Are you jealous?

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Mi trattenni dal risponderle ed apri i media della conversazione. Lei gli mandava molte foto sue anche mentre era a letto e Martin si faceva aiutare per le foto da pubblicare sui social. Per la rabbia gettai il telefono a terra e lo schermo si divise in tanti piccoli pezzi. Mi trattenni per evitare di scoppiare in lacrime.

Martin rientrò nella stanza tutto sudato e mi guardò sorridendo. Vide il suo telefono con lo schermo rotto e poi spostò lo sguardo verso di me.
-"Cos'è successo?"- disse.
-"Mi è scivolato. Ti sono arrivati dei messaggi."- deglutì per mandare giù il nodo che avevo alla gola e gli voltai le spalle.
-"Fermati. Hai letto i miei messaggi?"- sembrava arrabbiato.
-"Si, non posso?"-
-"No. Sono fatti miei!"- urlò.
-"Chiamami quando hai capito di essere arrivato al limite o che per lo meno, dopo tutto quello che abbiamo passato, ti dispiace per quello che mi stai facendo."-
-"Perché? Cosa ti sto facendo?"-
-"Non mi sono mai permessa di chiamare Jim "tesoro" o "piccolo" perché ti ho sempre rispettato. Pretendo la stessa cosa Martin. La nostra relazione dev'essere uno scambio equo. Se poi vuoi giocare e rovinare tutto, giochiamo!"-
Si passò una mano sul viso e sbuffò.
-"Smettila di arrabbiarti per tutto, Ashlee. Sono solo delle stupidissime parole scritte a caso."-
-"Come quando mi dici che mi ami? Sono solo parole dette a caso."-
-"Pensa quello che vuoi. Io vado a farmi una doccia."- prese il telefono e si chiuse in bagno mentre io andai da Laura. Le si che ci sapeva fare con le parole ed inoltre conosceva benissimo Martin. Passammo tutto il giorno insieme e rividi Martin solo a cena.

-"Stai bene?"- disse sfiorandomi una gamba senza farsi notare da nessuno.
-"Mai stata meglio."- afferrai la sua mano e la spostai.
-"Mi dispiace per i messaggi. Non volevo ferirti."- mi guardò negli occhi e nel frastuono non si sentiva ciò di cui stavamo parlando.
-"Ma ormai l'hai fatto."- gli sorrisi e presi un pezzo di pane.
-"Vieni fuori con me e parliamo."- mi prese per mano e mi costrinse ad alzarmi. Uscimmo nel giardino e lo guardai.
-"Cosa vuoi dirmi?"- incrociai le braccia al petto e cercai il suo sguardo.
-"Mi dispiace. Non accadrà più niente di simile."-
-"E dovrei fidarmi di nuovo?"-
-"Si. Ti prego. Ti amo più della mia stessa vita."- le sue labbra si inclinarono verso il basso e mi si avvicinò. -"Allora?"-
Deglutì e lo abbracciai.
-"Solo per questa volta."-
-"Non ti deluderò."- mi schioccò un bacio sulla fronte e tornammo dentro casa per finire la cena.

Dopo Martin si mise a giocare alla Play Station con i suoi amici e nel frattempo mi abbracciava. Era diventato troppo dolce nel giro di due ore.
-"Cosa vuoi fare?"- disse mettendo in pausa il videogioco nonostante i suoi amici gli urlassero contro.
-"Nous sortons?(usciamo)"- dissi ridendo.
-"Cos'hai detto?"- Martin mi guardò a bocca aperta e dopo poco rise con me.
-"Se usciamo."-
-"Certo. Andiamo!"- ci alzammo e lui lasciò il joystick sul divano. -"A dopo ragazzi."-

Salimmo sulla sua macchina ed uscimmo per fare solo un giro. Una canzone in sottofondo ci evitava qualunque discorso.
-"Che lingua era quella di prima?"- disse Martin guardandomi per un istante.
-"Francese. Mi piacerebbe che nessuno capisse sempre ciò che ci diciamo."-
-"Bella come idea se solo io sapessi un'altra lingua."- sorrise e mi sfiorò una coscia.
-"Voglio un Caipiroska alla fragola."-
-"Cerchiamo un posto tranquillo."-
Arrivammo in un locale con meno persone rispetto agli altri. Martin si guardava attorno e mi teneva per mano. Arrivati al bancone Martin chiese un Caipiroska ed un cocktail analcolico. Dei ragazzi ci fermarono per delle foto ma nulla di particolare. Tutto il caos era nascosto in una stanza rossa sul retro del locale.
-"Ash, non mi piace questo posto. Andiamo."- disse Martin passandomi una mano attorno ai fianchi. Per sbaglio tirò una spallata contro un ragazzo abbastanza alto ed impostato.
-"Scusa."- si affrettò a dire Martin.
Il ragazzo era palesemente ubriaco ed annoiato. Iniziò a sbraitare in spagnolo ed io riuscì a capire gran parte del suo discorso insensato. Chiesi scusa in spagnolo e riuscì a calmare le acque.

Salimmo velocemente in macchina e Martin sospirò.
-"È una rottura di coglioni essere sempre seguiti dai paparazzi."- disse indicando con un cenno del capo un flash che proveniva da dietro un cespuglio.
-"Amore forse sarebbe meglio che tu posassi quel bicchiere."-
-"A volte odio non essere un normale ventitreenne."-
-"Lo so ma pensa che hai tantissime cose che I ventitreenni normali non hanno. Ad esempio me!"- dissi ridendo.
-"Mi sento ancora in colpa per i messaggi."-
-" È acqua passata, spero. Evitiamo di attaccarci a tutte le cose sennò non la smetteremo mai di litigare."- gli passai le labbra sul collo e tornammo a casa. Ci addormentammo quasi subito ed il mattino seguente andai a comprargli un cellulare nuovo.

Ci calmammo per qualche giorno. Passammo più tempo insieme e cercammo di essere molto sinceri. Infatti Martin mi faceva anche leggere i messaggi di Lynn. Lei era davvero una stronza perché sapeva della mia esistenza ma ci provava in tutti i modi con Martin. Inoltre era anche fidanzata.
Una sera chiamai mia madre e le raccontai delle ultime liti. Come sempre lei mi rassicurò e mi disse che se non ce l'avrei fatta più, sarei potuta tornare a casa.

Spazio autrice:
Ehilà, ecco il nuovo capitolo. Spero vi piaccia ed aspetto i vostri commenti e le stelline!
Love u! 💕✌🏻😝

In the name of love 2 -Martin GarrixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora