13.Devo farlo io

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"Allora?!" esordì non appena ebbe aperto la porta.

Izuku, fermo sull'uscio, gli rivolse un sorriso condiscendente: "Mi fai entrare? Sto morendo di freddo"

Katsuki si diede mentalmente una manata sulla faccia: le buone maniere... Ok che era Deku, ma mica poteva lasciarlo a congelare!

Gli fece cenno di entrare, e dopo che quello si fu tolto il giaccone gli indicò con un cenno il grosso salone ed il divano.

Deku si accomodò con movimenti lenti, quasi riverenti in quell'ambiente che non era il suo.

"Come stai?" gli chiese accennando alla fasciatura che spuntava leggermente sotto la maglietta, al livello del petto.

"Come l'altro ieri, Deku. Allora?" fece sbrigativo Bakugou.

"L'abbiamo trovato"

Katsuki, che aveva appena iniziato a poggiare il sedere sul divano accanto all'altro, scatto in piedi come se il cuscino bruciasse.

"Cosa?! Dove?!"

"Calma, Kacchan"

"Calma un cazzo Deku! Dov'è? L'avete recuperato?!"

"Ci sono arrivate segnalazioni di individui sospetti entrare ed uscire da un vecchio palazzo in disuso della periferia, e con il riconoscimento facciale abbiamo identificato il mostro che ha quasi soffocato noi due alle medie"

"Quindi?"

"Perché pensi che un criminale dovrebbe fare sempre tappa fissa in un unico posto, abbandonato tra l'altro?"

Bakugou rifletté sulle parole dell'altro, e quando capì si sentì pericolosamente vicino all'incazzatura del secolo: "Quindi non siete sicuri che Kirishima sia lì!"

"C'è una possibilità ed è meglio di niente, no?" gli fece notare Izuku, sempre calmo e tranquillo persino in quella situazione.

Bakugou non poté che dargli ragione, sebbene per lui una sola possibilità non bastasse affatto: da cinque giorni Izuku passava regolarmente a casa sua e gli riportava gli sviluppi delle ricerche; alcune volte, poi, si tratteneva ed insieme sviluppavano ipotesi sulla base dei video di questa o quella telecamera, o di quel dato tizio visto per strada, ma ogni volta non si era mai arrivati a nulla, e ogni giorno senza risultati era un giorno in meno per Kirishima, lo sapevano bene tutti e due... Era troppo tempo che Kirishima era prigioniero, perciò, Bakugou avrebbe voluto risposte certe, non possibilità effimere come l'aria.

"Quando vi muoverete per salvarlo?" volle sapere.

"Domani, all'alba. Saremo io, Shouto e un gruppo supplementare di eroi dalla mia agenzia" gli spiegò Deku.

"Vengo anche io" intimò Bakugou.

"No" fu la dura replica.

Bakugou strinse i pugni con rabbia: "Non darmi ordini, Nerd di merda"

"Ragiona, Kacchan" disse Midoriya "la tua ferita è ancora fresca, ed è stata quasi mortale: potresti essere d'intralcio alla missione nelle tue attuali condizioni, e ciò andrebbe a discapito di Kirishima stesso"

Deku aveva ragione, e Bakugou lo sapeva. Non c'era una parola da lui pronunciata che non fosse giusta e assennata, e non agire come lui voleva sarebbe stata una scelta puramente egoistica.

Bakugou sapeva tutto questo eppure non poteva non andare, perché gli incubi continuavano da giorni, perché in ognuno di quegli orrendi sogni Kirishima si distruggeva sempre di più ed una parte di sé andava in polvere insieme a lui... e perché, diavolo, non si fidava di chiunque non fosse se stesso. Todoroki e Midoriya erano entrambi fortissimi, e sicuramente lo erano altrettanto gli agenti in loro supporto, ma comunque Bakugou non riusciva a fidarsi abbastanza da affidargli la vita di Eijiro.

Conoscerti ancora una Volta -KiriBaku-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora