19.Calda notte

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"Tu vai a mettere la roba in camera" disse Kirishima, porgendo anche la propria busta all'altro. "Io preparo la cena"

Bakugou eseguì senza dire nulla. Ad Eijiro non aveva detto niente sulla strada del ritorno; si era limitato a stringergli forte la mano, e piano piano quell'ombra infausta era tornata ai margini della sua mente.

Immaginava che l'altro si fosse accorto del suo disagio, ma ciò non gli era sufficiente per aprirsi con lui fino al punto di rivelargli quale demone lo logorava dall'interno. Non ancora almeno, e sapeva di non dover avere fretta: forse quello che c'era tra loro, qualunque cosa fosse, esisteva da molto, ma era solo da poco che lo stavano scoprendo e che vi si stavano adattando. Sicuramente questo Eijiro lo sapeva e lo capiva.

Era anche per quella ragione che Bakugou aveva deciso di provare a lasciarlo entrare dentro di sé.

"Ehi! E' pronto!" gli gridò il rosso dalla cucina.

Katsuki si riscosse. Aveva già riposto la maglietta e la camicia nell'armadio, ma poi era rimasto praticamente fermo davanti alle ante chiuse, ad annegare nei propri pensieri.

Raggiunse velocemente la cucina, e trovò il tavolo già apparecchiato e Kirishima che, seduto, lo aspettava. Aveva preparato delle fettine di vitella e degli spinaci. Bakugou ricordava che già ai tempi delle superiori l'altro era bravo ai fornelli, ma doveva essere migliorato da allora: la carne quasi gli si scioglieva sulla lingua ad ogni boccone, e anche gli spinaci erano morbidi e facili da mandar giù.

"Stai un po' meglio?" chiese ad un certo punto Kirishima.

Katsuki rimase col boccone a mezz'aria, incredulo.

Quando parlò di nuovo, Eijiro non lo guardò in faccia, perché in parte temeva di stare osando troppo: "Non sei molto bravo a nascondere i tuoi stati d'animo, anche se ci provi"

Il biondo non rispose, strinse la forchetta tra le mani e serrò le labbra.

"Non devi darmi nessuna spiegazione" mise le mani avanti Eijiro. "Volevo solo sapere come stavi ora"

La stretta intorno alla posata si allentò, il palmo della mano, che si stava scaldando, tornò pian piano ad una temperatura normale: "Non lo so come sto" mormorò infine Bakugou a capo chino. "Però forse sto un po' meglio, sì" aggiunse poi, accorgendosi che l'altro lo guardava preoccupato.

"Meno male"

Dopo mangiato, guardarono insieme un film dell'orrore, genere che piaceva molto ad entrambi, e ben presto si ritrovarono nel mezzo di una puerile gara a chi si spaventava di meno, che finì in pareggio e con le risate di Kirishima non appena Katsuki imprecò per non aver vinto.

"Sei un vero rosicone!" e gli puntò il dito contro, sempre ridendo.

"E piantala Kirishima!"

Ma più lui strillava più l'altro rideva, e rideva, e rideva.

"Hai rotto i coglioni" sentenziò Bakugou ad un certo punto, ed il tono calmo con cui lo disse gelò il sangue nelle vene di Eijiro, ma ormai era tardi: il biondo gli si avventò contro e se lo caricò sulle spalle reggendolo dalle caviglie e dai polsi.

"Ohi" cercò di protestare "abbiamo mangiato da poco, non è una buona idea!"

"Dovevi pensarci prima di sfottermi" fu la replica dell'altro, che dopo aver raggiunto la camera da letto scaricò sul materasso il corpo del rosso in modo abbastanza repentino da farlo sbuffare per la panciata che diede.

"Cavolo, se mi torna su la cena ti riterrò responsabile" borbottò tenendosi lo stomaco con le mani.

"Te l'ho detto, la colpa è tua che mi hai preso in giro"

Conoscerti ancora una Volta -KiriBaku-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora