Jimin poteva sentire il freddo asfalto premergli contro la candida pelle.
Un rivolo di sangue usciva dalla sua tempia.
Era tutto così...così strano.
Era sveglio, ma tutto intorno a lui sembrava far parte di un sogno.
Percepì il mondo intorno a lui girare.
Poi nulla...solo un sentimento appagante di pace.
"JIMIN....Oh Cristo Jimin!"
Il ragazzo sentì questa voce ma non riuscì a collegarla ad un eventuale amico o conoscente.
Chi era? Chi era il suo "salvatore"?
Beh...più che salvatore si potrebbe dire anche "colui che l'ha investito e ha evitato di lasciarlo morto in mezzo alla strada", ma questo è un altro discorso.
Il ragazzo non sentiva più il freddo dell'asfalto...sentiva bensì uno strano tepore, come se al posto della gelida strada ci fosse qualcosa di morbido...un tessuto forse, una coperta, una poltrona...chi lo sa.
"Jimin...Jimin ti prego svegliati."
Jimin non aprí gli occhi.
Avrebbe voluto urlare.
Urlare che lui era lì.
Che andava tutto bene.
Che l'unica cosa che voleva fare era correre da Rose.
ROSE.
Jimin si risvegliò di scatto.
"ROSE" urlò.
"Jimin?"
"J-jackson?"
Il ragazzo non poté credere ai propri occhi.
Aveva davanti a sé Jackson, uno dei più grandi amici suoi e dei suoi hyung.
"Amico...tutto bene?" Chiese il maggiore preoccupato.
Jimin annuì.
Jackson sospirò.
"Per favore guarda quando attraversi.
Non farti investire più..."
"Mh."rispose Jimin.
Jackson alzò gli occhi al cielo, ancora una volta sorpreso per la sfacciataggine del suo amico.
"Dimmi un po'....dove andavi tanto di fretta?"
Chiese incuriosito.
"A-all'ospedale...andavo a trovare una mia amica...lei sai è-è in coma."
Lo sguardo di Jackson si rattristò.
"Oh...lei com-"
"Non si è ubriacata o cose del genere.
Ha tentato il suicidio, hyung.
Più volte anche...e questa volta stava per riuscirci."
Jimin teneva lo sguardo basso durante il racconto.
" e chi l'ha fermata?"
"Nessuno...non l'ha fermata nessuno.
È solo arrivata la persona sbagliata al momento giusto....Hoseok."
Si chiese se fosse il caso di andare avanti con il racconto.
Ormai era fatto.
Doveva raccontare tutto.
Non ne poteva più di tenersi tutto dentro.
"Non credere che Hoseok sia una brava persona.
No, non lo è.
Questa ragazza si taglia.
Lui lo sapeva, l'ha sempre saputo.
Erano migliori amici ma lui l'ha abbandonata perché non ne voleva sapere di lei e dei suoi problemi.
Allora lei è rimasta sola con la sua lametta.
Quel figlio di puttana si è pentito ed è andato a casa sua con la coda tra le gambe per chiederle scusa.
Ma indovina un po'?
Lei giaceva al suolo quasi dissanguata."
Le lacrime rigarono il viso del piccolo Jimin.
Erano lacrime di rabbia.
Contro Hoseok.
Contro le persone che l'avevano trattata male.
Che avevano distrutto quella ragazza già fragile.
Contro sé stesso anche.
Jackson rimase immobile.
"L-lei come si chiama?"
Chiese titubante.
"Rose."
Jackson sgranò gli occhi e si portò le mani ai capelli.
Iniziò a colpire non molto dolcemente il volante dell'auto mentre delle lacrime ricadevano sul sedile in pelle.
Oh mio piccolo Jackson...cosa mai avrai fatto di tanto grave a Rose per reagire così?