"No."
"In che senso 'no'?"
"Ho detto no." Ribadii con fermezza, scivolando con agilità dalle sue braccia ed allontanandomi di qualche passo.
"Ma non ho ancora detto niente." Levi inclinò la testa, confuso dal mio rifiuto. Si iniziò a massaggiare il mento, scrutandomi dalla testa ai piedi con i suoi occhi da serpente.
"Qualunque cosa tu voglia proporre, no. Non ti pagherò facendo cose disgustose o perverse, te lo scordi." Incrociai le braccia, guardandolo con uno sguardo che non ammetteva repliche. Conoscevo il tono malizioso che il demone aveva usato, e non prometteva niente di buono: era il tono di un maniaco, che avrebbe fatto le richieste più assurde per appagare il suo ego.
"Ma non c'è nulla di male nel lasciarsi andare un po', dolcezza." Disse suadente Levi, avvicinandosi a me fino a sfiorare il mio viso con il suo.
"Di certo non con il mostro senza cuore che ha lasciato indietro un ragazzo ferito e sanguinante." Strinsi i denti, inarcando le sopracciglia con fare arrabbiato. Quella vicinanza mi metteva a disagio, mi rendeva nervosa... strana. Il demone avrebbe potuto prendersi quello che desiderava da me in ogni momento, eppure esistava per qualche strano motivo.
"Parli di quel biondino tutto muscoli? Oh beh, non hai visto come era messo? Era moribondo, senza un arto, sarebbe stato impossibile salvarlo. E se all'ospedale, con il suo ultimo fiato avesse raccontato delle cose da lui viste, saresti finita in grossissimi guai."
"Quindi mi stai dicendo che l'hai fatto per il mio bene, eh? Dovrei tacere il tutto, ignorando il fatto di essere stata la causa della morte di ben quattro persone innocenti?"
"Nessuno è innocente, dolcezza. Abbiamo tutti i nostri piccoli segreti." Il demone afferrò il mio viso tra le sue dita, sfiorandomi le labbra secche e screpolate con un'unghia. I suoi occhi verdi brillavano come fari, ed era come se scrutassero sin dentro la mia anima, mettendo così a nudo ogni mia paura, ogni mia incertezza ed ogni mio segreto. "Dimenticati di loro, ascolta la mia voce e guarda soltanto me. Scordati dei loro visi, delle loro voci, di averli incontrati oggi in questo luogo e di averli visti morire. Sono io colui di cui devi ricordarti, solo io. Il resto è superfluo."
E, come ipnotizzata dai suoi sussurri demoniaci, non potei far altro che annuire e liberare il mio subconscio da quelle immagini spiacevoli e disgustose. Mi sentii la mente svuotata da tutta quella desperazione e la testa infinitamente più leggera: ormai ero sotto il suo incantesimo e, ahimè, non me ne sarei liberata tanto facilmente.
"Brava bambina." Mi elogiò Levi accarezzandomi i capelli, usando lo stesso tono che si usa per parlare ad un moccioso di due anni. "Adesso andiamo a casa, ti va?"
Annuii nuovamente, sospirando. Mi voltai piano, invitandolo a seguirmi: non avrei mai voluto che il demone entrasse in casa mia, eppure ero così assuefatta da lui che mi fu impossibile rifiutare la sua richiesta.
Per tutto il tragitto non me la sentii di proferire parola, era come se fossi intimidita dalla sua presenza e dal suo sguardo perennemente fisso su di me.
La luna era alta in cielo, ormai non vi era più nessuno per le vie della città e tutto taceva come morto. Allungai il passo, con sguardo vigile affinché non ci fosse nessuno nei paraggi, e proseguii nel mio cammino. Ero malconcia, sporca del sangue di Reiner ed il demone che mi stava seguendo fluttuava in aria come un palloncino. Chiunque ci avrebbe sparati a vista, quindi era di vitale importanza che nessuno ci vedesse.
Entrai in casa in punta di piedi, trattenendo il respiro per non fare alcun rumore. Se lui ci avesse sentiti, se si fosse svegliato...
"Che casa orrenda. Ma qualcuno la pulisce mai?" Domandò leggermente schifato il demone, togliendo con un dito la polvere che si era accumulata sulla cassapanca all'ingresso.
"Shhh!" lo zittii con una nota di panico nella voce, afferrandogli la mano. "Non toccare niente e soprattutto non fare rumore. A lui non piace essere svegliato."
"Lui chi?" Levi alzò un sopracciglio, ma non gli diedi tempo di fare altre domande che lo trascinai con me al piano di sopra, in camera mia. Chiusi la porta alle mie spalle, sospirando per il sollievo: anche stavolta non si era accorto di nulla, ed io l'avevo scampata bella.
"Mio padre, vive qui con me." Aprii il lavandino situato nel bagno di camera mia, iniziando a sciacquare via il sangue di Reiner dalle mie braccia, togliendomi persino il mio giubbotto di pelle completamente rosso. Mi levai le scarpe sporche dei resti di quel mostro e le lanciai nel lavandino, infilandomi dei calzini neri. Un volta ripulita da tutto quello schifo ed asciugata, mi stesi sul letto, guardando il soffitto annoiata. "Lui è un grande rompicoglioni, soprattutto se qualcuno interrompe il suo sonnellino."
"Ohhh, ho capito. La nostra signorina ha problemi con il suo papino, non è vero?" Sibilò il demone con la sua solita ironia sadica, iniziando a fluttuare liberamente per tutta la mia stanza e ad afferrare tutti i miei oggetti per esaminarli. "E dimmi, ti insulta? Ti picchia? Oppure anche dell'altro?"
"Questi non sono cazzi tuoi." Ringhiai infastidita dalla sua insolenza, levandogli dalle mani una statuetta in porcellana che aveva appena preso dal mio comodino.
"Uhhhh, e lei chi è?" Chiese nuovamente il demone, sbirciando in uno dei miei cassetti ed afferrando una fotografia che ritraeva una donna bella e nel fiore degli anni, con dei lunghissimi capelli rossi come papaveri ed un sorriso casto e gentile.
"Fai silenzio e smettila di curiosare tra la mia roba, stupido pezzo di-"
"Come sei noiosa. Davvero tanto noiosa." Sbuffò Levi sedendosi accanto a me ed accogliendomi all'improvviso tra le sue braccia forti e possenti. "Tuttavia potremmo ammazzare un po' il tempo e trovare un modo per divertirci."
"Ehm, no grazie." Rifiutai subito dopo, scostandomi il demone di dosso e cercando di capire per quale cavolo di motivo gli avevo permesso di entrare in casa mia. "Non credo di volermi divertire con te, sei inquientante."
"Ma è proprio questo che ti piace di me." Continuò Levi con malizia, facendomi stendere sul letto con delicatezza e mettendosi a cavalcioni su di me. Mi stampò un piccolo bacio umido sul collo, per poi guardarmi con quei suoi occhi pieni di desiderio che mi mandavano ogni volta fuori di testa. "Sei arrossita, (Y/N)."
"Di sicuro non a causa di un rifiuto come te." Tuttavia, prima che potessi continuare con la valanga di insulti molto coloriti che mi ero preparata, mi ritrovai con le labbra incollate alle sue, a baciarlo prepotentemente ed in preda al desiderio di sentirlo dentro di me.
"Non c'è niente di male nel volersi lasciare andare un po', (Y/N)." Ripetè ancora una volta, stringendomi dolcemente la mano destra e carezzandomi la guancia con l'altra. "Chiudi gli occhi e rilassati: ti porterò con me in Paradiso"
Angolo Autrice
La prossima parte è una lemon, sperando che non mi bannino la storia da Wattpad.
Ditelo che la aspettavate, porcelline. Ihihih.
Zia Cry esaudirà ogni vostro desiderio. Eeeee niente, alla prossima ;)
P.s. vi spammo questa canzone che sicuramente conoscerete tutte.
E niente, pensavo si abbinasse bene a questa storia. Ciao!
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Metal Claws - (Lemon) Levi Ackerman X Reader
Fanfiction(Y/N) è una ragazza triste, grigia, completamente vuota. Non è apparentemente spinta o animata da nessuna passione, il che rende ancor più deprimente la sua esistenza. Questo fino a quando non incontra Levi, un antico demone dall'aspetto di un sensu...