Turn it on.

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Entrai nello studio e sentì un odore acro, di fumo.
-"Martin, puzza di fumo."- dissi guardandomi attorno.
-"Eh?"- disse facendo finta di niente. -"Mi hai portato da mangiare?"- proseguì tranquillamente.
-"Si. Cos'hai in mano?"- chinai il capo e notai una lucina rossa da sotto la scrivania. -"Tira fuori quella sigaretta."-
-"Okay. Non lo sa nessuno."- la tirò fuori e fece un lungo tiro. Restai a bocca aperta e mi resi conto di non averlo notato in quattro anni.
-"Da quanto tempo fumi?"- mi sedetti accanto a lui e sfilai una sigaretta dal suo pacchetto.
-"Da circa otto anni. Più o meno da quando ho iniziato a lavorare sul serio. Vuoi provare?"- si voltò e notò la cicca tra le labbra.
-"Si."- presi l'accendino e provai ad accenderla. Niente da fare, finsi di non saperla accendere.
-"Ashlee devi aspirare."-
-"Davvero?"- l'accesi e feci un lungo tiro tranquillamente.
Martin mi guardò stupito e poi torvo.
-"E tu cosa mi dici?"-
-"Ogni tanto fumavo anch'io..."- dissi con un'alzata di spalle.
-"Bene. Perché non me l'hai detto?"-
-"Tu perché non me l'hai detto?"-
-"Ash, non rispondere con un'altra domanda."-
-"Pensavo ti desse fastidio."- mi sedetti sulle sue gambe e gli soffiai il fumo sulla faccia.
-"Sei davvero sexy mentre fumi."- assaporò le mie labbra tenendomi per il culo con una mano.
-"Tu sei strano."- risi sulle sue labbra.
-"In senso positivo o negativo?"- disse facendo un altro tiro.
-"Assolutamente positivo."- lo baciai di nuovo e per sbaglio gli bruciai la mano con la mia sigaretta.
-"Cazzo Ashlee."- urlò.
-"Oh Dio! Scusa Marty."- dissi abbracciandolo. Mi prese la cicca dalle mani e la spense.
-"Mi dovevo rilassare. Perché cazzo sei venuta qui?"- urlò.
-"Stai dicendo che io ti infastidisco?"-
-"Certo, capisci sempre quello che cazzo ti pare!"- mi fece alzare dalle sue gambe e le allungò.
-"Tu dovresti evitare di agitarti così tanto per niente."- urlai a mia volta.
-"Tu ti arrabbi anche per meno."- disse guardandomi. -"Lasciami lavorare."- si passò una mano sul viso e posò il pacchetto di sigarette in un cassetto.
-"Tanto qualunque cosa farai, dovrai sottostare a me!"- dissi dirigendomi verso la porta.
-"A tuo padre. Tu non sai nemmeno come registrare una canzone."-
-"Se solo lo volessi potrei farti finire sotto un ponte."- mi voltai e lo guardai dritto negli occhi.
-"E molto probabilmente mi lasceresti per qualcuno di più ricco. Non credo che scenderesti dalla tua culla d'oro per me."- continuava a reggere il mio sguardo ed il mio cuore a quella frase perse un battito. Davvero pensava che io stessi con lui per i soldi? Si sbagliava di grosso. Io no ne avevo bisogno. Mi sarebbe andato bene anche una scatola di cartone perché ovunque egli si trovi c'è casa mia. Tirai sù con il naso e cercai di non piangere.
-"Ti ho sempre ripetuto una cosa fino allo sfinimento Martin: a me non interessano i soldi."- uscì dallo studio e chiusi la porta. Martin mi seguì e mi abbracciò.
-"Davvero non mi lasceresti?"- mi sussurrò all'orecchio.
-"Tu mi lasceresti se dovessi perdere tutto da un giorno all'altro?!"- risposi scostandomi.
-"Assolutamente no. Sei la cosa migliore che mi sia capitata."-
-"Non pensare che io pensi a delle cose così banali. Ho talmente tanti soldi da non sapere cosa farmene. Solo perdendo te, perderei effettivamente tutto."-
-"Scusami se ti ho detto quelle cose."- mi coccolò e mi portò di nuovo dentro lo studio. Premette play, fece ruotare la sedia e mi strinse a sè.
-"Per..."- riuscì a dire prima che lui dicesse:-"Ascolta."-
La base iniziò lenta per poi aumentare d'intensità. Martin mi baciò sul collo e mi morse la spalla.
-"Non mi fai concentrare."- sussurrò.
-"Perché non spegni tutto e continui a coccolarmi lì?"- dissi indicando il pouf.
-"Mi sembra una buona idea."-

Prima di andare a cena, Martin era gettato sul divano con il computer sulle gambe ed il cappuccio di una felpa grigia sulla testa.
-"Amore, che guardi?"- dissi gettandomi accanto a lui.
-"Niente."- chiuse il lap-top ma riuscì a notare che stava cercando un nuovo locale. -"Andiamo?"- proseguì guardandomi.
Lo vidi distratto per tutto la cena mentre io gli raccontavo dei progressi e del negozio che avrei aperto a breve.
-"Cosa ne pensi?"- dissi entusiasta.
-"Si, è stata ottima la cena."- disse bevendo un sorso d'acqua.
-"Ed io non stavo parlando della cena."- lo guardai torvo e presi un boccone del dolce al cioccolato che avevo davanti.
-"Scusa, ero distratto."-
-"Cos'hai?"- chiesi preoccupata.
-"Stavo pensando ad un brano ma niente di che. Tranquilla."- sfiorò la mano che avevo sul tavolo e mi sorrise dolcemente. Risposi con un'alzata di spalle e lo lasciai stare. Pagò e tornammo a casa silenziosamente.
-"Amore."- dissi sedendomi sull'enorme divano da cui potevo vedere Amsterdam.
-"Si."- Martin si cacciò le mani in tasca e mi guardò.
-"Vieni qua."- sfiorai il divano. Lui si tolse la giacca e mi si avvicinò subito. Gli sfiorai i capelli e lo coccolai tranquillamente.
-"Sei stanco?"-
Annuì e si coricò con la testa sulle mie gambe.
-"Jet leg?"-
-"Sono nel mio Jet leg. Sono davvero distrutto."- sbadigliò di nuovo. -"Scusa se non ho seguito il tuo discorso. O meglio, non tutto però sono davvero fiero di te."- proseguì baciandomi sulla coscia. Mi chinai per schioccargli un bacio sulla fronte e continuai a coccolarlo.
-"Ti amo."- disse avvinghiandosi alle mie gambe.
-"Anch'io amore."-
-"Pensavo che ti arrabbiassi oggi..."- iniziò un discorso strano che concluse russando.
-"Bene. Amore, andiamo a letto."- dissi baciandolo.
Si alzò con gli occhi socchiusi e salì nella nostra stanza. Senza spogliarsi si coricò a letto. Io indossai il pigiama e poi sbottonai i jeans a Martin e lo spogliai con non poche difficoltà. Si girò sulla pancia e si grattò il sedere. Dopo poco mi addormentai anch'io coccolandolo.
Sentì tanti baci sul mio collo ed allungai una mano sul petto di Martin ma per sbaglio, gli arrivò uno schiaffo sulla testa.
-"Stronza!"- urlò.
-"Scusa amore."- dissi voltandomi immediatamente per abbracciarlo.
-"Voglio che mi coccoli."- disse.

Qualche giorno dopo ebbe un concerto ad Atene. Lo accompagnai ma dopo del concerto bevemmo troppo.  Arrivati in Hotel, Martin si tolse la maglietta ed iniziammo a saltare sul letto come dei bambini per poi fare la lotta con i cuscini. Ad un certo punto Martin mi fece cadere e mi si coricò sopra per solleticarmi.
Dopo aver perso il respiro lo feci scostare e gli passai una mano sul petto.
-"Martin, ti posso rivelare un segreto?"- dissi disegnando dei cerchi immaginari sul suo petto nudo.
-"Certo piccola. Non dovremmo avere dei segreti."-
-"Sento di non amarti più come prima."- dissi tutto d'un fiato.
-"So che è tutta colpa mia, Ashlee."- disse scostandosi leggermente.
-"Non ho dato la colpa a nessuno."-
-"Ashlee, io lo so che ti sto lasciando andare. Siamo entrambi confusi."- mi strinse a sè e mi schioccò un bacio sulla testa. -"Appena torniamo ad Amsterdam ne riparliamo tranquillamente e senza tutto questo alcol addosso."- socchiuse gli occhi e sbadigliò.
-"Buonanotte."- dissi voltandomi su un fianco. Non aprimmo più quel discorso ma la mia infelicità persisteva.

Spazio autrice:
Buonasera a tutti. So che non ho più giustificazioni visto che ho già detto che la scuola mi occupa tanto tempo ma vi pensò sempre e spero che quello che scrivo vi piaccia. Fatemelo sapere con una commento ed una stellina!
Love u! 💕✌🏻😝

In the name of love 2 -Martin GarrixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora