Conoscerti ancora una Volta -KiriBaku-

24.Una telefonata particolare

Kirishima si rigirò scompostamente nel letto quando la sveglia suonò, premendosi il cuscino sulla testa come se quello bastasse a zittire quel trillo infernale, che, ovviamente, continuò comunque imperterrito, ancora e ancora finché una mano non vi batté sopra con rabbia, quasi fracassandola.

"Spegnila subito quando suona"

"Agli ordini generale" sbuffò il rosso in risposta, girandosi verso quel cespuglio biondo che lo aveva rimproverato.

Strisciando sotto le coperte si avvicinò a lui tanto da far aderire il suo corpo nudo al proprio, e gli fece passare un braccio sul petto tirandoselo ancora più addosso.

Gli baciò teneramente la guancia, poi scese fino alla curva della mascella e al collo, e Bakugou non avrebbe voluto sottrarsi a quelle attenzioni dolci e focose allo stesso tempo, che pian piano stava iniziando ad amare sempre di più, davvero non avrebbe voluto, ma sapeva quanto si infuriasse Beast Jeanist se uno dei suoi dipendenti arrivava in ritardo, quindi si scostò lanciando all'altro un'occhiata esplicativa.

Eijiro sbuffò una seconda volta e fece il gesto di risdraiarsi al letto  lanciando all'altro uno sguardo di sfida.

"Se non ti alzi entro cinque secondi ti trascino in bagno con la forza"

"Non oseresti" replicò ghignando.

Non l'avesse mai detto:  fulmineo, Katsuki gli annodò le braccia intorno ai fianchi e, voltatolo, se lo caricò in spalla come un sacco di patate, così il rosso si ritrovò a penzoloni dalla sua schiena, con la faccia che oscillava avanti e indietro ad un nulla dal sedere di lui.

Era decisamente un occasione troppo ghiotta per farsela scappare, perciò all'ennesima oscillazione gli morse una natica.

"Stronzo!" imprecò Bakugou scaricandolo dentro la doccia.

"Ma come, di colpo ti dispiace?" lo prese in giro Eijiro indicando i segni di morsi che gli aveva lasciato sulle clavicole la notte precedente.

"Ma vaffanculo" e fece per andarsene, ma l'altro lo afferrò per un polso e lo trasse a sé.

"Fa la doccia con me visto che sei qui, no?" e gli fece scorrere una mano lungo lo stomaco e poi fino all'inguine.

"Vorrei" ammise forse con troppa naturalezza il biondo "ma la colazione chi te la prepara?"

Ormai era diventata un'abitudine, quella, insieme a tante altre più piccole e semplici: quando Eijiro aveva il turno mattutino, Katsuki si svegliava per primo e gli faceva trovare pronti il latte ed i biscotti, quando invece aveva quello pomeridiano gli preparava una cena semplice e poi si allenavano, guardavano un film assieme o, la maggior parte delle volte, facevano sesso. O forse avrebbe dovuto cominciare a dire facevano l'amore? I giorni in cui invece il suo ragazzo era libero facevano lunghe passeggiate oppure si dedicavano insieme al giardino; avevano persino piantato assieme delle rose rosse, che a Kirishima piacevano tanto, e vedendolo sorridere quando le osservava crescere giorno dopo giorno, anche Bakugou si sentiva sereno.

Da un bel po' ormai non sentiva nemmeno più la voce di lui che lo rimproverava per quella nuova felicità che si stava costruendo piano piano; solo di notte, ogni tanto, gli incubi lo coglievano impreparato, ma gli bastava stringersi al petto di Eijiro ed avvertire le sue dita passargli delicate tra i capelli per tornare tranquillo; la stessa situazione, seppur in senso inverso, si verificava quando Eijiro sognava l'omicidio del fratello di Hideo, e allora saltava sul letto e piangeva in silenzio finché Katsuki non si svegliava e non lo abbracciava sussurrandogli che lui era lì, e che sarebbe andato tutto bene perché ci sarebbe sempre stato.

Le prime volte che gli aveva sussurrato parole simili, anche se era stato animato dalle migliori intenzioni, un po' si era sentito in colpa perché non aveva potuto dire quanto effettivamente esse fossero vere; adesso invece, ogni volta che diceva al rosso frasi come "Sono qui" oppure "Va tutto bene" sapeva che non c'era nulla di falso e man mano che il tempo passava stavano svanendo anche i dubbi che all'inizio lo avevano bloccato,