16. Harry effect

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"Niente storie, adesso tu vieni con me" dissi autoritario, per poi trascinarlo per un braccio verso The Haunted Hause, una delle attrazioni più visitate del parco.

"Ma è noioso" si lamentò, Harry.

"Dicono che con la ristrutturazione di quest'anno, ci siano degli effetti da paura. Dai, che ti costa? Tu hai praticamente messo a repentaglio la mia vita su quegli aggeggi infernali, me lo devi, questo, no?" chiesi, alzando un sopracciglio. Lui sospirò, rassegnato.

"Esagerato, quegli aggeggi infernali, erano sicurissimi, non fare il melodrammatico" disse, scimmiottando le mie parole. Incrociai le braccia, scettico.

"Sarà, ma non dovrebbero essere legali. Voglio dire, chi è debole di cuore, lassù ci lascia le penne." Lui sbuffò una risata.

"Chi è debole di cuore, Lou, non ci va a prescindere. E a quanto pare, tu non hai questi problemi, quindi" replicò, con un mezzo sorriso.

"Non potevo saperlo, ho rischiato di morire su un fottuto gioco, capisci? Il mio fantasma ti avrebbe perseguitato seriamente per l'eternità. Non ti avrei dato pace, sappilo, ti è andata bene" dissi, convinto delle mie idee. Lui si mise a ridere.

Brutto stronzo, io ero serio.

"Ma ci sarei stato io, non ti avrei mai lasciato cadere, Lou" disse, con un sorriso dolce. Mi schiarii la gola, leggermente in imbarazzo, e distolsi lo sguardo sussurrando uno "scemo" che lo fece sorridere. Poi però m'incamminai verso l'attrazione che avevo scelto, trascinandomelo dietro contro le sue proteste.

Quando entrammo all'interno della piccola casa, fummo avvolti da un buio fitto, c'erano spiragli di vento freddo che ci fecero rabbrividire, e dei sussurri inquietanti provenire dalle pareti. Andando avanti, una luce soffusa illuminò leggermente l'ambiente, non era niente di che, per il momento. C'erano dei mobili dall'aspetto antico, molti erano ricoperti da delle lenzuola bianche, il pavimento scricchiolava sotto i nostri passi, dandoci la sensazione che si sarebbe spezzato da un momento all'altro.

"Wow, che paura" sussurró Harry, ironico, alla vista di qualche scheletro appoggiato in un angolo della stanza. Ridacchiai e gli diedi una spallata.

Ad un tratto, le pareti iniziarono a tremare e il pavimento ad oscillare, cogliendoci di sorpresa, tanto che finii per barcollare ed urtare una delle pareti, ritrovandomi con la schiena contro di essa.

"Tutto bene?" chiese subito, Harry, cercando di stare in equilibrio. Annuii, provando a staccarmi dal muro senza cadere rovinosamente a terra. Harry mi avvicinò a sè e mi cinse i fianchi con un braccio, e quando le pareti e il pavimento tornarono al loro stato normale, proseguimmo lungo un corridoio stretto, illuminato solo da qualche candela.

"Comunque a me sembra tanto una gran stronz- oh cazzo!" esclamò Harry, quando la figura di una donna dal volto sfigurato e gli occhi scuri e incavati, apparve all'improvviso davanti a lui, per poi trapassarlo e sparire nel nulla. Sì, portò una mano sul petto e cercò di regolarizzare il respiro, mentre io scoppiai a ridere.

"Oddio, dovevi vedere la tua faccia" dissi, tra una risata e l'altra. Lui incrociò le braccia, con un'espressione da finto offeso.

"Avrei voluto vedere te, al mio posto" si difese. Io ridacchiai, dandogliela vinta.

"Andiamo, dai" dissi poi, incamminandomi verso la fine del corridoio, lui subito mi seguì.

Ci trovammo in una stanza buia, doveva essere l'ultima, ma non riuscivo a vedere nessuna porta o finestra.

"E adesso, come usciamo?" chiese, Harry.

"Non ne ho idea" risposi, guardandomi intorno.

Improvvisamente sentii qualcosa scorrermi lungo la schiena che mi provocò un brivido.

Touch me || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora