18.Posso tenerti la mano?

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Quel viaggio in moto, quel breve lasso di tempo immobile, sembrò durare appena il tempo di un respiro. A Kirishima sembrava di essere salito su quella moto appena qualche secondo addietro, il tempo di un respiro, ma forse nemmeno quello, quando di colpo il motore si arrestò, il veicolo fermo accanto al cancelletto della piccola villa.

Il rosso di colpo ebbe paura: Bakugou non lo aveva detto esplicitamente, ma di fatto quella che stavano per cominciare era una convivenza... Fossero stati semplicemente due amici, com'erano alle superiori, non ci sarebbe stato nessun problema, si sarebbero presi qualche birra la sera, avrebbero condiviso il divano per guardare qualche film e sarebbero andati al lavoro, vicini ma comunque ognuno per conto proprio; solo che Eijiro non poteva più definire il loro rapporto in modo tanto semplice. Non che stessero propriamente insieme, per quello era troppo presto, ma nemmeno erano semplicemente due coinquilini.

Allo stato attuale il rosso avrebbe potuto dire che erano qualcosa a metà tra una coppia e due amici molto intimi, ma quel confine gli sembrava talmente labile e delicato, come uno spago usurato e troppo teso che avrebbe potuto spezzarsi da un momento all'altro.

Una scelta giusta avrebbe potuto portare ad una progressione nel loro nascente rapporto, ma un passo falso avrebbe anche potuto rovinare tutto.

"Ehi, ti si è fuso il culo col sellino?"

Kirishima si riscosse di colpo. Erano fermi già da un po', ma lui, troppo immerso nei propri pensieri, era rimasto abbracciato all'altro ragazzo, che ora lo guardava con un'espressione a metà tra lo scocciato e l'interrogativo.

"Scusa" gli disse, e scese di sella.

Bakugou mise il cavalletto e fece altrettanto, poi rimise apposto i caschi e tirò fuori la borsa del rosso da sotto il sellino.

Percorsero il vialetto d'ingresso l'uno dietro l'altro, ma una volta che la porta fu aperta Katsuki si scostò per dare la precedenza al proprio ospite. Un gesto di insolita gentilezza che non passò inosservato.

"Dove sono le varie stanze lo sai" gli disse appendendo entrambi i loro giacconi all'attaccapanni. "Puoi mettere la tua roba nell'armadio in camera da letto, se vuoi. Io intanto preparo il pranzo"

"Ok..." fece lui, e si avviò, con l'agitazione che già prima l'aveva bloccato a farsi sempre più prorompente nel petto.

"Kirishima" lo richiamò ad un tratto Bakugou, e lui letteralmente si gelò sul posto prima di voltarsi verso di lui. Possibile che già avesse commesso quel fantomatico passo falso?

"Non sei in galera e non ti accoltellerò alle spalle. Rilassati"

"Certo"

Non era mai stato un tipo bravo a nascondere le emozioni, infondo.

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Ci mise poco a sistemare i propri vestiti; la maggior parte del tempo, in realtà, la impiegò nello spostare alcuni dei vestiti di Bakugou, abbandonati nell'armadio nel modo più disordinato possibile.

Stava per mettere apposto la sua ultima camicia, quando un'odore non molto rassicurante lo portò automaticamente a catapultarsi verso la cucina, dove vide Bakugou intento ad apparecchiare la tavola, mentre dalla padella sul fuoco saliva un fumo grigiastro.

All'istante il ragazzo di catapultò verso i fornelli, sollevò la padella e la ripoggiò sul fuoco solo dopo aver abbassato la fiamma al minimo, poi, agguantando un mestolo dal porta posate lì accanto, smosse quel che restava della frittata per cercare di salvare il salvabile.

"Ah, già," gli giunse alle spalle la voce dell'altro "mi ero scordato di dirti che non me la cavo un granché in cucina. Di solito mangio panini o roba simile"

Conoscerti ancora una Volta -KiriBaku-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora