Capitolo 13

46 12 8
                                    

Non sono ancora del tutto sicuro che sia Matteo Bolle il ragazzo davanti a me, il quale ha deciso di fare il gioco del silenzio.

La musica continua a rimbombare nella mia testa e io continuo a ballare come se non ci fosse un domani.
Per una sera, il passato lo lascio alle spalle.

«Sei ancora più bella di quanto ricordavo» mi sussurra all'orecchio il ragazzo di prima.

È alto, con i capelli corvini e degli occhi azzurro cielo strepitosi. È bello sì, ma non come...
Scuoto la testa e poso gli occhi su alcuni tatuaggi che ha sul braccio destro, tutti raffiguranti dei draghi cinesi.

Stavolta sono io a non parlare. Forse perché non so cosa dire.

«Avevi ragione comunque: sono proprio io, Matteo» si decide a parlare, mentre cerca di andare a ritmo di musica.

Io lo saluto e lui mi porta in cucina a bere.

Un altro po' di alcool in corpo non mi farà niente.

Mentre ci incamminiamo verso la cucina sento gli occhi di Diego osservare ogni mio comportamento e mi sento andare a fuoco in questo momento. Ci guardiamo negli occhi ed è guerra tra chi regge di più lo sguardo. Matteo non capisce e mi tira via e così la magia, ancora una volta, finisce.

Mi scolo un altro bicchiere e sento l'alcool bruciarmi mentre scende dalla gola.
Questo dovrebbe essere rum e pera, non ne sono sicura, e per sicurezza ne scolo un altro bicchierino.

«Ci vai giù pesante eh» sghignazza Matteo, evidentemente colpito dal mio comportamento.

Io faccio spallucce e me ne esco da quella stanza, per paura che la tentazione di altro alcool mi venga a bussare di nuovo.

Avanziamo tra la folla di studenti ubriachi e bisogna stare attenti agli spintoni dei ragazzi.
Niente alcool tesori, fa male.

La testa mi gira, ma mi sento più leggera e libera. Quasi come una piuma..

Matteo si avvicina con cautela e mi serra i fianchi con le sue forti mani per poi cercare di baciarmi all'angolo della bocca.

«Matteo..» lo spingo via. Non voglio questo.
Lui sembra non aver sentito, anzi stringe ancora di più la presa.

«Matteo, mollami» gli ripeto, ma sembra non sentire.
Non ho le forze per divincolarmi dalla sua presa salda e non so cosa fare.

«Hai fatto la puttana per tutta la sera e ora ti lamenti?» mi domanda lui, con un ghigno malizioso sulle labbra.

«Lasciami!» gli intimo, con quasi le lacrime agli occhi.
Non devo farmi vedere fragile.

Lui si avvicina e mi bacia il collo smanioso di voler qualcosa di più. Mi concentro e capisco che l'unica cosa che posso fare è tirargli un calcio lì, dove non batte il sole.

Matteo molla la presa e finalmente posso tornare a respirare. Scappo dalla casa ed esco dalla porta sul retro per avviarmi nel giardino, dove per mia fortuna non c'è nessuno.

Un'altalena di legno cattura la mia attenzione e così decido di tornare bambina ancora una volta. Mi dondolo su quell'altalena e lascio che le lacrime prendano il sopravvento.

D'un tratto qualcuno mi abbraccia da dietro e per un attimo ho paura che sia ancora Matteo, ma poi riconosco l'odore di muschio bianco che lo contraddistingue: Diego.

Non dice niente, inizia a spingers quell'altalena piano piano e in quel silenzio, solo la luna fa da spettatrice.

Dopo quello che sembra un'eternità fermo l'altalena e me ne vado verso l'uscita.

«Cosa ti è preso?» mi chiede.
Bella domanda.

«Torna dentro da Clara o dalle altre oche» gli dico, alzando il tono della voce.
 
Lui aggrotta la fronte e sembra indeciso sul da farsi, se lasciarmi andare o seguirmi nella mia pazzia.

Alcune lacrime mi rigano il volto e lui ne sembra visibilmente dispiaciuto.

«Perché piangi?» mi chiede.

«Non lo so, ma ho come la sensazione di star per esplodere» gli rivelo e ancora una volta sono sul punto di cadere nel burrone delle mie paure.

«Mi vuoi raccontare cos'è successo?» insiste nel farmi parlare lui.

«Niente» rispondo secca.

«Ho visto quello che ha tentato di fare quel bastardo» mi rivela.

«Perché non l'hai fermato?» questa volta sono io a porgergli una domanda.

«Perché sapevo che ci saresti riuscita da sola e il mio aiuto non era necessario» dice sospirando.

«Dafne, tu sei la persona più forte che conosca e, nonostante non sappia quello che ti tormenta, posso garantirti che tu vincerai la tua guerra»

2/2

Fatemi sapere cosa ne pensate❤
Per il prossimo capitolo dovrete aspettare venerdì.
Cosa vi aspettate?

Non è sbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora