36.Tutto in pezzi (Pt 1)

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LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE, E' IMPORTANTE!!!

Bakugou era nel salone. Legato ad una sedia al centro della stanza. Hideo dietro di lui, gli teneva la lama di un coltello premuta contro la gola.  Le serrande le aveva abbassate per evitare che qualche vicino o passante notasse qualcosa di strano nella casa, tutte tranne una, quella della finestra accanto al divano. L'aveva lasciata aperta, con solo le tende tirate, così che Red Riot potesse vedere il volto dell'uomo che amava, ed il momento in cui lui, Hideo, gli avrebbe strappato la vita.

Doveva vedere tutto e soffrire come un cane, allo stesso modo in cui Hideo aveva sofferto quando aveva saputo della morte del fratello.

E Kirishima vedeva, vedeva tutto meglio di quanto il suo nemico potesse credere: l'amore della sua vita legato a quel modo e ancora in balia dei calori della febbre, con gli occhi lucidi ed impauriti; non era il Re delle Esplosioni ora, ma solo un ragazzo di vent'anni ben consapevole che da quella casa non sarebbe uscito con le proprie gambe, e spaventato a morte. In più non stava nemmeno provando ad usare la propria Unicità per liberarsi, il che, visto l'effetto che la febbre normalmente gli provocava, poteva voler dire solo una cosa: Hideo doveva averlo legato con delle manette fatte per bloccare i Quirk. Le usavano gli eroi durante gli arresti ma probabilmente se ne trovavano anche per canali illegali.

A questo punto Eijiro era da solo contro quel pazzo, ma forse se fosse stato abbastanza veloce...

"Osa fare un passo e lo sgozzo come un animale" intimò Hideo come se gli avesse letto la mente, e l'altro non ebbe dubbi sul fatto che il criminale sarebbe stato molto più rapido di lui, visto come premeva la lama contro la carne di Bakugou.

Non poteva attaccarlo in quelle condizioni, e saperlo lo fece disperare.

Hideo tirò indietro la sedia, producendo un infernale raschiare sul pavimento, fino a piazzarla davanti al divano. A quel punto allontanò il coltello dalla gola dell'ostaggio i pochi istanti necessari ad intimare silenziosamente che Red Riot si sedesse.

Lui eseguì muovendosi come se dotto i piedi avesse schegge di vetro acuminate, nel terrore che un singolo movimento sbagliato potesse portare la morte di Katsuki. Si sedette in punta sui cuscini, teso come una corda di violino.

Hideo e Bakugou erano davanti a lui, e quando vide il sorriso malato del primo allargarsi iniziò a sudare freddo.

"Allora, come lo ammazzo questo stronzetto?" e gli passò il piatto della lama lungo la gola, per due volte. Il ragazzo inclinò il capo per cercare di spostarsi, ma l'altro lo afferrò per i capelli tenendolo fermo.

"Anzi", disse poi, rivolto al rosso "non mi va di ucciderlo subito".

E fece scendere il coltello fino all'inizio del petto della propria vittima, spingendovi contro la punta dell'arma, lentamente.

Il biondo strinse i denti, ma quando la punta acuminata gli bucò la carne facendo fuoriuscire un rivolo di sangue un gemito di dolore gli sfuggì dalle labbra.

"Fermati" implorò Kirishima.

"Mh?"

"Lascialo andare e prendi me, sono io che ho ucciso tuo fratello, no? Katsuki non tu ha fatto niente! Torturami come hai fatto l'ultima volta, violentami, uccidimi, non m'importa, ma lascia andare lui!"

"No! Eijiro, no!" gridò Bakugou sporgendosi in avanti, per un attimo dimentico della lama che aveva puntata contro la gola.

Il criminale lo riportò indietro con uno scatto feroce, poi scoppiò a ridere in faccia al rosso.

"Tu credi davvero che io sia così idiota, Red Riot?"

"No..."

"Silenzio!"

Conoscerti ancora una Volta -KiriBaku-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora