Levi's P.o.v.
"Evvai!" Esclamai vittorioso quando il sassolino che avevo appena lanciato nello stagno colpì una ninfea a dieci metri da me, facendola sprofondare completamente in acqua.
Una ranocchia velenosa balzò fuori dalle acque verdi e stagnanti, posandosi timidamente sul mio piede, quasi come se si aspettasse di essere scacciata via; era inaudito che una creatura tanto bella e minuta fosse odiata e temuta da molti esseri umani.
"Ciao piccolina, non avere paura." Dissi con tono tranquillizzante, ponendo le mani a coppa per permettere all'animaletto di salire. "Non voglio scacciarti come farebbero gli esseri umani, io sono immune al tuo veleno."
La ranocchia gracidò compiaciuta, facendosi piccola piccola nelle mie mani quasi come se si stesse godendo il momento: nessuno oltre a me l'avrebbe mai più avvicinata, e tutto questo solo perché era nata in quel modo; una piccola, povera rana velenosa che non avrebbe mai combinato niente di buono.
"Sai, anche io sono come te." Sussurrai in tono del tutto confidenziale, accarezzandola sul dorso con un dito. "Nei miei denti c'è il veleno, ho ucciso così tante persone senza volerlo che adesso ci ho fatto l'abitudine. La gente è spaventata da quelli come noi perché si sente impotente ed indifesa, nessuno proverebbe mai ad avvicinarsi per paura di rimetterci la vita."
L'animaletto mi guardò dritto negli occhi, inclinando di poco la testa. Era quasi come se mi capisse veramente e mi stesse incitando a continuare il mio discorso. "Eppure quella ragazza non si è mai spaventata. Sin dal principio mi ha trattato esattamente come un essere umano e non come il mostro che sono. Oggi ho rischiato di perderla, sai? Per un mio stupido errore lei stava per morire, e se fosse accaduto non me lo sarei mai perdonato. Sono forse diventato scemo? Sin dalla notte dei tempi io ho ucciso e massacrato gente innocente... E allora perché mi faccio questi problemi pensando lei?" Sorrisi malinconicamente, perdendomi nel verde scuro dello specchio d'acqua che mi ritrovavo di fronte, mentre la rana ne approfittò per saltare via dalle mie mani.
"Già, parlo proprio come se tu mi capissi. Mi dispiace averti annoiato con il mio stupido monologo, ma ne avevo bisogno." L'anfibio scomparì nelle profondità dello stagno in meno di un millisecondo, senza neanche degnarsi di voltarsi per un ultimo saluto.
"Forse è meglio che io vada." Conclusi infine, raccogliendo l'ennesimo sasso per poi lanciarlo pigramente in acqua.
C'erano delle cose che dovevo ancora fare e non potevo più permettermi di bighellonare senza una meta in giro per il bosco.***
Arrivato nei pressi della casa di (Y/N), uno strano odore attirò la mia attenzione. Avevo già avvertito quel fetore, ma stavolta era così nauseante da provocare conati di vomito persino a un demone come me.
"Cosa può essere successo?" Sussurrai tenendomi il mento tra le mani, scrutando dentro le finestre della casa per poter trovare una possibile risposta. "Siamo stati via soltanto per un giorno, cosa può essere successo?"
Mi avvicinai con circospezione all'edificio, tirando su il naso per captare meglio gli odori. "Non c'è alcun dubbio: questa è puzza di marcio e viene direttamente da quella casa."
Mi intrufolai dentro l'abitazione, silenzioso come un ninja, guardando scrupolosamente dentro ogni stanza per scovare quel qualcosa di tanto maleodorante che continuava ad apportare l'aria.
Entrai in soggiorno, dove trovai finalmente la fonte di tutto quel marciume: buttato su una poltroncina al centro della stanza vi era un uomo vestito soltanto con un paio di pantaloni sporchi ed una canotta bianca e unta. La sua gola mozzata lasciava intravedere la carotide, ed il sangue fuoriuscito era così denso e rappreso da sembrare nero."Oh, Levi. Non ti credevo così schizzinoso da disgustarti per un cadavere in decomposizione." Sibilò una voce profonda ma estremamente familiare, quando una figura imponente entrò in camera. Gli occhi dorati della creatura si posarono su di me, guardandomi con astio e ribrezzo. "Sei davvero uno schifoso e viscido serpente."
"Tu eri morto!" Gli occhi mi si sgranarono per lo stupore: davanti a me c'era lo stesso ragazzo che avevo incontrato nella caverna di Eren, tuttavia stavolta aveva qualcosa di diverso. I suoi lineamenti duri e i suoi capelli biondi erano rimasti praticamente gli stessi, ma nei suoi occhi dorati scintillava un sentimento di morte e di distruzione. Il suo braccio destro, inoltre, era stato mozzato e sostituito con una miriade infinita di disgustosi viticci molto simili ad alghe nere.
"Reiner non muore così facilmente, sai? Sono tornato per riprendermi (Y/N) una volta per tutte e per castigare te, lurido demone che mi ha lasciato a morire nelle mani di quello schifoso rettile." Il nuovo braccio di Reiner saettò in avanti, allungandosi in maniera da colpirmi. Saltai di lato, scansando l'attacco che invece colpì il muro, distruggendolo parzialmente.
"Cavolo, sei forte." Constatai osservando l'ingente danno che quel mostro aveva provocato alla parete. "Reiner, giusto? Perché non cerchiamo di dimenticare il nostro passato poco glorioso e non iniziamo insieme un nuovo decennio di pace e prosperità?"
Reiner tentò nuovamente di colpirmi con quei disgustosi viticci, gettandomi in faccia pezzi di calcinacci e altri mobili che si trovavano in quella stanza. "Beh, lo prenderò per un 'no'. Ma toglimi una curiosità... I tuoi occhi prima non erano di quel dorato così acceso, o mi sbaglio?"
"Questi sono gli occhi di Eren Jaeger. Glieli ho presi mentre lo ammazzavo, diventando io stesso un demone."
"Balle, tu non potrai mai diventare un demone. Sei solo un disgustoso essere umano e il solo provare a diventare un demone ti farebbe marcire tutti gli arti: guarda ad esempio quello schifo che hai al posto del braccio; sta cadendo a pezzi a causa del marciume e presto smetterà per sempre di funzionare."
"Beh, forse perderò per sempre l'uso del braccio. O forse no. Nel frattempo voglio distruggerti lo stesso, quindi mi farò bastare il poco tempo che mi rimane per farti rimpiangere di avermi lasciato a morire."
Reiner si scrocchiò le ossa del collo, guardandomi negli occhi con un espressione seria e letale, quasi come se stesse già pregustando di uccidermi e poi danzare sul mio cadavere.
Lo guardai a mia volta con aria di sufficienza: quello non era più neanche lontanamente umano, aveva perso tutti i suoi sentimenti fondendosi con il poco che restava di Eren. Quasi provai pena per lui, dopotutto non sapeva nemmeno di cosa fossero veramente capaci i demoni come me.
Il mio viso si contorse in un espressione sadica, mentre già pregustavo quello scontro. "E va bene, ragazzino. Se vuoi morire, allora morirai."
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Metal Claws - (Lemon) Levi Ackerman X Reader
Fanfiction(Y/N) è una ragazza triste, grigia, completamente vuota. Non è apparentemente spinta o animata da nessuna passione, il che rende ancor più deprimente la sua esistenza. Questo fino a quando non incontra Levi, un antico demone dall'aspetto di un sensu...