31.Sotto la luce del lampione

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Ormai mancava veramente poco a Natale, e ciò comportava due situazioni principali.

La prima: gente come Bakugou, che ai regali quasi non ci pensava, si ritrovò a dover correre da un negozio all'altro in ogni scampolo di tempo libero, nella speranza di riuscire a comprare tutto in tempo per il 25 di dicembre.

La seconda: la ricerca degli esponenti di quella che sembrava a tutti gli effetti la nuova Lega dei Super Cattivi, e di qualsiasi informazione che la riguardasse si era fatta più serrata che mai; e con essa si erano fatti più duri anche i turni di lavoro delle agenzie.

Il motivo di quest'ultima condizione era chiarissimo a tutti coloro che di professione facevano l'eroe: in nessun altro periodo come in quelli festivi si raggruppavano tante persone in singoli posti. Ancora di più a Natale: ci si radunava con gli amici e coi familiari, nei centri commerciali e nei ristoranti, o nelle case e nei parchi... Insomma, se l'obbiettivo della nuova organizzazione criminale era minare la fiducia del popolo negli eroi e nel governo -come già altri avevano provato a fare molti anni prima- cosa c'era di meglio di una serie di attentati in rapida successione, e che magari coinvolgessero un ampio numero di persone? E quale periodo era più adatto per mettere in pratica i suddetti attentati, se non quello natalizio?

Fortunatamente per i cittadini, le indagini stavano progredendo. Alcuni di quelli che dovevano essere tra i membri più giovani dell'organizzazione erano stati trovati e arrestati grazie a segnalazioni o a loro momenti di distrazione, e ce n'erano poi alcuni che, ultimamente, erano venuti nelle varie agenzie a costituirsi.

Questi ultimi però si erano rifiutati di fornire informazioni precise sui futuri piani e sul luogo dove si trovavano gli altri ed il loro capo, per paura di venire da lui sistemati in futuro; per questo motivo, dopo una riunione generale coi capi di stato era stato deciso di creare un sorta di programma protezione testimoni appositamente per loro, nella speranza che, sentendosi al sicuro, alcuni di loro cominciassero a collaborare.

E così era stato: gli eroi non erano ancora entrati in possesso di informazioni propriamente decisive, ma per lo meno alcuni esperti stavano iniziando a buttare giù una lista dei probabili posti dove l'organizzazione avrebbe potuto avere sede.

Chi invece continuava a sembrare sparito dalla faccia della terra era Hideo.

L'uomo che era con lui mentre Eijiro veniva torturato era stato arrestato da Deku e Shouto, alla fine, ma quando, durante l'interrogatorio, gli era stato detto che se avesse rivelato dove si trovava l'amico avrebbe avuto in premio un sconto della pena, quello era scoppiato a ridere fino a farsi lacrimare gli occhi.

"Voi davvero avete speso mesi a cercare quello squilibrato? A cercare Hideo?" aveva detto.

"Hideo non esiste! Non è mai esistito!" aveva aggiunto poi, continuando a ridere anche quando era stato riportato in cella.

Quello stesso giorno Izuku aveva chiamato Kacchan al telefono e lui si era sentito morire: Hideo era un falso nome, un'identità fittizia... Avevano speso tutto quel tempo e quelle risorse alla ricerca del nulla.

Dunque Eijiro non era ancora al sicuro. Peggio, non lo era mai stato. E nemmeno Nao, quando era stato con loro.

Katsuki informò il compagno di tutto quando, la sera, tornò a casa, e sebbene si fosse aspettato di vedere il rosso cedere allo sconforto -comportamento che sarebbe stato pienamente comprensibile- Eijiro lo stupì reagendo con un lieve sorriso e un'alzata di spalle.

"Bhe, c'è poco da fare. E' stato più furbo di noi"

"Ma come? Non hai paura? Insomma... lo sai che potrebbe ancora volerti uccidere, no?"

Conoscerti ancora una Volta -KiriBaku-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora