21.Reikoku

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La stanza era completamente immersa nel buio. Non un raggio di sole passava attraverso le serrande completamente chiuse, e persino le tende erano state tirate. In tutto l'ambiente aleggiava un pesante odore di chiuso, insieme a quello pungente dell'alcool.

Una fonte di luce, in verità c'era: era fredda, artificiale, proveniente dallo schermo di un computer sulla cui tastiera qualcuno batteva con una frenesia malata. Oltre al rumore dei tasti violentemente pigiati, solo un risucchio ogni tanto, quando l'uomo sorbiva un sorso dalla bottiglia di vodka che aveva accanto.

Per il resto, quella stanzetta non era altro che silenzio e sudiciume.

Qualcuno aprì la porta di colpo, e l'uomo seduto al computer sussultò e si girò di scatto, colto di sorpresa, poi, quando ebbe visto chi era stato ad entrare, si voltò con noncuranza e tornò al proprio lavoro, non prima di essersi concesso l'ennesimo sorso dalla bottiglia.

L'uomo che era entrato gli si avvicinò, ed osservò da dietro alle sue spalle lo schermo del computer.

"Santo Dio, Hideo... Lo stai ancora cercando?"

"Certo" rispose lui senza smettere di battere sui tasti. "Quel bastardo deve morire" ingiunse poi.

L'altro sospirò: "E' morto infatti. Gli abbiamo annodato una busta di plastica sulla testa, ti ricordi?"

"E' vivo invece" ribatté Hideo. "L'ho visto" aggiunse poi voltandosi sulla sedia fino a guardare l'altro uomo.

"Sì, certo" ribatté scettico quello "l'hai visto quando eri strafatto di coca"

"E' stato un sogno premonitore, Minato!" affermò convinto Hideo, poi trasse l'ennesimo sorso di vodka.

"Ma che cazzo dici? E piantala di bere" e gli strappò la bottiglia di mano.

"Tu piantala di rompermi i coglioni" e si voltò per continuare a cercare.

Kirishima Eijiro. Red Riot.

Quei nomi erano diventati la sua ossessione da quando lo aveva sognato vivo e felice. Vivo e felice mentre il suo fratellino era morto come una bestia.

Lo avrebbe trovato. Prima o poi lo avrebbe trovato e gli avrebbe fatto assaggiare l'inferno in terra.

Fu la voce di Minato a separarlo a quei pensieri: "Tra mezz'ora c'è una riunione di sopra. Vedi di presentarti sta volta o il capo s'incazzerà sul serio"

"Sì, sì" rispose svogliatamente.

"E fatti una doccia: puzzi come una fogna" ingiunse Minato prima di uscire da quella stanza opprimente.

Hideo sbuffò, tornò a girarsi verso lo schermo e mosse il cursore ancora un paio di volte, senza risultato, esattamente come le volte precedenti: da quando aveva sognato che Red Riot era vivo, non aveva fatto altro che cercarlo ben sapendo che sicuramente era stato messo sotto protezione, e decidendo perciò di affidarsi a tutti i siti più loschi esistenti. Ma non c'era stato nulla da fare, qualsiasi sito o metodo di akeraggio usasse i server governativi risultavano sempre inviolabili, e della sua preda ancora nessuna traccia.

Allora aveva pensato di prendere in ostaggio i genitori di Red Riot per costringerlo a venire allo scoperto: sapeva dove abitavano ed erano due vecchi, non gli ci sarebbe voluto tanto a rapirli quindi si era recato a casa loro di notte, ma aveva presto scoperto che anche loro erano sotto protezione e che erano stati trasferiti in un luogo irrintracciabile proprio come l'attuale sistemazione del loro figlio.

Nonostante tutto Hideo non si era dato per vinto -non l'avrebbe mai fatto- e aveva ininterrottamente continuato a cercare, e così avrebbe fatto finché non lo avesse scovato, solo che tra poco ci sarebbe stata quella noiosissima riunione... Non gli andava per niente, ma sapeva che doveva partecipare.

Conoscerti ancora una Volta -KiriBaku-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora