I primi giorni dopo la partenza di Nao non furono facili per i due uomini. La situazione non era gravissima, e comunque entrambi si comportavano abbastanza normalmente, ma per almeno una settimana su di loro aleggiò un pesante velo di tristezza.
A stare peggio era indubbiamente Eijiro, che si era legato al bambino molto più di quanto non sarebbe stato saggio fare. Anche Katsuki si era tanto affezionato al piccolo, anche lui l'aveva considerato ed ancora lo considerava un figlio, ma aveva sempre saputo che tra Nao ed Eijiro c'era una sintonia particolare, ed il comportamento di quest'ultimo nei giorni immediatamente successivi alla separazione altro non fecero che confermare la sua teoria. Per esempio, in agenzia Kirishima si tenne bene alla larga da qualsiasi missione avesse a che fare con i bambini e, di contro, si buttò con ancor più impegno e fervore del solito in qualsiasi altro incarico; a casa era più mesto, e, pur sorridendo ancora, Katsuki non vedeva traccia della luce che tanto aveva imparato ad amare, sul di lui volto.
Per Bakugou vedere l'uomo che amava in quello stato era quasi peggio del dolore che gli causava l'assenza di Nao, perciò, già dopo il secondo giorno da che avevano portato via il piccolo, scelse che la priorità assoluta era stare accanto ad Eijiro in ogni modo possibile: anche lui stava male, ma per piangere e spaccare qualche muro avrebbe avuto tempo dopo che Eijiro si fosse rimesso in piedi, e così in quei giorni gli concesse più contatti fisici come baci o abbracci, gli preparava la cena quando tornava dai turni di lavoro serali e la mattina gli faceva sempre trovare il latte caldo sul tavolo della cucina.
In verità, di tutta quella situazione erano solo due le cose che veramente infastidivano -per non dire terrorizzavano- il Re delle Esplosioni, e la cosa peggiore era non essere capace di attribuirgli un ordine di importanza: ultimamente Kirishima passava molto tempo con Tsume, che, aveva detto egli stesso, considerava ormai il suo migliore amico sul lavoro; la voce di lui aveva ripreso a ronzare con maggiore insistenza nella testa di Bakugou, e quell'ombra dannata era tornata a popolare i suoi incubi.
"Te lo meriti" gli sussurrava nel velo nero della notte. "Allontana tutti. Resta solo come un cane. Te lo meriti" continuava, indiscussa signora del buio.
Ora, il problema principale era il fatto che Bakugou non potesse parlare di quella voce a nessuno, o meglio, non voleva. Era stato costretto a farlo, ai tempi, e ricordava bene ciò che aveva visto negli occhi di chi l'aveva ascoltato: giudizi, un'interminabile, infinita sequela di giudizi uno più negativo dell'altro; volevano tutti dire la loro e tutti se ne fregavano di com'era andata realmente quella vicenda maledetta, tutti se ne fregavano di ciò che Bakugou stesso provava.
Se ne avesse parlato con Kirishima, per quanto lo amasse, il rischio di rivedere quelle mute accuse nei suoi occhi era grande, e proprio perché l'amava Katsuki sapeva che non avrebbe retto una simile situazione con lui. Piuttosto che rischiare di rovinare quel piccolo angolo di mondo felice che era riuscito a ritagliarsi con Eijiro, Bakugou preferiva continuare a portare il proprio perso da solo -come faceva ormai da anni- finché non avesse avuto altra scelta se non parlare.
Per questo la notte, quando si svegliava a causa di un incubo, soffocava il proprio fiato corto nel cuscino o si alzava e si chiudeva in bagno; certe volte Eijiro se ne accorgeva e veniva a bussare e a chiedergli cosa succedesse, lui rispondeva che non era nulla e dopo un po' se ne tornava al letto, a stringere tra le braccia l'uomo che amava e che ancora aveva bisogno di lui.
Andarono avanti così per quasi una settimana: uno annegava nel proprio dolore senza dire niente a nessuno, e facendosi carico, intanto, anche della sofferenza del compagno, che da parte sua cercava di superare la cosa come poteva.
Fortunatamente per entrambi, Eijiro, seppur molto emotivo, era in uomo forte che sapeva anche ricordare le difficoltà ed il passato in generale con un sorriso, e così fece, man mano che il giorno della partenza di Nao si allontanava nel tempo; pian piano più che piangere per la lontananza del bambino, cominciò a costruirsi piccole abitudini quotidiane che gli permettessero di ricordare i bei momenti passati con lui: si fece inviare da Bakugou la foto che aveva scattato loro, teneva sempre pulito lo scaffale dove era stato poggiato il libro di favole, e ogni tanto lui e il compagno facevano una passeggiata o un picnic al parco dove l'avevano portato a giocare.
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Conoscerti ancora una Volta -KiriBaku-
FanfictionLA STORIA SI SVOLGE ALCUNI ANNI DOPO LE VICENDE NARRATE NEL MANGA E NELL'ANIME, QUINDI NON CI SARANNO SPOILER. Uno è un giovane uomo irascibile, a tratti quasi violento; l'altro è irruento, casinista e sempre allegro ai limiti del ridicolo. Due raga...