3. Do me a favour?

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Credo che mai, in vita mia, mi ero messo così d'impegno per cercare di ascoltare ciò che quegli svitati dei miei professori blateravano a lezione. Davvero. Ed era abbastanza assurdo pesare che tutto ciò era dovuto ad un paio di occhi verdi che mi bruciavano la pelle ad ogni minimo movimento. Potevo percepire l'intensità con cui il mio nuovo compagno di banco mi guardava e la tensione sessuale che si creava non appena ci sfioravamo o quando la sua mano finiva accidentalmente ad accarezzarmi una coscia. Era tutto decisamente oltre limiti del sopportabile per il mio povero, scarso, autocontrollo.

Così, non appena la campanella che annunciava la pausa pranzo suonò, scappai fuori dalla classe cercando di calmare i bollenti spiriti, per evitare qualche eventuale situazione imbarazzante. Posai i libri nell'armadietto, mentre, nel frattempo, la maggior parte degli studenti si precipitava mensa quasi alla velocità della luce, neanche avessero digiunato per settimane, pff. Chiusi l'armadietto e decisi di andare a cercare i miei amici, che non avevo ancora avuto modo di vedere, ma, non appena mi voltai, mi ritrovai schiacciato contro la parete, con due labbra a mordermi il lobo di un orecchio, facendomi rabbrividire.

Avrei riconosciuto quell'odore, quel tocco, tra mille, ormai. E questo era decisamente assurdo, considerando che lo avessi conosciuto da quanto, tre ore?

Patetico, ecco cos'ero. E assurda era la facilità, la velocità, con la quale mi ero lasciato coinvolgere da lui, dai suoi occhi, dalla sua voce.

"Perché sei scappato via, Loulou?" Cosa stavo dicendo a proposito di quella voce dannatamente roca e sensuale?

Cazzo, ero fregato.

"E me lo chiedi pure, brutto stronzo?" Cercai di liberarmi ma le mani che bloccarono i miei polsi resero inutile ogni movimento.

"Ehi, che caratterino. È così che mi ringrazi per salvarti dalla noia mortale che è la scuola?" chiese, con sorrisetto sghembo misto ad un'espressione fintamente innocente.

"Oh, non c'è dubbio che tu lo faccia ma, sai, ho una reputazione da mantenere e in più, preferirei non venire sospeso per atti osceni i luogo pubblico. Sai com'è, ho intenzione di passare, quest'anno"  risposi.

Lui ridacchiò, prima di chinarsi ad annusarmi il collo, facendo scorrere la punta del naso dal basso verso l'alto, fino a raggiungere la parte di pelle leggermente dietro l'orecchio, per poi cercare di lasciarmici quello che sarebbe stato un succhiotto.

"Quale parte di ciò che ho detto, non ti è chiara?" chiesi, provando ad ignorare i brividi che le sue fottute labbra attraenti mi provocavano. Lui si staccò leggermente per poi sorridermi furbo.

"La parte in cui mi ringrazi come si deve" rispose, malizioso, prima di impossessarsi delle mie labbra. E ci provai a spostarmi, ma, come ho già accennato, il mio autocontrollo è piuttosto scarso e quel ragazzo lo metteva costantemente a dura prova, finendo nuovamente per farmi cedere a lui. E così, mi ritrovai a ricambiare quel bacio aggressivo tutto denti e saliva che mi fece girare la testa, con altrettanta passione e sì, desiderio.

Ad un tratto, mi liberò i polsi, facendo scivolare le mani a stringermi i fianchi e permettendomi, così, di afferrare quei ricci scomposti che mi facevano impazzire. Poi, mi premette contro il su bacino e sgranai gli occhi quando lo sentii.

Era fottutamente eccitato, cazzo.

"Lo senti cosa mi fai, Loulou?" E quella voce così roca accompagnata da quegli occhi così languidi, fu il colpo di grazia.

Touch me || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora