere e infondo, andava bene così.
Decise allora di cambiare discorso.
"Senti...andiamo in ospedale da Rose?
Ho bisogno di rivedere mia sorella."