Capitolo 24

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Ho paura. Paura di perdere tutto, di tornare ad essere quella che ero non troppo tempo fa.

Non posso ricominciare a fingere di essere felice, ma non posso nemmeno chiedere alla persona che mi sta di fianco di far finta di non aver sentito nulla.

Siamo in macchina e la domanda che mi ha fatto Diego mi rimbomba in testa. Il macigno sul cuore si fa più grande ed io ho sempre più paura.

Come posso raccontare una situazione così assurda? Come posso pensare che lui riesca a capirmi?

Non mi crederà. Mi riderà in faccia.

Respiro profondamente e penso ancora.

Trova le parole giuste, Dafne.

La macchina intanto si ferma e mi accorgo solo ora di essere davanti al cancello di casa mia.

Parla Dafne, ora.

Apro la bocca, ma le parole non escono. Ho paura. Ho paura.

<<Pensaci bene Dafne perché non lo ripeterò ancora>> dice Diego, chiudendo gli occhi e sospirando.

Respira profondamente e poi ricomincia.

<<Dimmi ora tutto quello che mi devi dire, oppure lasciami andare. Non riesco a stare con una persona che non si fida di me>>

Non riesco a crederci. Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere.

Guardo gli occhi lucidi di Diego e poi lo vedo uscire dall'auto e, inaspettatamente, sento la portiera del lato del passeggero aprirsi: mi sta invitando ad andare via.

Lo guardo allora, fisso negli occhi.

Diego ti prego cerca di capire. Diego ti prego scordati di quello che ho appena detto e continuiamo a viverci.

Poi però penso a lui e credo che non si meriti un amore così.

<<Meriti di più>> gli dico. E lo penso davvero.

Merita una donna senza troppi casini in testa. Merita una donna che ha lasciato il passato alle sue spalle. Merita una donna che non ha avuto un padre come il mio. Merita altro.

Diego sale in macchina e il rumore della portiera che si chiude lo sento ancora rimbombare nel mio cuore.

Diego non c'è più. Il mio leone ha capito che, forse, è meglio così.

Mi fiondo sul divano e il piccolo Supplì si avvicina titubante. Lo accarezzo e mi addormento pensando agli occhi più belli della terra.

Sogno. Sogno il mio principe.

Ho sempre amato le fiabe. Ho sempre amato le principesse.

Nel mio sogno ci sono io in sella al mio regale cavallo bianco e galoppo veloce per poter avvicinarmi al mio principe, ma, purtroppo, più io mi avvicino e più lui corre lontano da me. Ed è giusto così.

Come può il mio principe sconfiggere il mostro più potente di tutti? Come può il mio principe sconfiggere il re dei cattivi?

Non c'è nessuna spada magica, nessuno scudo per proteggersi, nessuno scettro magico.

Cosa posso offrire ad un principe?
Ho solo una corona di spine.

È tutto così dannatamente ingiusto. È tutto così difficile da affrontare.

È tutto impossibile.

Ma poi arriva lei. La fata madrina. Arriva e con la sua bacchetta, i suoi capelli dotati e gli occhi verdi mi raggiunge e mi asciuga le mani.

<<Niente è impossibile tesoro mio. Ti ricordi della storia del bruco?>> mi dice ed io gli mostro un accenno del mio sorriso.

<< La storia narra di un piccolo bruco che ha un grande sogno: poter volare. Tutti lo scoraggiano, tutti lo deridono e varie volte il piccolo bruco cerca di sorvolare il cielo. Non ci riesce, però. Il vecchio gufo, che conosce la grande essenza della natura, lo incoraggia e afferma con convinzione che un giorno i due voleranno insieme. Nulla è impossibile>> continua la bellissima fata.

<<Ora il gufo ha un migliore amico, una farfalla che sbatte con forza le sue grandi ali. Credi nei tuoi sogni, credi nel tuo amore, figlia mia>> e dopo queste parole, mi sveglio.

E tutto mi è più chiaro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 05, 2019 ⏰

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