Jackson sembrava essersi calmato, allora Jimin decise di chidergli spiegazioni.
Quante cose nascondevano i suoi hyung?
Aveva mai conosciuto veramente le persone con la quale ha passato i migliori anni della sua vita?
Chi erano quelli?
Estranei.
Estranei che avevano mentito al povero Jimin per anni e anni.
"Jackson...che succede?" Domandò con un tono più freddo del previsto.
"Ro-rose..."
"Rose cosa? La conoscevi?"
"Sì."
Jimin era sempre più confuso.
"Hyung...come facevi a conoscerla? Devi raccontarmi tutto, sappilo."
"I-io..."
"Tutto." Ribadì Jimin.
Jackson si asciugò gli occhi ormai rossi a causa delle lacrime.
"Eh va bene...ma non farti un'idea sbagliata di me dopo che avrai sentito ciò che sto per raccontarti."
Jimin non rispose.
"Allora...io e Rose..."
Flashback
Era una fresca giornata autunnale e la piccola Rose, che da poco aveva compiuto quattordici anni, sedeva nel suo giardino, intenta a contemplare le foglie cadere dagli alberi.
"Ciao Rose!"
La ragazza sorrise a quel saluto e andò incontro al ragazzo dalla quale proveniva.
"Jackson! Mi sei mancato."
Il ragazzo ridacchiò.
"Ma se ci siamo visti ieri a scuola!"
"No, ti sbagli. Ieri non sei venuto a scuola per stare con il tuo gruppo di amici."
Rose perse immediatamente la sua felicità e pronuncio quella parole con un'amarezza incredibile.
L'amico lo notò immediatamente.
"Hai ragione, hai ragione. Scusami."
Disse lui cercando di assumere un'espressione facciale più dolce possibile.
"Mh." rispose lei.
"Daiiii...non lo faccio più, lo giuro."
Disse infine abbracciando la ragazza che sorrise immediatamente.
"Ti voglio bene."
Il ragazzo non rispose.
Ma guardava intensamente il laghetto a qualche metro da loro.
Lei sentì una crepa formarsi nel cuore e gli occhi iniziare ad inumidirsi e sciolse l'abbraccio.
Jackson si risvegliò.
"Mh? Che succede? Hai detto qualcosa?"
"Niente." Si limitò a rispondere avviandosi verso il suo zaino per prendere un quaderno.
Sentì qualcuno bloccarle il braccio.
"Cosa?"
"Sei arrabbiata perché ho saltato scuola?"
"No. lo sono per le persone che frequenti."
"Cosa hanno che non va?"
"Beh tutto Jackson."
"Tsk...Rose sono sol degli stupidi pregiudizi."
Rose scrollò le spalle e prese finalmente il quaderno.
Iniziò a scrivere righe e righe di chissà quale poesia o testo.
Ma tutto ciò diede molto fastidio all'altro.
"Seriamente?! Ti metti a scrivere ora? Quando io sono con te?!"
Disse facendo strani movimenti con le mani.
Lei si limitò ad annuire.
"Beh allora vaffanculo."
Jackson infuriato e stranito dal comportamento dell'amica andò via.
Prima di oltrepassare il cancello notò che Rose stava guardando verso di lui con uno sguardo del tipo "non andar via, ti prego."
Ma lui lo fece lo stesso...andò via, lasciando Rose con quel quaderno che più avanti diventerà parte di lei.
Che più avanti diventerà l'unica fonte capace di raccontare la sua storia.
Che diventerà una delle fonti della sua rovina.
Il suo diario.