Capitolo 14

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Nonostante non sia stato invitato, il sole bussa alla mia finestra e s'infila con brutalità tra le fessure delle mie persiane. È mattina presto e, nonostante cerchi in tutti i modi di ribellarmi alla sfrontatezza del sole, non posso far altro che abbandonare le coperte.

Mi preparo una buona colazione e, proprio mentre sto intingendo una brioche nel latte caldo, il mio telefono squilla e la suoneria riecheggia in tutta la stanza.

«Pronto?» rispondo subito ancora assonnata, non guardando nemmeno il nome del mittente.

«My darling svegliati, il mattino ha l'oro in bocca!» mi dice lei, con il suo solito entusiasmo.

«Nonna!» esclamo, contenta nel sentire di nuovo la sua voce.

«La mia bambina si era dimenticata di avere due nonni a Londra?» mi domanda lei, con un briciolo di ironia.

«Oh, scusatemi, ma ho avuto tante cose da fare e, a parte mandarvi qualche messaggio, non sono riuscita a fare altro» gli rispondo, veramente dispiaciuta.

«Non preoccuparti, piccola mia: questi vecchiacci sono ancora qui e ti vogliono bene»

«Mi mancate così tanto» gli rivelo «Ho sbagliato a comprare una casa così grande; sono sola e sentire riecheggiare il rumore dei miei passi mentre cammino non fa altro che intristirmi»

A Londra ho sempre vissuto con i miei nonni: Katherine e Ernesto. Si sono conosciuti a Roma quando nonno era solo uno studente di medicina e mia nonna una ragazza inglese in vacanza nella capitale. Si sono incontrati ed è stato amore a prima vista. Quando nonna è dovuta ripartire il loro rapporto si è consolidato e si sono scritti continuamente lettere finché nonno, stanco di amarla a distanza, è andato a Londra e gli ha chiesto di sposarlo. Hanno vissuto a Roma a lungo per poi abbandonarla e stabilirsi a Londra quando nonno abbandonò le sale operatorie. Io avevo solo dieci anni e ho sofferto molto la loro mancanza, essendo i miei unici nonni in vita.

Quando penso al vero amore mi vengono sempre in mente questi due dolci vecchietti dai capelli bianchi, che, nonostante i continui battibecchi, continuano ad amarsi come il primo giorno.

Solo loro sanno cosa è successo realmente quel giorno: sono scoppiata e ho rivelato loro la verità l'estate dei miei diciassette anni. Mi sono stati vicini in tutto e per tutto, sempre.

«Come stai piccola mia?» mi domanda con una nota velata di tristezza.

«Sono stanca, nonna. Sono stanca di vederlo tutte le notti, sono stanca di continuare una guerra che non voglio vincere. Voglio chiudere il mio passato in un cassetto e buttare via la chiave, ma non ci riesco. Non ci riesco perché appena chiudo gli occhi li rivedo. Rivedo i loro corpi e il sangue mi si congela» svuoto il sacco, con le lacrime agli occhi.

«L'unica cosa che posso consigliarti è di vivere a pieno questa vita, Dafne. Non guardarti indietro, non farlo più. È lunga la strada che dovrai fare. Qualche volta sbanderai e proverai dolore, ma ti assicuro che il traguardo è bellissimo»

La chiamata con nonna è stata illuminante e mi ha scaldato il cuore, ricordandomi quanto siano importanti per me lei e il nonno.
L'ora di pranzo è quasi arrivata, ma vedendo la mia dispensa quasi del tutto vuota decido di fare la spesa.

Il supermercato vicino casa non è molto affollato a quest'ora e mi aggiro tra gli scaffali con il carrello quasi del tutto pieno. Proprio mentre sto scegliendo qualche schifezza da prendere sento la voce sguainata dell'oca più bella di tutte: Clara.

È una bellissima ragazza dalla chioma ramata ribelle; i suoi occhi sono azzurri e sono in grado di gelarti al primo sguardo. È alta, slanciata con delle bellissime forme che decide di mettere in mostra con mise audaci.

Clara ride e si avvinghia a un ragazzo bruno che mi dà le spalle, ma che riconoscerei tra mille. Diego è qui, sento il suo odore di muschio bianco.

«Amorino» notandomi, Clara lo stringe ancora di più a sé. Lui, invece, ancora voltato, non si accorge della mia presenza.

«Vieni a pranzo da me quindi?» gli domanda con quella vocetta da oca. Io sto ancora scegliendo quale cioccolato prendere e non posso fare a meno di ascoltare la conversazione.

«Lo sai.. Io ho sempre fame» gli dice lui malizioso.

Schifoso.

Decido di prendere tutti i tipi di cioccolato possibile e strafogarmi con tutte quelle calorie: solo loro non ti abbandonano mai.

In fretta e furia mi avvio verso la cassa, sperando di non incontrare più quei due.

La fortuna non è dalla mia parte perché non solo incontro Clara e Diego più avvinghiati che mai, ma gli vado ad urtare contro, facendo cadere tutti i dolci che avevo ancora tra le mani.

Mentre raccolgo il cioccolato con un pezzo della mia dignità, Clara ride e Diego decide prima di guardare la scena in silenzio e poi aiutarmi con l'ultima tavoletta.

«Non ce n'era bisogno» gli dico mentre mi porge il cioccolato.

«Ciao cara! Non ti avevo vista prima tra gli scaffali» dice falsamente Clara, mostrandomi uno dei suoi sorrisi più belli.

«Neanche io» gli dico, mettendomi in fila.

«Ci credo, ci sei venuta addosso! Stavo quasi per cadere» ride la rossa.

«Per fortuna che hai un ragazzo forte a cui aggrapparti!» gli rispondo prontamente, guardando negli occhi Diego.

«Come farei senza di lui» afferma Clara, accarezzando il braccio del mio leone, per poi baciarlo all'angolo della bocca.

Non mi resta altro che sorridere e incassare la sconfitta.

Mi sentivo ispirata perciò eccomi qui con un nuovo Capitolo!
Viva la neve❄❄

Cosa ne pensate di Clara?
E di Diego che "ha sempre fame"?😂

Fatemi sapere se il capitolo vi piace: votate e commentate, mi raccomando!

Ho modificato la copertina, fatemi sapere cosa ne pensate! Il vostro parere è importantissimo per me

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