Bakugou avrebbe riconosciuto quell'odore tra altri mille, perché da bambino, ogni Natale, l'aveva sentito riempire la casa come un velo morbido.
Si infilò velocemente le mutande ed un paio di pantaloni della tuta che aveva preso dalla camera da letto prima di andare in bagno, poi si mosse verso la cucina quasi correndo e, fermo sul limitare del corridoio, vide lui in piedi davanti ai fornelli, che agitava ritmicamente una padella in cui sfrigolavano un paio di punkake; altri quattro riposavano in un piatto sul bancone della cucina.
"Avevo intenzione di prepararmeli a Natale quelli là"
Per quanto possa sembrare strano, persino uno come Bakugou non era stato capace di liberarsi di alcune delle proprie abitudini più puerili.
Kirishima si voltò di colpo: "Davvero? Scusa, non ne avevo idea. Avevo fame..."
"... e ti sei messo a frugare nella mia cucina" concluse l'altro.
"Andiamo, non mi pare un crimine cucinare punkake. E poi ne ho fatti abbastanza per tutti e due" e sorrise.
Bakugou sospirò: "Quale parte di quello che ho detto prima in camera non ti è chiara?"
"Non sto cercando di corteggiarti. Ho solo preparato la colazione ad un amico. E comunque se non li vuoi mi mangio pure la tua porzione senza problemi".
L'altro si sedette al tavolo con un grugnito: "Porta qui quel piatto alla svelta"
Sempre sorridendo il rosso eseguì, poi si fece indicare dal padrone di casa dove fosse lo sciroppo d'acero e posò pure quello sul tavolo, insieme ad un paio di piattini di carta e posate dello stesso materiale.
C'erano tre punkake per uno. Bakugou portò il primo boccone alle labbra e masticò in silenzio: il sapore dolce dell‘impasto era una meraviglia in contrasto con quello leggermente amaro dello sciroppo, e le frittelline erano talmente morbide che quasi quasi non le doveva nemmeno masticare.
Cavoli, pensò, Kirishima è stato bravo.
Ovviamente tenne quel pensiero solo ed esclusivamente per sé.
"Ti ho sentito parlare al telefono prima"
"Adesso ti metti pure ad origliare?"
"Ma piantala! Ti hanno cazziato dall'agenzia, vero?"
"Mh"
Kirishima chinò il capo: "Scusa"
"Perché ti scusi ora? Mi sembri Deku. Sei fastidioso"
Ed era vera ogni parola: lo infastidiva quando la gente si scusava con lui per qualcosa che lui stesso aveva deciso di fare, ma ancora di più era scocciato dal vedere il rosso in quel modo. Seriamente, lo scusarsi per le stronzate era un comportamento da Deku, non da Kirishima.
"E' che sei sparito dal posto di lavoro perché io ti ho chiesto di farmi stare da te la notte..."
"Io sparisco ogni volta che concludo una missione: i giornalisti li odio"
Cazzata. Enorme, grandissima cazzata: era vero che con i media aveva un rapporto orribile, ma nonostante ciò neppure lui poteva sottrarsi totalmente ad interviste e dichiarazioni in diretta. Il successo di un eroe dipendeva anche da quello, purtroppo. Ma allora perché aveva mentito? Trovò la risposta in un momento, quasi prima ancora di pensarla: aveva detto quella balla perché non voleva che Kirishima si sentisse in colpa.
Ma perché te ne preoccupi?! gli gridò una voce nella testa.
Non ne aveva idea, ma farlo gli era venuto stranamente naturale.
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Conoscerti ancora una Volta -KiriBaku-
FanfictionLA STORIA SI SVOLGE ALCUNI ANNI DOPO LE VICENDE NARRATE NEL MANGA E NELL'ANIME, QUINDI NON CI SARANNO SPOILER. Uno è un giovane uomo irascibile, a tratti quasi violento; l'altro è irruento, casinista e sempre allegro ai limiti del ridicolo. Due raga...