Capitolo quarantotto ~ Non volevo che ci consumassimo

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Se tu sapessi quante volte ho detto di no ad altri occhi, pensando ai tuoi...

Inizio con l'addestramento, sono motivata ancor di più da quando sono arrivata poco fà. Quella scena mi ha fatto riflettere e voglio togliere tutta la squadra a Colin ed unirla alla mia, lo odio e lo voglio fuori dalla mia base. Non bastava che faceva lo stronzo con me, adesso se la prende anche con la sua squadra.

"Ma cosa vuole! Ha chiesto il congedo ecco allora se ne andasse subito, invece di rovinare la vita ad ogni persona che si mette nel suo cammino!"

<<Cha?! Tutto bene?>>
Mi giro ed è John, gli sorrido  <<Si benissimo! Forza cominciamo!>>
Lui mi guarda sorridendo <<Wow! Erano mesi che non ti vedevo così, cosa è successo?>>
Scoppio a ridere  <<Niente! I miei ragazzi non devono rimetterci per colpa mia...>> mi ammutolisco e mi giro verso di Colin e continuo <<Per colpa sua! Loro non meritano tutto questo. Meritano il maggiore che ero e caro amico mio sono tornata!>>
Si avvicina e mi abbraccia forte, si stacca e mi da un cinque con la mano nella mia <<Allora forza non perdiamo altro tempo iniziamo!>>

La giornata procede nel migliore dei modi ed io non faccio altro che guardarlo con la coda dell'occhio. Colin è nervoso più del solito, non riesce a gestire la squadra, non riesce a stare attento e se la prende con tutti in modo burbero ed arrogante.

Dopo una giornata sfiancante, la mia squadra ormai ha finito di fare la doccia e stanno tutti andando verso la mensa. Le luci dei lampioni del giardino si spengono e solo in quel momento alzo gli occhi al cielo.
Il cielo è diventato nero pieno di puntini luminosi che brillano.
Mi giro per guardarmi intorno e non c'è più nessuno, ero così presa dagli allenamenti e continuare il mio duro addestramento che non mi sono accorta dell'orario inoltrato.
Una figura cammina nel buoi, sgrano gli occhi per capire chi è, capisco che è lui quando si avvicina alla luce del corridoio. Colin cammina verso il corridoio per andare alle docce, mi guardo intorno per vedere se ci sono altre persone, ma non c'è nessuno. Senza attirare la sua attenzione cammino a passi lenti verso la sua direzione. Aspetto qualche secondo ed entro anch'io nello spogliatoio. Mi nascondo dietro un armadietto e lo guardo mentre si spoglia, è una vista così mozzafiato che faccio trasalire l'armadietto di metallo.
Con le mani si slaccia uno ad uno i bottoni dell'uniforme, per poi farla scivolare sopra le sue spalle ed appoggiarla sulla panca. La sua mano scivola sopra la cintura e la sbottona, si china e slaccia i lacci degli anfibi. Con il tallone si aiuta per togliere la scarpa e con l'altro piede toglie l'altro. Con le mani tira giù i pantaloni, i calzini ed infine i boxer. È completamente nudo davanti ai miei occhi ed io vado in estasi, le mani iniziano a sudare, la bocca a tremare ed il mio cuore batte come un cavallo pazzo.
Cammina verso la doccia, apre il getto dell'acqua e chiude la tenda di plastica alle sue spalle.
Sento una forte scossa percorrere tutta la mia schiena fino hai miei piedi che si muovono verso di lui senza che io li comandi.
Arrivo vicino alla tenda e vedo la sua figura, si muove sotto il getto dell'acqua con il sapone tra le mani. Le mie mani si appoggiano sopra la plastica fino a toccare la sua schiena, sento che inizia a tremare come un bambino, ma rimane incollato alle mie mani senza dire una parola. Le mie mani si muovono per tutta la sua schiena e anche se sento la plastica riesco a percepire la sua pelle. Colin si gira e anche se la tenda è trasparente riesco a guardare il suo sguardo. In questo momento riesco a vedere il mio Colin che avevo perso da tanto tempo e che non riuscivo più a trovare. Lui si avvicina sempre di più alla tenda con il viso, le sue mani bagnate piene di sapone invece escono dalla tenda e si posano prepotenti sopra i miei fianchi. La sua stretta è ben salda sopra la mia vita e mi spinge verso di lui. Mi avvicino alla tenda con le labbra e anche lui fa lo stesso, ci baciamo con passione e anche se non riusciamo ad intrecciare le nostre lingue per la tenda che ci divide sento la passione che lo avvolge. I nostri corpi si avvicinano sempre di più e le sue mani accarezzano tutto il mio corpo in un modo dolce, ma allo stesso tempo stuzzicante.
Ci stacchiamo e la mia dannata bocca si apre per pronunciare quelle due maledette parole <<Ti amo>> gli dico con un nodo in gola e lui risponde repentino nello stesso mio momento <<Ti amo anch'io>> con la voce rotta quasi dal pianto.
Le nostre bocce si cercano di nuovo e ci baciamo nuovamente, la tenda è ancora lì, ma io riesco lo stesso a sentire le sue carnose e morbidi labbra.
La passione sta diventando padrona dei nostri corpi, delle nostre menti e in quel momento sobbalzo <<Devo andare>> gli dico con un filo di voce.
<<Si forse è meglio>> mi dice facendo un grande respiro.

Tu Sei La Mia Promessa! *REVISIONE* #Wattys2018  #SAGA DI CHE STUPIDA PROMESSA! Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora