Aprii gli occhi al suono della sveglia, allungando le braccia per stiracchiarmi, ma Levi non era più accanto a me e il mio letto sembrava così vuoto e freddo senza di lui.
Mi lavai e mi cambiai i vestiti, tuttavia di scendere al piano di sotto per fare colazione non se ne parlava proprio: mio padre poteva essersi svegliato ed incontrarlo per casa era l'ultima cosa che desideravo, dunque optai per una teatrale fuga dalla finestra in stile "adolescente pazza che scappa di casa".
Afferrai il mio zaino che conteneva giusto giusto un borsellino e qualche quaderno e iniziai a calarmi giù dalla finestra senza fare troppo rumore. Camminai sul tetto trattenendo il respiro, stando attenta ad ogni mio singolo movimento e non appena toccai il suolo, iniziai a correre verso scuola come una forsennata.
Durante il tragitto il cuore mi battè forte, quasi come se volesse uscirmi dal petto, mentre nella mia testa si accavallarono le immagini ovattate della sera precedente: io e Levi, noi due avevamo...
Le guance mi diventarono rosse non appena iniziai a pensare a quelle cose, tuttavia dovevo ammettere che il tutto era stato al di sopra delle mie aspettative: quel demone mi aveva fatto star bene per una notte, mi aveva fatto dimenticare di tutti i problemi del mondo e soprattutto mi aveva fatta sentire amata ed apprezzata. Quell'illusione che Levi mi aveva donato era la cosa più bella che mi fosse capitata dopo molto tempo, ma non glielo avrei mai detto per evitare di mostrarmi debole davanti ai suoi occhi.
Arrivai appena in tempo a scuola, sedendomi silenziosamente al mio banco: intorno a me si respirava un'aria pesante, le persone non la smettevano di parlottare di qualcosa e nessuno aveva sul viso un'espressione allegra.
"Hai sentito anche tu?" Domandò sottovoce Armin, un ragazzo biondo e minuto che aveva il brutto vizio di ficcare il naso ovunque. "Pare che ieri sera Ymir, Historia, Bertholdt e Reiner non siano tornati a casa."
"Lo sai come sono fatti quei quattro." Replicò in tono annoiato la sua compagna di banco, Mikasa, scostandosi una ciocca dei suoi meravigliosi capelli corvini dal volto. "Saranno in qualche discarica a bere litri e litri di alcool come fanno ogni volta, torneranno a casa."
"E se non tornassero?" Chiese il biondo in tono preoccupato, sgranando quei suoi bellissimi occhi cerulei che gli avevo sempre invidiato. "Sono irresponsabili, sì, ma fino ad un certo punto. Non si erano mai spinti così lontano, ho paura che siano scappati di casa, o peggio: qualcuno potrebbe aver fatto loro qualcosa!"
"Ti preoccupi troppo per quei quattro drogatelli, torneranno a casa." Disse Mikasa con tono gelido, guardando con occhi vuoti il muro davanti a sé.
"Lo spero proprio, Mikasa."
Strinsi il pugno ed i denti, abbassando la testa per non incrociare lo sguardo di nessuno. Quei quattro erano morti e sepolti, nessuno avrebbe mai più ritrovato i loro corpi perché quello schifoso demone di Eren li aveva martoriati uno dopo l'altro.
Era davvero un peccato che quelle quattro giovani vite si fossero spezzate in quel modo, ma la cosa che mi faceva stare più male era che forse, se non fossi mai andata con loro, probabilmente Eren non li avrebbe mai attaccati e forse sarebbero ancora vivi.
Scacciai dalla mia testa quei pensieri infausti e tentai di concentrarmi: un nuovo giorno di scuola stava per iniziare e non potevo permettermi di essere disattenta. In qualche modo avrei dovuto dimenticarmi di quella brutta avventura, ma ancora non sapevo in che modo.
***
"Un attimo e arrivo!" Esclamai trafelata, cercando di cambiarmi d'abito il prima possibile. Ero rimasta così assorta nei miei pensieri da non accorgermi che era appena arrivata l'ora di scienze motorie. Le altre ragazze della mia classe si erano già cambiate, lasciandomi indietro come delle bastarde.
Entrai un attimo in uno dei tantissimi bagni per cambiarmi la maglia con la tuta della felpa, quando sentii una presenza dietro di me.
"Bu!" Disse qualcuno all'improvviso ed io lanciai un piccolo gridolino di sorpresa, coprendomi imbarazzata il corpo con la tuta.
"Non coprirti davanti a me, bellezza, sarebbe quasi un insulto. E poi ti ho già vista come mamma ti ha fatta, dunque..." Un certo demone mi bloccò contro il muro con un braccio, guardandomi maliziosamente con i suoi occhi verdi e luminescenti. "Dunque è questo il posto dove studi, eh (Y/N)? Carino, anche se mi aspettavo di peggio da un paesino sperduto e desolato come questo."
"Levi, cosa ci fai qui?" Domandai con una nota di panico nella voce, sorpresa nel vedere il demone all'interno della mia scuola.
"Mi mancavi, dolcezza, dunque sono venuto sin qui per vederti." Ammise Levi con uno strano sorriso, afferrandomi entrambe le braccia e bloccandomi contro il muro. "Ieri sera è stato favoloso, ho amato ogni tua reazione. Era davvero da tempo che non godevo così tanto."
"Beh, ne parleremo dopo di quello." Tentai di sottrarmi dalla sua presa con le guance rosse, mordendomi il labbro in preda al panico e all'imbarazzo. "Adesso ho lezione, non posso trattenermi più di tanto oppure rischio di essere sgridata."
"Allora ti prometto che sarà la sgridata più bella della tua vita. Dai, divertiti un po' con me, sarò veloce come un lampo." Sussurrò il demone con la sua voce ammaliatrice, infilando una mano dentro le mie mutande ed iniziando a massaggiarmi. "Sei davvero una porca, (Y/N): perennemente bagnata per me."
"Finiscila, guarda che non voglio essere sgridata a causa tua." Ansimai sottovoce, tentando di allontanarlo da me e fallendo miseramente nell'impresa. Inarcai di poco la schiena, gemendo ad ogni suo tocco: quel maniaco sapeva davvero bene come far bagnare una ragazza.
"Te l'ho detto: farò in fretta ma l'effetto sarà lo stesso di ieri sera." E, prima che potessi replicare, Levi entrò dentro di me con tutta la sua lunghezza. Mi venne spontaneo lanciare un gridolino di piacere, ma il demone fece in tempo a soffocare tutto con un suo bacio.
Iniziò a muoversi in maniera abbastanza sostenuta, avvicinando le sue labbra al mio collo per morderlo, baciarlo e succhiarlo. Mi palpò delicatamente il seno mentre aumentava pian piano la velocità delle spinte.
"Come faccio a resisterti, (Y/N)?" Domandò in preda al piacere, sentendosi quasi all'apice. Mi strinse forte tra le sue braccia, spingendo dentro di me sempre di più, toccando ripetute volte il mio punto più sensibile. "Mi sento così bene dentro di te, a tal punto che non vorrei mai smettere. Oh, (Y/N)..."
Pochi attimi dopo raggiunsi finalmente il climax, piantandogli le unghie nella carne per ringraziarlo di questa piccola sorpresina che mi aveva fatto. Levi grugnì dal dolore, lasciandomi a sua volta un segno violaceo sul collo con i denti, per poi venire dopo un paio di spinte e svuotarsi dentro di me.
"Sei un animale." Fu l'unica cosa che riuscii a dire mentre riprendevo fiato, distrutta ma felice di averlo fatto nuovamente con lui.
"Un animale impazzito a causa tua." Replicò lui per poi stamparmi un bacio sulle labbra e dissolversi in una nube di fumo nero come la morte.
Angolo Autrice
Quando hai gli ormoni a mille ed ormai scrivi solo ed unicamente p0rn0.
Eeee niente, capitolo scritto di getto per non lasciarvi a bocca asciutta, spero tanto che vi sia piaciuto :')
Grazie di tutti i commenti carini che sto ricevendo, vi voglio davvero un bene dell'anima!
Bye, alla prossima!
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Metal Claws - (Lemon) Levi Ackerman X Reader
Fanfiction(Y/N) è una ragazza triste, grigia, completamente vuota. Non è apparentemente spinta o animata da nessuna passione, il che rende ancor più deprimente la sua esistenza. Questo fino a quando non incontra Levi, un antico demone dall'aspetto di un sensu...