Non è cambiata, la mia città è rimasta tale e quale a come l'avevo lasciata, come se in tutto questo tempo senza di me il tempo si fosse fermato.
Mi ritrovo, dopo ben cinque anni, nella città eterna: eterne sono le sue strade, eterni sono i segnali scritti da qualche teppista, eterni sono i suoi mille profumi, eterni sono i suoi mille occhi.
Roma, la mia città. Dopo cinque anni passati nell'ombra, finalmente sono ritornata alla luce del sole.
Dafne Rainaldi è tornata.
Cinque anni lontana dal mio luogo natio, cinque anni in cui sono scappata da me stessa.
Completamente diversa, oggi ho un aspetto nuovo e del tutto opposto a quello di un tempo.
La Dafne indecisa sulla vita e su tutto ciò che la circonda è sparita per lasciare posto a una ragazza forte e sicura di sé.
Molti potrebbero vedermi come un'anonima ragazza abbastanza alta dai lunghi capelli castani. Alcuni per via del mio sorriso sempre presente sul mio viso potrebbero pensare addirittura che io sia felice; alcuni nel vedere il mio conto in banca potrebbero pensare a quanto io sia fortunata. Chi guarda i miei grandi occhi scuri, però, può solo vedere le mie insicurezze e le mie paure.
Perché gli occhi non mentono mai. Ho imparato a mentire e a sorridere sempre, ma gli occhi non riescono ad obbedirmi: fanno trasparire tutto il dolore che ho provato e che sto provando.
Sono forte ormai. La mia corazza, costruita con cura e minuzia, è solida e non dovrà essere scalfita mai più.
Ho atteso, ho atteso per anni. Ho aspettato cinque anni per essere ciò che sono.
Ho lasciato da parte il passato e sono riuscita a lasciarlo chiuso in un cassetto remoto del mio cuore.
I miei mostri sono stati domati e ora ho voglia di cominciare a vivere.
Vivere per davvero.
Il vento scompiglia i miei lunghi capelli e il sole irradia la mia pelle bianca. Chiudo gli occhi e respiro profondamente.
Eccolo qui, davanti a me, il mio nuovo rifugio. Il mio porto sicuro.
Il problema è cercare di sembrare forte. La vita mi ha insegnano che più sei debole e più ti prendono di mira.
Non bisogna farsi vedere abbattuti o affranti. Zero emozioni: è questa la strada per vivere.
Per quanto riguarda la felicità, ci ho già rinunciato da tempo.
Mi chiedo come si possa essere felici, ma è quello che mi merito: non posso esserlo quando la mia famiglia non c'è più.
La colpa è solo mia e ancora non capisco perché io sono viva.
"Non dovevano salvarmi" è l'unica frase che ho continuato a ripetere a tutti gli psicologi che hanno provato a farmi uscire da questo pozzo infinitamente pieno di tristezza.
Sono stata per ben cinque anni con i miei nonni materni a Londra, ma appena compiuta la maggiore età ho deciso di tornare a Roma.
Ho comprato una splendida villa nel mio vecchio quartiere e per adesso tutto sembra procedere secondo il piano.
Il piano è sopravvivere.
L'aria di Londra ormai mi stava soffocando e così ho deciso di tornare nella mia vecchia città, dove tutto è cominciato.
Chiudo gli occhi e lascio cadere delle lacrime salate sul mio volto. Devo essere forte.
Quando sono andata via ho lasciato molte questioni in sospeso, sono letteralmente scappata e non ho potuto salutare nessuno.
I giornali hanno dato notizie false, ma io non ho voluto neanche replicare. Ero troppo scossa, lo sono tutt'ora.
Nessuno sa ancora tutta la verità, non riesco a parlarne e non voglio che la vicenda esca fuori di nuovo.
Essendo una delle famiglie più ricche della capitale, noi Rainaldi siamo sempre stati braccati dai giornalisti, ma tutto si è concluso con la morte dei miei genitori e la mia fuga a Londra.
La Rainaldi è un'azienda farmaceutica solida che, con la morte dei miei genitori, è passata interamente nelle mie mani.
Ovviamente una bambina di tredici anni a quel tempo non ha potuto occuparsi dell'azienda e così è stato nominato amministratore delegato Daniele Rossi, un grande amico d'infanzia di mia madre. È grazie a lui se la Rainaldi non è caduta in bancarotta e gli devo molto.
I miei pensieri vengono interrotti dallo squillo del cellulare.
«Pronto signorina Rainaldi, sono la preside dell'istituto Carducci, la chiamo per dirle che i moduli della sua iscrizione sono pronti, ma c'è bisogno della sua firma» mi dice la preside con un tono pacato e distaccato.
«Mi dica lei quando devo venire» le rispondo con gentilezza.
«Domani inizieranno le lezioni, lascio i fogli in segreteria:dovrà prenderli prima dell'inizio della prima ora»
«Perfetto, grazie mille!»
Ed ecco un altro problema:la scuola; il vero problema non è la scuola in se per sé, ma chi incontrerò domani.
Perché Diego Ercolini frequenta il mio stesso liceo e non so come potrà reagire vedendomi.
Fatevi un'idea della storia e votate, votate, votate.
Datemi una possibilità e aggiungete la storia alla vostra biblioteca.
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Non è sbagliato
ChickLitDafne Rainaldi è tornata ed è più forte che mai. Ma riuscirà la sua corazza a resistere ai mostri del suo passato e ad un vecchio amore? Diego, sicuro e donnaiolo, la aspetta con ansia e vuole sapere. Indagherà sul passato di Dafne e proverà ad entr...