Mi sono allontanata da lui così, da un giorno all'altro. Senza avvisare, senza avvertire.
Da un giorno all'altro il mio leone si è ritrovato senza la sua tigre e quest'ultima ha dovuto contare solo sui suoi artigli per cavarsela.
Me ne sono andata senza spiegazioni e senza lasciare traccia. Dafne Rainaldi sarebbe dovuta sparire dalla vita di Diego Ercolini.Sarebbero dovuti rimanere solamente i ricordi. Solamente, poi, non mi sembra la parola adatta: io vivo di ricordi.
Con Diego ho passato i momenti più belli della mia infanzia: dalle cavalcate a cavallo alle passeggiate al parco; dai pomeriggi passati al bar all'angolo a bere frappè al pane e Nutella che mi preparava mia mamma Giorgia.
Era un bambino dalla straordinaria vivacità, con una continua voglia di scoprire e di curiosare dappertutto. Ha sempre avuto la stoffa del leader, era il migliore già a quel tempo e si faceva riconoscere sempre per via delle sue infinite doti: Diego sa contare, è eccellente negli sport, è un ottimo studente ed è sempre disponibile con tutti. Il suo unico difetto, forse, è di tenerci troppo: vuole sempre avere la situazione sotto controllo e vuole sempre aiutare il prossimo nonostante, a volte, dovrebbe capire che le persone devono cavarsela da sole.
Scuoto la testa per ritornare alla realtà. Diego mi guarda, o meglio mi fissa.
«Allora?» mi incalza, avvicinandosi sempre di più. Profuma di muschio bianco e mi piace.
«C'è poco da dire..»
«Poco da dire? Sei sparita, scomparsa nel nulla e mi hai lasciato da solo. So che non era un bel periodo, ma io sarei rimasto» gesticola con le mani, alzando un po' il volume della voce.
«Non chiedo mai di restare» rispondo fredda, ma il mio cuore sta per esplodere.
«Dimmi solo perché! Dimmi perché Dafne!» quasi mi implora il mio leone.
«C'è poco da dire. Roma mi stava stretta e io me ne volevo andare. Ora torno in classe» detto ciò, mi avvicino a lui per poi sorpassarlo, volendo rientrare in classe.
Sto per bussare e scusarmi ancora una volta del ritardo, inventando qualche scusa quando la mano di Diego mi afferra e mi blocca al muro.
«Non ti libererai di me così facilmente, Dafne Rainaldi» mi dice ad un soffio dalle mie labbra.
Stare vicino a lui mi emoziona come non mai, il mio cuore ricomincia a battere e il mio corpo sembra essere sempre più attratto dai suoi muscoli ben evidenti nonostante porti un maglione.
«Ehi, Ercolini» lo saluta una ragazza alta, più svestita che vestita.
Pantaloni di pelle, top rosso: bella la divisa della scuola, complimenti miss rossa.«Ciao Clara» la saluta lui, bel nome.
Lui non la guarda, i suoi occhi verdi sono solo per me e lei sembra infastidirsi.«Stasera da me quindi?» chiede lei.
«Non è il momento Clara» la liquida lui, senza nemmeno degnarla di uno sguardo.
«Beh, il mio numero ce l'hai» gli ricorda Clara, strusciandosi su di lui prima di andare via.
«Dicevamo?» mi domanda Diego.
«Che dobbiamo andare in classe»
«No, mia cara. Io voglio sapere»
«I miei genitori e la mia tata erano morti. Io ero rimasta ferita quella notte e non volevo più vivere in questa città. Contento adesso?» gli urlo contro per poi entrare in classe con il fiatone.
Il ricordo di quella notte si focalizza di nuovo nella mia testa, facendomi andare in tilt il cervello.
Il sangue, le urla, il buio e le mie lacrime.Forse non era il caso di tornare a Roma; faccio tanto la dura quando dentro sto morendo.
Diego mi aveva assegnato il nomignolo di tigre, ma si sbagliava, si sbagliano tutti su di me.
Sono un mostro che, oltre ad aver rovinato la sua vita, sta rovinando la vita degli altri.Lui rimane con lo sguardo fisso su di me, capendo che non gli dirò mai tutto quello che vuole sapere su quella notte.
Perché nessuno sa e nessuno deve sapere.
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Non è sbagliato
ChickLitDafne Rainaldi è tornata ed è più forte che mai. Ma riuscirà la sua corazza a resistere ai mostri del suo passato e ad un vecchio amore? Diego, sicuro e donnaiolo, la aspetta con ansia e vuole sapere. Indagherà sul passato di Dafne e proverà ad entr...