26. Scars inside my soul

4.2K 297 160
                                    

"Metal Claws, Metal Claws! È la fonte di salvezza, nel suo cuor vi è la purezza~" canticchiò in maniera inquietante una voce sottile come il cinguettio di un uccellino, mentre un'ombra si spostava rapida di vicolo in vicolo. "Metal Claws, che bel nome! Lui ci aiuterà eccome! I cattivi punirà e il male fermerà! Con i suoi artigli argentati compierà tanti attentati. Corre lesto come il vento, scaccia il male, è un portento!"

Davanti alla figura nera vi era soltanto il sangue, la morte e la disperazione: Metal Claws aveva mietuto una nuova vittima, stavolta un uomo di mezz'età così ubriaco da non rendersi nemmeno conto di quello che stesse accadendo intorno a lui. Fece roteare gli artigli  insanguinati per aria, ammirando con orgoglio il suo operato: costruire quella piccola e letale macchina di morte lo aveva tenuto sveglio per giorni e giorni, ma tutto quel lavoro ne era valso la pena. Si era dannato per trovare e levigare in maniera adeguata i pezzi d'argenteria necessari, arrivando a tagliarsi più volte persino le dita, ma finalmente era riuscito a costruire un qualcosa di speciale che l'avrebbe contraddistinto per sempre.

La polizia era già sulle sue tracce, ma i cittadini non erano ancora stati messi al corrente circa la sua esistenza: "È per non far scatenare il panico in città" avevano ribadito le forze dell'ordine, ma la verità era un'altra.
Metal Claws era un tipo irrazionale, imprevedibile; uccideva persone apparentemente scollegate fra di loro, con una cura tale da non lasciare mai alcun indizio sulla scena del crimine, se non dei profondi tagli dall'aspetto di artigli. Se qualcuno avesse fatto trapelare la notizia della sua esistenza, nessuno avrebbe potuto prevedere la prossima mossa del killer: si sarebbe arrabbiato, iniziando così a mietere il doppio delle vittime? Oppure sarebbe rimasto con il sangue freddo, continuando così il suo operato senza alcuna variazione?

Nessuno poteva predirlo, ecco perché i cittadini non erano stati messi in guardia. Certo, la notte avevano iniziato a circolare più pattuglie della polizia per le strade nel tentativo di limitare gli omicidi, ma niente che potesse dare troppo nell'occhio.

Se Metal Claws avesse avuto modo di sentirsi come un topo in trappola, probabilmente avrebbe smesso per un po' di uccidere, rendendosi così irrintracciabile. E poi, quando il suo ricordo sarebbe stato ormai lontano, avrebbe finalmente colpito di nuovo. E così per sempre.

La polizia poteva soltanto aspettare in silenzio che il killer facesse un piccolo errore in uno dei suoi soliti omicidi, rivelando così la sua vera identità.
Ah, se solo avessero saputo che il temibile killer era in realtà qualcuno di insospettabile...

***

(Y/N)'s pov

Levi continuò a trasportare il mio corpo stanco per parecchie decine di metri, avendo l'accortezza di stringermi in maniera delicata per non farmi troppo male. Avevo la strana sensazione che qualcuno ci stesse osservando, eppure decisi di non darci troppo peso: probabilmente era soltanto una mia stupida impressione, niente di più.

"Tutto bene, (Y/N)?" Domandò con inaspettata dolcezza il demone, guardandomi dritto negli occhi con uno sguardo triste e malinconico. Dopotutto avevo appena visto il cadavere di mio padre in casa mia, era ovvio che fossi scossa: la cosa che però mi sembrava più strana era il modo di fare di Levi, che sembrava quasi paterno.

"Sì, io... Io sto bene. Voglio soltanto andarmene via di qui e dimenticare tutto quello che ho visto in quella casa." Sussurrai con un filo di voce, stringendomi forte a lui come se stessi cercando una qualche sorta di conforto.

"Non devi fingere, non con me. È comprensibile che tu non stia a posto dopo quello che hai visto." Levi era comprensivo, quasi malinconico mentre diceva quelle parole. Sembrava quasi come se si stesse aspettando una risposta ben specifica da me, un qualcosa che probabilmente non sarei mai stata in grado di ammette di mia spontanea volontà.

"Non sono scossa, ho visto di peggio in questi ultimi tempi, ad esempio il cadavere dilaniato di Ymir. Era una così bella ragazza, eppure è andata via così presto. E purtroppo non è stata l'unica: molti altri innocenti sono morti prima e dopo di lei, e io ho non ho potuto fare niente per aiutarli." Strinsi il pugno, quasi come se quelle parole mi facessero male al cuore, e continuai a sputare fuori le parole quasi a fatica. "È questo il dramma di essere umani, purtroppo: non si è mai abbastanza forti per proteggere le persone che si amano. Invidio così tanto voi demoni, voi che potete fare tutto ciò che volete senza mai ferirvi dentro l'animo."

"Questa è solo una stupida favoletta che vi siete inventati voi umani." Fu la secca risposta del demone, che incrociò le braccia in maniera quasi ostile, come se si fosse offeso a causa delle mie parole troppo audaci. "Anche un demone è capace di amare, e la cosa può ferirlo perennemente. Noi demoni abbiamo un cuore: è piccolo, freddo, un po' atrofizzato, ma c'è. E basta veramente poco per distruggerlo del tutto, sai? L'amore è un'arma a doppio taglio anche per noi: ferisce e cura, rende felici e infelici, ci fa sorridere e ci fa piangere. Dopotutto, mia cara, questo è il bello d'amare."

"Non sapevo potessi essere così fragile." Fu l'unica cosa che riuscii a dire, spiazzata da quella confessione tanto inaspettata.

"Tutti lo siamo, dolcezza." Levi mi guardò dritto negli occhi, facendosi serio all'improvviso. Si avvicinò di qualche passo, senza mai distogliere lo sguardo da me e mordendosi il labbro nel frattempo. "Devo farti una domanda, e voglio che tu sia sincera quando risponderai."

Mi misi sull'attenti, un po' spaventata da tutta quella serietà. "Come vuoi, Levi."

"Chi ha ucciso tuo padre?"

"Reiner, mi sembra ovvio." Se quello era uno scherzo, allora non mi stava piacendo. Tuttavia, quando lo guardai negli occhi, capii che non stava assolutamente scherzando riguardo a quella faccenda: era serio. Dannatamente serio.

"Impossibile, era già morto prima." Il demone strinse forte il pugno, guardandomi ancora più intensamente di prima. "La puzza di marcio si sentiva in casa tua già da tanto tempo, ma era così flebile che quasi non ci feci caso. Tuo padre è stato ucciso da qualcuno che gli ha reciso di netto la carotide con una precisione chirurgica; se fosse stato Reiner, come minimo gli sarebbe saltata via la testa. Reiner non ha ucciso quell'uomo, lui era già morto da moltissimo tempo."

"Cosa stai dicendo, Levi? Ti sembra forse uno scherzo da fare?" Domandai con fare perplesso, quasi irritata da tanta irriverenza.

"Non sto scherzando, (Y/N)." Sibilò con tono triste il demone, senza mai perdermi di vista nemmeno per un secondo. "A uccidere quell'uomo sei stata tu!"

Metal Claws - (Lemon) Levi Ackerman X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora