3.L'ho ucciso

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"Kirishima! Ehi, Kirishima! Rispondi, porca puttana!"

Le grida di Bakugou gli perforarono i timpani ed il cervello come una trivella o un trapano che scavi dentro al muro, riportandolo di colpo alla realtà.

A quel punto si accorse effettivamente del cadavere che aveva tra le braccia, del suo peso... Arrivò persino a fiutare l'odore del sangue, che colandogli lungo la schiena aveva formato una piccola pozza vermiglia alle sue spalle. Non era un cadavere qualsiasi quello, ed il rosso, incredibilmente, se ne rese davvero conto solo quando le urla dell'altro eroe lo svegliarono dalla paralisi in cui era precipitato. Stava abbracciando il cadavere dell'uomo che lui aveva ucciso. Lui, che era un eroe, che avrebbe dovuto salvare le persone, aveva ucciso.

Aveva ucciso.

Aveva ucciso.

Aveva ucciso.

La testa prese a pulsargli come se qualcuno gli stesse tirando pugni alle tempie dall'interno, e quelle due orribili parole, insieme al loro significato ancora più ripugnante, presero a rimbombargli nella testa come un mantra accusatorio, occludendo qualsiasi altro suono o pensiero, rendendogli la mente vuota, ma al contempo dolorosamente piena; il respiro gli si fece mozzo, come se un serpente si stesse avvolgendo in spire letali attorno ai suoi polmoni, mentre il cuore sembrava in procinto di schizzargli fuori dal petto, tanto violentemente batteva. Le gambe gli cedettero come se le ossa fossero state sfilate, ed il rosso finì a terra, in ginocchio.

Avvertendo un senso di bagnato sulle proprie guance, capì di star piangendo, ma non sarebbe stato in grado di dire quando aveva cominciato.

Si ritrovò ad abbracciare il corpo inerte del criminale.

"KIRISHIMAAA!"

Sussultò così violentemente, a quell'urlo furioso, che perse la presa sul cadavere, e quello si piegò di lato in modo innaturale prima di afflosciarsi definitivamente al suolo.

Il ragazzo lo osservò senza muoversi.

"Kirishima, dannazione" gridò ancora Bakugou attraverso il microfono "se mi senti rispondi!"

Stava strillando, ma più che arrabbiato, il suo tono parve disperato. Ammesso che uno come lui si potesse effettivamente disperare.
Fu proprio quel pensiero che, in qualche modo, diede a Kirishima la forza di muovere le dita della mano verso il piccolo apparecchio che aveva agganciato all'orecchio e rispondere.

"Bakugou"

"Finalmente! Che caz-"

"Bakugou" ripetè lui una seconda volta "l'ho ucciso... Il criminale... l'ho ucciso"

Solo quando ebbe finito di parlare si accorse che la voce gli tremava.
Dall'altra parte del microfono non giunse altro che silenzio, e tanto si protrasse che Kirishima pensò, per un momento, di aver soltanto pensato ciò che effettivamente aveva detto.

"Tu hai fatto cosa?"

Katsuki non aveva urlato, sta volta, ed era davvero strano che non l'avesse fatto. Doveva essere davvero incredulo, e Kirishima, per quanto si mordesse le labbra, non fu in grado di trattenere l'ennesimo singhiozzo: "Mi dispiace..."

"Era un criminale"

Il cuore dell'altro si fermò per un secondo a quelle parole.

"Per quanto ne sai potrebbero essercene molti altri tutt'intorno a te. Non è questo il momento di farsi venire i sensi di colpa per feccia del genere. Pensa a catturare gli altri piuttosto, e poi vieni a darmi una mano: questo stronzo è più ostinato del previsto!"

Conoscerti ancora una Volta -KiriBaku-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora