25. Don't touch her

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"E va bene, ragazzino. Se vuoi morire, allora morirai."

Reiner probabilmente neanche mi sentì, era troppo impegnato a cercare di manovrare quella mostruosità che aveva al posto del braccio destro per darmi retta. Cercò di colpirmi più e più volte, ma prontamente schivai ogni colpo, agile e scattante come solo un vero demone poteva essere.

"Ti ammazzo, brutto stronzo!" Sbraitò con gli occhi desiderosi del mio sangue, colpendo un mobile e facendolo cadere per terra. In risposta   sferrai un calcio, che andò a segno proprio sul suo naso.

Reiner mi rivolse uno sguardo assassino, iniziando a ringhiarmi contro esattamente come un animale. Era così patetico che dovetti trattenermi parecchio per non scoppiare a ridere. "È questo il meglio che sai fare?"

"Lo scontro non è ancora iniziato, vedrai presto ciò di cui sono capace."

"Reiner!" Esclamò all'improvviso una voce femminile, e l'ultima persona che avrei voluto vedere apparve dal nulla, con la bocca spalancata dallo stupore.

(Y/N)'s Pov

Guardai con terrore la scena che si prospettava davanti a me: Levi sul punto di arrabbiarsi che fronteggiava una strana creatura molto simile ad un demone. Osservai meglio l'essere, cercando di guardare al di là delle ferite sanguinanti e di quei strani viticci scuri che gli ricoprivano il braccio come dei rampicanti, e ciò che vidi mi fece rimanere a bocca aperta: quel mostro era Reiner, il ragazzo antipatico e sempre arrabbiato che era stato ucciso dal demone Eren nella grotta. "Come puoi essere ancora vivo?"

"Mia cara (Y/N)" fece il biondo con tono mellifluo, allargando le braccia come per mimare un abbraccio. "Per tutto questo tempo non ho mai smesso di pensare a te. Tu mi hai salvato la vita, nonostante fossi stato un vero bastardo con te, e saresti anche riuscita a salvarmi, se non fosse stato per questo disgustoso serpente che mi ha lasciato in quel buco a morire."

"T-tu eri..." Sussurrai con un filo di voce, poggiandomi alla parete per il troppo shock.

"Ero ancora vivo quando ve ne siete andati. Eren, in fin di vita a causa della battaglia, tentò di rubare il mio corpo per poter sopravvivere, ma la mia coscienza prevalse sul suo potere, evitandogli così di prendersi la mia anima." Reiner agitò quei suoi disgustosi viticci nella mia direzione, facendoli guizzare come sanguisughe. "È come se mi fossi fuso con lui, ma non devi farti ingannare dal mio aspetto; in fondo sono sempre io, il ragazzo codardo che tu hai tentato di salvare."

"Non toccarla." Ordinò Levi con un tono così gelido da far venire i brividi, afferrando un paio dei suoi prolungamenti, spezzandoli senza alcuna pietà.

"Lei non è tua, non fare l'idiota. Tu sei solo uno sporco mostro dall'aspetto umano, nessuno potrebbe mai volerti." Reiner ridacchiò con fare sadico e, in un momento di distrazione, ne approfittò per scattare in avanti ed afferrarmi. Mi guardò per un secondo negli occhi, respirando profondamente, e poi mi baciò sulle labbra stringendoni forte a sè. "Io sono quello di cui hai bisogno, (Y/N), potrei farti vivere la vita che hai sempre desiderato."

"Ho detto di non toccarla!" Sibilò arrabbiato Levi, spazzando via in due secondi tutte le possibilità di vittoria del mezzo-demone, tranciandogli di netto la testa. Quello che uscì dal suo collo non fu sangue, ma una strana sostanza nerastra molto più simile al petrolio: Reiner probabilmente non era più neanche umano, era diventato soltanto una marionetta di sé stesso, incapace di provare veramente anche il più piccolo dei sentimenti.

"(Y/N), stai bene?" Mi domandò subito dopo il demone, stringendomi forte tra le sue braccia per cercare di consolarmi. Il mio corpo tremava quasi come una foglia mossa dal vento, ed ero così scossa che non riuscii a spiccicare neanche una parola. "Tranquilla, mia cara, il pericolo è passato. Nessuno ti farà mai del male finché ci sarò io con te."

"Quello è mio padre..." Sussurrai con l'ultimo filo di voce che mi era rimasto, indicando con un dito l'uomo ormai deceduto che si trovava sulla poltrona del soggiorno. Levi mi strinse ancora più forte, quasi come se volesse liberare la mia mente da quelle immagini spiacevoli, poi mi prese in braccio e si incamminò fuori dalla casa, accarezzandomi la testa per cercare di calmarmi.

"Ce ne andiamo nella mia villetta per riposarci, okay? Domani sarà un altro giorno e ci dimenticheremo di questa brutta disavventura." Sibilò in tono pacato, mostrandosi estremamente gentile e comprensivo nei miei confronti. Levi aveva probabilmente delle grosse difficoltà a comprendere alcuni sentimenti umani, ma stava provando con tutto sé stesso a tranquillizzarmi, il che era davvero dolce.

Sforzai un sorriso, mentre una lacrima dispettosa sfuggì al mio controllo, scivolandomi giù dall'occhio sinistro. Era ormai da anni che non piangevo e la cosa mi faceva davvero arrabbiare: odiavo piangere con tutta me stessa, soprattutto se le mie lacrime erano sprecate per un uomo che aveva fatto veramente poco per me in tutti quegli anni.

Ma, dopotutto, andava bene così. Piangere è umano, e forse quella lacrima era l'unico barlume di umanità che era comparso dopo moltissimo tempo.

Continuammo il nostro viaggio in silenzio, con Levi che di tanto in tanto mi stringeva a sè con dolcezza, totalmente inconsapevoli di essere stati osservati da Metal Claws per tutto il tempo.

Angolo Autrice

Ciao ragazzi, come va?

Io sto scrivendo una nuova storia, per adesso è in bozze. È un racconto d'amore omosessuale, che parla di un servitore venduto come schiavo e di un Principe che si innamorano, spero presto di poterlo pubblicare qui su Wattpad.

Alla prossima, allora!

Metal Claws - (Lemon) Levi Ackerman X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora