28.La sua Unicità

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Eijiro stava ancora finendo di spogliarsi quando Katsuki, già sdraiato sotto le coperte, si decise ad esternare quei pensieri che già da un po' lo turbavano, e che, soprattutto dopo quella singolare giornata, si erano fatti più incalzanti: "Non pensi di esserti affezionato troppo al piccolo?"

Stendendosi accanto a lui, l'altro sospirò: "Lo sapevo che prima o poi avresti tirato fuori questo discorso"

Il tono del rosso non era molto diverso dal solito, ma Bakugou colse comunque la sfumatura di dolore nella sua voce e per un momento si permise di sentirsi egoisticamente fiero di se stesso per essersene accorto. Solo per un momento.

"Eijiro, sai che tra tre giorni verranno a prenderlo, vero?" disse voltandosi totalmente verso di lui.

"Pensi non sia proprio possibile che lo lascino rimanere? Insomma, hai sentito quello che ha detto prima in strada..."

"E' praticamente impossibile e lo sai anche tu. Il fatto che lo abbiano lasciato restare qua fino alla preparazione dei documenti è già un'eccezione, e tu dovresti imparare ad essere un po' più distaccato, per il tuo bene"

"Guardami negli occhi e dimmi che non lo consideri come un figlio anche tu"

E Katsuki lo fece, guardò gli occhi dell'uomo che amava e li vide lucidi di lacrime trattenute. Pensò, per un momento, che mostrarsi più freddo e duro di lui potesse in qualche modo aiutare Eijiro, ma si rese conto l'istante successivo di due fattori fondamentali. Punto primo: mentirgli non sarebbe servito perché Eijiro se ne accorgeva subito, se ciò che gli stava dicendo era una bugia. Punto secondo: lui stesso non possedeva al momento la lucidità mentale necessaria per una balla simile.

Sospirò, e allungò le braccia a stringere Eijiro in un dolce abbraccio, non fidandosi di come sarebbe potuta andare se avesse aperto bocca: lui non era molto bravo a parole.

"Siamo due cretini eh?" disse il rosso. "Com'è possibile arrivare a considerare come un figlio un ragazzino che conosci da due settimane appena?"

"Non ne ho idea, Eijiro... ma non mi sento idiota per essermi affezionato così a lui"

"Nemmeno io in realtà" e si voltò verso Katsuki con un leggero sorriso sulle labra.

"Glielo hai detto, vero, che non sarebbe potuto restare sempre a vivere con noi?"

"Ovviamente. Gliel'hanno detto gli assistenti sociali il giorno che l'ho salvato, e gliel'ho ribadito io qualche tempo dopo. Dopo ci siamo messi a giocare agli eroi e sono riuscito a distrarlo un po': si era davvero rabbuiato..."

"L'importante è che siamo riusciti a farlo stare bene per il tempo che è stato con noi, e poi mancano ancora tre giorni. Vediamo di goderceli"

Il sorriso del rosso sta volta fu pieno e tenero: "Non è da te tutto questo positivismo"

"No, decisamente no, ma sono riuscito a farti sorridere di nuovo"

"E visto che oggi sei così buono, sarebbe un problema continuare ad abbracciarmi così tutta la notte?"

"Non lo è mai stato" rispose Katsuki, poi, dopo aver depositato un casto bacio sulla fronte del compagno e aver lasciato che si sistemasse meglio tra le sua braccia, spense ls luce ed in pochi minuti chiuse gli occhi.

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Kirishma, che dormiva dal lato della porta, si svegliò qualche ora dopo, immerso nel buio della notte e con la sensazione di essere osservato.

Bakugou, davanti a lui, ancora dormiva con le braccia strette intorno al suo corpo, così come gli era stato chiesto un po' per gioco ed un po' seriamente qualche ora prima. Kirishima ne distinse i contorni con facilità, come spesso succedeva: il corpo rilassato, un braccio intorno al suo corpo mentre l'altro era steso per lungo sulla stoffa del cuscino, e la bocca semi aperta, come fanno i bambini.

Conoscerti ancora una Volta -KiriBaku-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora