29.Lasciarlo andare

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Bakugou sapeva bene che quel giorno sarebbe arrivato, presto o tardi. Quello che non poteva in alcun modo aspettarsi era l'amarezza che percepì distintamente nel petto non appena la luce del sole lo costrinse ad aprire gli occhi.

Sospirò sconsolato prima di girarsi dal lato opposto del letto e scoprirlo, con sorpresa, vuoto. Rigirandosi, afferrò il telefonino per controllare l'ora: erano appena le 9:00 di mattina. Passi per Nao, che di base era mattiniero, ma che Eijiro non fosse sotto le coperte era strano visto che nei giorni in cui non aveva turni in agenzia solitamente dormiva almeno fino alle 11:00.

Nell'atto di rimettere il cellulare sul comodino, Katsuki toccò inavvertitamente lo schermo, aprendo involontariamente la galleria, ove la prima foto della sezione "fotocamera" gli strappò un sorriso. L'aveva scattata la mattina dopo l'incubo di Nao: ritraeva il bambino ed Eijiro che dormivano l'uno accanto all'altro sul letto, nella stessa, identica posizione, con un braccio poggiato sullo stomaco e l'altro steso lungo al lato del corpo.

Scattare quella foto era stata una tentazione impossibile da ignorare perfino per uno cinico come Katsuki, che si alzò dal letto, curioso di sapere dove fossero quei due.

E così giunse l'ennesima sorpresa di quella mattina, che, come la precedente foto, eclissò almeno momentaneamente l'amarezza di quel giorno: udì le risate prima ancora di vedere Nao ed Eijiro che correvano per casa.

"Red Riot, salviamo quei civili!"

"Riesci ad individuare i nemici?"

"Sono dietro a quella montagna!" esclamò il bambino, più serio che mai.

La suddetta montagna altro non era che il divano. Sia il rosso che il piccolo si precipitarono verso il mobile, all'inseguimento di quegli immaginari nemici, e fu in quel momento che incontrarono lo sguardo di Katsuki, un po' perplesso un po' divertito.

Le guance di Kirishima si tinsero di un lieve rossore, Nao si paralizzò sul posto, mentre Bakugou... beh, lui fece qualcosa che nessuno in quella stanza si sarebbe mai aspettato; l'ultima volta che aveva fatto una cosa così, probabilmente era ancora un bambino molto piccolo: Bakugou si lanciò nel gioco, senza nemmeno riflettere.

"Cari eroi, siete finiti!" e li caricò.

Sia il rosso che il bimbo furono incredibilmente rapidi nel reagire, acuendo così il divertimento dell'altro.

"Presto, scappa, scappa!" gridò Eijiro all'indirizzo di Nao, che tirando un urletto divertito riprese a correre.

Ormai però era troppo tardi: Katsuki corse loro incontro con le braccia allargate, ed in men che non si dica li catturò entrambi in una sorta di abbraccio, lanciandosi poi, sempre con loro appesi addosso, sui cuscini del divano.

Nao rideva tanto da avere le lacrime agli occhi, e anche i due uomini non riuscivano proprio a smettere.

Quello del biondo era stato un gesto totalmente infantile e spontaneo, ma da quando avevano Nao in casa aveva riscoperto quanto fosse bello tornare bambini per quell'oretta dedicata al gioco, come quando, al parco, avevano giocato a palla, o come ora, ancor di più.

Rimasero in quel modo per molto tempo: steso per lungo sul divano, Katsuki stringeva a sé gli altri due; Nao gli strofinava il nasino sulla spalla, Eijiro gli carezzava dolcemente la schiena.

In quella situazione, al biondo venne in mente la discussione che avevano avuto lui e il proprio compagno qualche giorno prima, durante la quale avevano ammesso di considerare Nao come un figlio; in seguito, Bakugou si era segretamente interrogato più volte su quelle stesse parole, chiedendosi quanto fossero vere o quanto invece fossero state semplicemente dettate dall'emotività di quel momento.

Conoscerti ancora una Volta -KiriBaku-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora