26.Genitori? (pt 1)

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Katsuki era preoccupato. Dannatamente preoccupato. Anche se in realtà dire che era a un passo dall'esaurimento nervoso era più verosimile.

Il motivo? Semplice: quel fottutissimo idiota di Eijiro non rispondeva al suo cazzo di cellulare! Ed il suo turno in agenzia era terminato da mezz'ora!

Solitamente appena finiva il turno Eijiro lo chiamava e lui lo veniva a prendere, così da evitargli i mezzi, e soprattutto, csì da evitare che Tsume lo riportasse a casa abbracciato alla sua schiena su quella sua dannata moto.

E comunque quando tornava con quel suo amico Eijiro lo avvisava, invece quel giorno niente, caput.

Bakugou si era ripetuto un'infinità di volte che doveva restare calmo, che probabilmente il suo compagno aveva solo avuto un imprevisto ed era esclusivamente per quello che non rispondeva alle sue chiamate, ma poi, ad un certo punto, preso dall'agitazione aveva iniziato a vagare con la fantasia: il pazzoide che aveva sequestrato Kirishima mesi addietro non era ancora stato trovato... e se l'avesse catturato di nuovo? Se lo stesse nuovamente torturando? O magari l'aveva già ucciso!

Quando quest'ultimo pensiero si affacciò alla sua mente il panico fu tale che il ragazzo dovette sedersi sulla prima superficie che trovò disponibile, o sarebbe rovinato al suolo.

Aveva avuto attacchi del genere anche anni fa, qualche tempo dopo aver conosciuto lui, ed i dottori gli avevano consigliato di respirare lentamente e profondamente e di rilassarsi, solo che sta volta nemmeno quello servì a nulla: il terrore che gli incuteva l'eventualità di perdere definitivamente Eijiro era troppo viscerale.

Non si sa come, trovò il tempo di domandarsi ancora quando esattamente quel petardo rosso fosse diventato così importante e fondamentale nella sua vita, e di colpo venne folgorato da una consapevolezza agghiacciante: non lo aveva ancora mai chiamato col suo nome, e forse non avrebbe più potuto farlo.

Ed ecco un altro mancamento.

Poi il rumore della chiave inserita nella serratura della porta di casa.

Nel giro di due secondi Katsuki attraversò il salone e fu all'ingresso; non appena la porta si aprì, si fiondò addosso al proprio ragazzo e lo stritolò in un abbraccio che forse era il più lungo ed intenso che gli avesse mai concesso finora.

Seppellendo il naso nell'incavo del suo collo, si beò della sensazione della sua pelle contro le labbra e del suo odore, mentre tutto il panico di poco prima evaporava lentamente. A quel punto, inevitabile, sopraggiunse la rabbia.

Si staccò da lui, poi: "Voglio sapere perché caz-" non riuscì a terminare la frase, che la mano dell'altro gli tappò la bocca con prepotenza.

Bakugou era incredulo ma anche incazzato il doppio, sentimento che si quintuplicò quando, seguendo lo sguardo del compagno, vide che attaccato alla di lui gamba stava un moccioso con le orecchie da lupo e due enormi occhi spauriti. Cioè, Eijiro gli aveva impedito di urlargli addosso un'unica, innocente parolaccia perché accanto aveva un cavolo di moccioso?! E poi il suddetto moccioso chi cacchio era?!

Kirishima lo spinse dentro casa continuando a tenergli la bocca chiusa per evitare di far ascoltare al bambino una sequela infinita di improperi, imprecazioni e bestemmie varie, poi, quando quest'ultimo l'ebbe seguito dentro gli lanciò un'occhiata eloquente prima di  chiudersi la porta alle spalle: Nao comprese al volo e si defilò in salone, mentre il rosso spinse l'altro ragazzo nella loro camera da letto.

Una volta dentro, chiuse la porta e poi disse: "Se mi giuri che non mi azzanni alla gola levo la mano"

Katsuki annuì, Eijiro lo lasciò andare e si ritrovò con la schiena premuta contro la parete e la mano dell'altro al collo: "Perché cazzo non hai risposto al telefono?"

Conoscerti ancora una Volta -KiriBaku-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora