• Capitolo 16 •

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~ ERUZIONI CHE CI BRUCERANNO

POV CLARY

Caro Jace,
Mi dispiace se non riesco a perdonarti.
Mi scuso, perdonami, non riesco a cambiare.
So che non ho il diritto di chiederti niente, ma voglio esprimere un desiderio, voglio farti una richiesta.
Stammi vicino. Restano accanto. Rimani con me. Non lasciarmi mai.
Odiami, detestami, amami, ma non lasciarmi.
Non lasciarmi perché potrei crollare e rompermi in mille pezzi.
Ho bisogno di te.
Ho bisogno di vederti, di percepiti.
Di sentirti al mio fianco, solida roccia su cui piangere, pilastro di marmo su cui reggermi, luce nelle tenebre che ci circondano.
Lo sto chiedendo a te, sì.
Abbiamo promesso: io con te, tu con me.
Non puoi lasciarmi, non puoi, perché se te ne vai ti porti via anche un pezzo di me e io non posso perdere anche questo, non posso perderti.
Non lasciarmi né ora nè mai, perché la situazione non cambierà fra un giorno, un mese, un anno, resterà immutata e immutabile.
Te lo chiedo in ginocchio, pregandoti, gridandoti contro, con le lacrime agli occhi, il sorriso sul viso.
Te lo dirò nel modo che più ti piace, il concetto rimarrà sempre lo stesso: stammi vicino.
Mi sto prosciugando, chiedendotelo, ma ho messo da parte l'ego e l'orgoglio per questo, perché sono un'egoista e non riesco a lasciarti.
Nonostante tutto, restami accanto.
Non ci saranno terremoti che ci smuoveranno, maremoti che ci sovrasteranno, eruzioni che ci bruceranno o tornado che ci stordiranno.
Ce la faremo, te lo prometto, ma tu non lasciarmi, perché senza di te non so che fare.
Mi dispiace se ti ho ferito, tradito, mentito, se ti ho deluso, se non mi sono comportata come la persona che vorresti. Mi dispiace se non sono stata all'altezza delle aspettative, se non sono la migliore persona del mondo. Mi dispiace se non sono stata abbastanza forte, ma sei tu la mia forza, non lo capisci?
Io non ho bisogno di te come dell'acqua, ma come qualcosa di più vitale ancora. Fai parte del mio cuore e nessuno dei due può farvi niente.
Ci siamo scelti, noi due, non trovati.
Siamo l'una specchio dell'anima dell'altro.
Perciò te lo ripeto e non finirò più d farlo. Ti dovrà essere marchiato nella mente, indelebile ma non pesante, perché non vorrei mai essere un fardello per te né per nessuno altro, mi conosci, lo sai.
Te lo ripeto e tu ascoltami, senti la mia voce nel cuore e dammi una risposta che provenga da lì. Fa ciò che lui ti dice e non ascoltare nessun altro. Te lo ripeto, ma tu fallo solo se vuoi: stammi vicino.
Vicino a me come nessuno e io vicino a te allo stesso modo. Ti chiedo solo questo.
Per sempre tua,
Clary.

Accartoccio il figlio, buttandolo poi nel cestino che è qui in bagno.
È da un bel po' di tempo che sono qui.

Come mi è venuta in mente l'idea di scrivere una lettera a Jace? Perché sono così stupida?

Lui mi stava prendendo in giro. Per lui era tutto un gioco.
È così che ha detto, no? "Smettiamola di prenderci in giro."
E allora perché, perché, non riesco a smettere di pensare a lui?

O Raziel, Jace Herondale, come hai fatto ad entrarci così profondamente nel cuore?

Ti detesto, sai?
Ti detesto perché ti amo nonostante tutto.
Sei uno stronzo.

Magari aggiungo pure questo nella lettera che lascerò a marcire nel cestino.

••••••••••••••

POV ALEC

-Cristo, Jace, entra dentro. Qui fuori si gela!- lo rimprovero.

Lui mi ignora, seduto sul marciapiede a congelarsi le chiappe.

Se avessi conosciuto più profondamente cosa avrebbe significato essere il parabatai di un Herondale, mi sarei rifiutato.
Se mi prendo una polmonite lo strozzo.

-Jace, cosa c'è che non va?!- esclamo.

Lui solleva lo sguardo, gli occhi di un oro chiarissimo, luccicanti.

-É Clary, Alec, è Clary. Non riesce a perdonarmi e io non riesco a sopportarlo.-
Mi siedo accanto a lui contro ogni buonsenso.
-Capisco come ti senti. Distrutto, devastato, in colpa. Una merda, sostanzialmente. Ricordo cosa ho provato quando Magnus mi ha lasciato.-

Jace si limita a fissarmi, attento.
Io sospiro e si forma una nuvoletta di condensa che sparisce nell'aria.
-Prova un po' a immedesimarti in lei. È sempre stata la ragazza sfigata della scuola, bravissima a disegnare e con ottimi amici, anche se pochi. Patita di manga e anime, pronta ad offrirsi volontaria per creare dei murales a scuola. Senza padre, un rapporto normale con la madre, un migliore amico banale che vuole fare musica. Il suo mondo di sicurezza si sgretola quando incontra noi, quella sera al Pandemonium. Quando incontra te, Jace. Si innamora per la prima volta, è confusa, spaventata da ciò che sta accadendo. Poi scopre che il suo primo amore è suo fratello e rimane scioccata, poi capisce che in realtà non sei suo fratello e si sente finalmente libera ma dura per poco, a causa di Lilith e Sebastian. Jace, per lei l'unica ancora che abbia mai avuto era il vostro amore. Su quello poteva mettere la mano sul fuoco, poteva scommetterci la vita. Ma poi tu l'hai lasciata, e le è crollato il mondo sopra.-
Mi fermo per riprendere fiato, poi abbozzò un sorriso.
-Si è bruciata le dita e ha perso la vita, Jace. È difficile per te quanto per lei.- concludo.

Jace rimane per svariati secondi a fissarmi, poi se ne esce con
-Alec, hai mai pensato di fare lo psicologo?-

E finiamo tutt'e due a ridere come due deficienti in mezzo alla strada, con un freddo che ghiaccia le ossa e il sedere ibernato.

••••••••••••••

POV ISABELLE

-Clary, mi dispiace disturbarti di nuovo, ma il Conclave ha chiamato.-
Dico alla porta del bagno, gridando per farmi sentire al di sopra del chiasso festosi dei festaioli.

È da un'ora che cerco di farle aprire la porta del bagno da quando si è chiusa qui dentro, ma non cede.

Al nome del Conclave la rossa si decide ad aprire la porta, guardandomi male per prima e ignorando gli occhi rossi.

-E che hanno detto?- chiede.
Mi mordo il labbro, esitando.
-Ecco... c'è un problema. Ti vogliono vedere subito.- dico.

Sfila lo stilo dallo stivale e annuisce.
-Allora vado.- afferma, io annuisco.
-Ah, Simon viene con te.- aggiungo.
Lei annuisce, abbozza un sorriso che le esce male e poi si defila.

Io entro in bagno sfoderando i trucchi, mi dò una ritoccata e sto per buttare il temperino della matita, rotto "accidentalmente" per l'ennesima volta, nel cestino quando mi rendo conto di un foglio.

Lo prendo e le prime parole che mi saltano all'occhio sono "Caro Jace", "Tua per sempre, Clary" e "Sei uno stronzo".

Rubo il figlio gongolante, decisa più che mai a darlo a Jace.
Questo non è rubare.
La rossa l'ha buttato nel cestino!

Ma ora vedi come li faccio tornare insieme, quei due carciofi!

SPAZIO AUTRICE

Scusatemi per gli errori che troverete ma non l'ho ricontrollato,
lo ammetto😇

Detto questo, è il secondo giorno consecutivo che aggiorno, con 1126 parole.
BAM !!!!

Spero il capitolo vi sia piaciuto
(a me personalmente è piaciuto scriverlo) e ho detto tutto.
Commentate e votate

Non so cosa scrivere prima del nome quindi bho,
~ vostra pazza sclerotica

- B.B.

~ La Risposta ~ {Clace} ||CompletataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora