• Capitolo 9 •

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~ SOLO NOI. SEMPRE NOI.

Ho freddo.

Sento il ghiaccio nelle vene, che scivola lentamente sotto la pelle, congelandomi.

Non sento più nulla, solo ti freddo gelido.

Ho paura. Provo rabbia. Sono triste.

Temo di chiudere gli occhi, di addormentarmi. Ho paura di cosa può farmi se non fossi vigile.
Un terrore profondo, viscerale.
Si insinua nella mia mente come un parassita repellente.
Provao a cacciarlo, a combatterlo. Mi ripeto che sono forte, che posso farcela.
Ma l'inquietudine continua a fermarmi.

Però volglio riposarmi, prendere un po' di energie. Sono arrabbiata con me stessa, per questo.
Una rabbia nascosta, covata sotto la pelle.
Rabbia contro il carceriere, contro la situazione in cui mi sono cacciata, contro di me che non riesco a combattere, che sono stanca, e rabbia contro di lui.

Lui che mi ha lasciata, abbandonandomi e ferendomi. Lui che è il motivo per cui mi stanno torturando, lui che non viene, che non deve, che non può, lui che mi ha mentito.
Lui, quello stronzo che mi è entrato nel cuore e l'ha preso. Che l'ha fatto cadere.
Lui, che non riesco a scacciare dai miei pensieri.
Lui, che sogno la notte, lui che mi ha fatto provare sentimenti che mai avevo provato e che penso di non poter provare più.
Lui. Quel ragazzo bello come il sole, con quei capelli biondi e gli occhi dorati.
Lui. Jace.

Voglio ucciderlo.
Ammazzarlo e stringerlo a me, senza lasciarlo andare, fargli male, ferirlo e curarlo, voglio allontanarmi da lui ed essere di nuovo nella sua vita, voglio baciarlo così forte in modo che si dimentichi di me, voglio gridargli contro ciò che penso, lanciandogli oggetti che mi sono cari.
Voglio che mi venga a cercare così potrei scappare, voglio che sia qui con me per reagire e combattere, voglio che mi accenda come fuoco, così potrei bruciarlo e bruciare me stessa.
Lo detesto. Lo detesto così tanto che lo amo da morire.
E lo amo. Lo amo fino ad odiarlo per ciò che mi ha fatto.

Noi eravamo una cosa sola.
Insieme.
Uniti.
Le sue parole. Le sue promesse.
Le mie promesse. Le mie parole.
Finite. Morte.
Echi distanti diventati fantasmi.
Ammazzate, strozzate, brutalmente uccise.
Da me. Da lui.
Da una parola altrettanto potete che ha segnato il mio destino, una risposta che mi ha portato ha questo.

La proposta che arma la risposta.

Colpa mia. Colpa sua.
Colpa nostra.

Anche ora, separati l'un dall'altra, lontani, imprigionato nei nostri pensieri, nei nostri sentimenti, continuiamo ad essere legati.
Legati e segnati da ciò che ci è successo, da ciò che abbiamo passato, superato.

Siamo stati una verità assoluta.
Solo noi. Sempre noi.
Jace e Clary. Clary e Jace.

Poi, tutto è andato in frantumi.

~

POV JACE

-Sei pronto, Jace?- mi domanda Isabelle, guardandomi negli occhi.

Le sorriso, teso, annuendo.

-Certo. Magnus, puoi andare.- affermo, guardando il Sommo Stregone di Brooklyn impegnarsi per creare un Portale.

Mi volto verso i miei amici, senza più sorridere.
-La riporterò qui.- dichiaro.

-Ti conviene, Herondale.- replica il mondano, avvicinandomisi e dandomi una pacca sulla spalla.

Izzy mi abbraccia, stringendomi forte e sibilandomi all'orecchio di stare attento.
Alec fa lo stesso, facendo un sorriso forzato.

Si tocca la runa parabatai e si fa improvvisamente serio. Più del solito.
-Io mondo è una ruota. Quando saliamo o cadiamo facciamolo insieme. Io sono parte di te, Jace, ricordalo sempre. Stai attento.- mi dice.
-E questa dove l'hai sentita?!- chiedo, per alleggerire la tensione.
Alec fa spallucce.
-Jem.- risponde semplicemente.

-Jace, è ora che tu vada.- interviene Magnus.

Mi volto verso il Portale, che brilla di blu.
Prendo fiato e mi avvicino.
Saluto di nuovo i miei compagni con un sorriso, e poi sparisco.

Ora ho solo una cosa in mente.
Clary.

Nell'anima e nel cuore.

~ La Risposta ~ {Clace} ||CompletataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora