Quando si svegliò la mattina successiva, Katsuki trovò il lenzuolo dal lato di Kirishima sollevato ed il suo angolo del letto vuoto.
Stropicciandosi gli occhi ancora impastati dal sonno, portò le gambe oltre il materasso e si mise in piedi con un colpo di reni. Avvertì da subito il freddo pungergli la pelle ormai non più protetta dal calore delle lenzuola, ma era normale visto che erano ormai a metà novembre.
Prese dallo schienale della sedia una vecchia maglietta nera che nei mesi invernali teneva sempre pronta proprio per mattine come quella, poi andò in bagno a sciacquarsi il viso con l'acqua ghiacciata per svegliarsi del tutto; quando sollevò lo sguardo dalla stoffa dell'asciugamani con cui si stava asciugando, il proprio riflesso allo specchio gli restituì l'immagine di un volto quasi disteso, quasi sereno. Gli angoli della bocca erano persino piegati un po' all'insù, e Bakugou quasi non si riconobbe in quel riflesso: c'era stato un periodo durante il quale ogni mattina si svegliava con quella stessa espressione, ma era stato tempo fa ed il ripensarci -ripensare a lui- uccise seduta stante quel principio di gioia che il giovane aveva provato fino a poco prima: tornò alla sha solita espressione corrucciata scontrosa, e gettò l'asciugamano sul lavandino con malagrazia prima di uscire dal bagno quasi sbattendo la porta.
Si sentiva frustrato: non c'era più una singola giornata che non risultasse inquinata dallo spettro che si portava dentro...
In quel momento, dal salone gli giunse la voce di Eijiro.
Parlava in modo calmo e rispettoso, quindi l'altro suppose che fosse al telefono con il direttore dell'agenzia dove lavorava.
Accostandosi al limite del corridoio e spiando da lì la cucina, Katsuki lo vide, Kirishima, che teneva il telefono incastrato tra l'orecchio e la spalla mentre toglieva la caffettiera dal fornello e versava il liquido in esso contenuto in due tazze di coccio bianche. E intanto rispondeva meccanicamente alle disposizioni di chiunque fosse all'altro capo del telefono: "Sì, sì. Certo signore, come vuole lei. Certamente, arrivederci"
Bakugou continuò ad osservarlo per tutto il tempo: la scena alla quale stava assistendo sapeva così tanto di casa, di quotidianità... Poi gli si strinse il cuore e allora ritornò presente a se stesso.
Sto viaggiando troppo con la fantasia... Non stiamo nemmeno propriamente insieme.
Eppure, nonostante quei tetri pensieri, nell'angolo più recondito della sua mente, e forse anche del suo cuore, Bakugou continuò a sentire "aria di casa". Lo percepiva nell'odore amaro del caffè, che oramai si era diffuso per tutta la stanza, e anche quando Kirishima si sporse a depositargli un bacio sulla guancia prima di prendere tra le mani la propria tazza calda.
"Dormito bene?" gli chiese il rosso dopo aver sorbito qualche sorso di liquido bollente e squisitamente amaro.
"Mh" rispose l'altro sbrigativamente. Non era mai stato un tipo da chiacchiere mattutine.
Finirono entrambi di bere i rispettivi caffè senza dirsi nient'altro, poi, una volta che quella bevanda squisita lo ebbe del tutto svegliato, Bakugou prese entrambe le loro tazze e le poggiò nel lavandino.
"Che ti hanno detto quelli della tua agenzia?" domandò intanto.
Kirishima lo fissò stupito: "Come hai capito che parlavo con loro?"
"Dal tono che usavi. Allora?"
"Gli ho spiegato la mia situazione attuale, e mi hanno detto di fare capo all'agenzia dove lavori tu, visto che è quella più vicina"
"Ma da quanto ne so io Beast Jeanist non è entrato nella cooperativa contro quell'organizzazione..."
"Il mio capo ha detto che ci parlerà e lo convincerà a collaborare. Ci sono bravi eroi nella sua agenzia, può farci molto comodo"
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Conoscerti ancora una Volta -KiriBaku-
FanfictionLA STORIA SI SVOLGE ALCUNI ANNI DOPO LE VICENDE NARRATE NEL MANGA E NELL'ANIME, QUINDI NON CI SARANNO SPOILER. Uno è un giovane uomo irascibile, a tratti quasi violento; l'altro è irruento, casinista e sempre allegro ai limiti del ridicolo. Due raga...