Capitolo cinquantatre ~ Una mano aggrappata al passato

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Quel suono così possente, quel battito così forte, quel piccolo corpicino che aveva così tanta voglia di vivere mi aveva fatto capire così tante cose che forse era arrivato il momento di risolverle. Non potevo continuare ad essere aggrappata con una mano al mio passato e con l'altra sfioravo con le mie dita il mio presente.

Usciamo dalla clinica, mi avvicino a Steve e gli prendo le mani <<Devo andare ti prego non farmi domande...>> mi ammutolisce e lui abbassa lo sguardo. Con la mano tocco il suo mento e lego i miei occhi ai suoi <<Aspettami a casa!>> e gli stampo un bacio sulla guancia, saluto la mia famiglia e corro verso la macchina.
Accendo il motore e con il pedale dell'acceleratore sgaso la macchina per poi sfrecciare via.
Mentre guido prendo il telefono ed inizio a chiamare, il telefono è libero, ma non risponde nessuno. Aggancio il telefono e lo tiro sopra il sedile, cambio la marcia in modo nervoso ed accellero di più. Arrivo, parcheggio la vettura e scendo di corsa sbattendo lo sportello. Cammino nervosamente tra i sassolini con il tacco che si infila in essi, mi dirigo in ogni posto fin quando lo trovo. Apro la porta e lo trovo davanti ai miei occhi disteso sopra la sua brandina, con il piede sopra il letto e l'altro sopra il ginocchio, un braccio è incrociato dietro la sua nuca e con l'altra invece tiene in mano il telefono. Quando mi vede spalanca i suoi occhi ed io mi avvicino a lui come una furia impazzita.
<<Adesso tu vieni con me!>> e lo afferro con la mano per l'uniforme. Colin obbedisce senza dire una parola e si alza dalla brandina. Percorriamo la base con la mia mano attaccata alla sua uniforme che lo trascina. Arriviamo in macchina, apro lo sportello e con la mano lo minaccio ad entrare, lui abbassa lo sguardo ed entra, sbatto lo sportello e mi avvicino alla macchina dalla parte del guidatore. Salgo in macchina accellero ed esco dalla base in tutta velocità, appena oltrepasso il cancello mi giro verso di lui con gli occhi pieni di rabbia <<Oggi sono andata a vedere per la prima volta mio nipote. Ho sentito il battito del suo cuore e tu non ti puoi immaginare quanto batte forte, quanta voglia di vive ha quel piccolo corpicino. Forse ha già nel suo dna la grinta e la tenacia di sua zia. Mentre lo ascoltavo così attentamente lo sai cosa ho capito?>>
Lui si gira verso di me e mi guarda aspettando che continui.
<<Ho capito ma cosa gli insegno io a questa piccola creatura? Io che non ho capito un bel niente da questa dannata vita...Cosa gli insegno io che continuo a combattere e rimanere aggrappata ad un essere come te che dopo tutto quello che ho fatto per te, dopo essermi annullata completamente, aver accettato tutti i tuoi scheletri e camminare al fianco ai tuoi mostri tu non sei stato in grado di muovere un dito per me, anzi hai concesso il tuo corpo a chiunque. Loro hanno toccato quel corpo che era il mio, hanno baciato quelle labbra che erano mie. Mi dispiace ma adesso devo insegnare qualcosa ed è arrivato il momento di lasciare la presa, lasciami in pace e sparisci dalla mia vita!>>
Concludo il mio discorso vicino al cancello della base e senza dargli modo di rispondere mi avvicino alla maniglia dello sportello, la apro e con la mano lo incito a scendere. Colin scende dalla macchina e mi guarda fisso come se volesse dirmi tante cose, ma io lo precedo mi avvicino e chiudo lo sportello della macchina e parto a tutta velocità.

Tu Sei La Mia Promessa! *REVISIONE* #Wattys2018  #SAGA DI CHE STUPIDA PROMESSA! Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora