Capitolo 15

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Una volta arrivata a casa poso le quattro buste della spesa all'ingresso, stanca di portare tutto quel peso. Credo di aver esagerato, ma almeno così avrò la dispensa piena per un po'.

Sto ancora pensando a cosa cucinare per il pranzo quando suonano alla porta. Gregorio sarebbe dovuto arrivare per le tre di questo pomeriggio, ma a quanto pare ha avuto un imprevisto e non mi ha potuto avvisare.

«Greg, accomodati e scusa per il disordine» gli dico mentre apro la porta.

«Non è opportuno aprire la porta senza controllare lo spioncino» afferma con risolutezza e con eccessiva sfrontatezza, quasi da darmi ai nervi.

«Diego cosa ci fai qui?» gli domando a quella faccia tosta che ora è dinanzi a me.

«È così che si trattano gli ospiti?» mi domanda divertito.

«Non lo ripeterò di nuovo» dico con le braccia incrociate e lo sguardo accusatorio.

«Ti invito a pranzo» afferma calmo e pieno di sé.

«Spiacente di declinare l'invito, signor Ercolini» gli dico ridendo e la sua espressione cambia radicalmente «e poi non avevi già un appuntamento?» gli domando alludendo chiaramente a Clara.

«Ho disdetto» dice alzando le spalle, come se fosse la cosa più normale del mondo.

Tanto sono tutte ai tuoi piedi,no?

Ovviamente non mi lascio intimorire dai suoi grandi smeraldi e decido di rifiutare ancora una volta l'invito. Mi diverto a vedere la sua faccia arrabbiata ad ogni mio 'no' e decido di non dargliela vinta. Avrà sicuramente le altre ragazze ai suoi piedi, ma non Dafne Rainaldi. Non sarà lui a tenere le redini del gioco.

«Diego, è la decima volta che lo dico, non verrò a pranzo con te. Ho un appuntamento e non l'annullerò per te» sbotto, stanca di tutto questo teatrino.

«E cosa ne è stato di noi?» mi domanda, avvicinandosi sempre di più.

Siamo ancora dell'ingresso della mia villa e l'aria comincia ad essere pesante. Fin troppo. I nostri respiri sono vicini e, se il mio cervello non si riconnetterà presto, il cuore prenderà il sopravvento.

«Non dire cazzate, non c'è nessun noi» dico seria, facendomi male con le mie stesse parole.

«E il bacio che mi hai dato?» chiede con aria innocente.

Lo strozzo.

«Un momento di debolezza. La carne è debole» affermo con nonchalance, decidendo di fare il suo stesso gioco.

«Quindi cosa siamo noi? Spiegamelo, Dafne, perché io non so che fare con te!»

«Amici. Solo amici»

Sono le ultime parole che la mia bocca pronuncia, prima di sentire la porta di casa mia sbattere con veemenza.

Diego se ne è andato di casa mia e ora se ne deve andare dal mio cuore.

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