21. Problems

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"Oh mio dio" esclamò Zayn, osservandomi spaventato.

"Buongiorno anche a te, Zayn" risposi, stizzito. Lui continuò a guardarmi con un'espressione vagamente preoccupata. Sbuffai.

"Cosa ti è successo, Lou? Hai due occhiaie che fanno invidia a un panda" continuò.

Un panda. Un giorno ne avrei visto uno, ne ero sicuro.

"Terra chiama Louis" disse poi, sventolandomi una mano davanti agli occhi.

"Mh?" feci, guardandolo distrattamente. Lui sospirò esasperato, portandosi una mano sulla fronte.

Ci trovavamo davanti scuola, al nostro solito muretto, in attesa dell'inizio delle lezioni. Ero arrivato in anticipo, visto che la notte scorsa non avevo praticamente chiuso occhio; tanto valeva uscire di casa prima, per una volta.

"Che succede?" chiese una voce che conoscevo fin troppo bene.

"Ehi Harry. Ci parli tu con questo idiota? Io ci ho provato, ma pare che si sia rincoglionito" spiegò il moro, scuotendo la testa contrariato. Vidi Harry aggrottare la fronte, mentre posava il suo zaino sul muretto, accanto al mio. Zayn intanto armeggiava col suo cellulare.

"Vado a cercare gli altri due. Liam mi ha appena scritto di raggiungerlo davanti al distributore di merendine: A Niall ne è rimasta incastrata una. Vado ad aiutarlo, prima che gli venga un attacco di panico" disse sbrigativo, prima di poggiarmi una mano su una spalla con tanto di sguardo alla "dopo ne riparliamo" e mimare un saluto ad Harry - che non aveva smesso un attimo di guardarmi - per poi correre all'interno dell'edificio.

"Lou" mi chiamò, Harry, parandosi davanti a me, le mani sulle mie ginocchia.

"Ciao Haz" mormorai, abbassando lo sguardo. Non avrei voluto che mi vedesse in quello stato, ma ormai era troppo tardi. Avrei preferito restarmene a casa, quella mattina, ma in qualche modo dovevo pur distrarmi.

"Stai bene?" domandò, guardandomi attentamente.

Stavo bene? Assolutamente no, ma non volevo coinvolgerlo nei miei problemi. Che poi, problemi, tzè, non sapevo neanche cosa stesse succedendo veramente. Magari quel biglietto era solo uno scherzo di qualche idiota che non aveva niente di meglio da fare che rompere i coglioni a qualcuno sperando di mettergli paura. Se poi avesse funzionato davvero, tanto da farmi perdere il sonno, quello era un altro discorso.

"Sì, sto bene" risposi, accennando un sorriso per tranquillizzarlo. Lui però non abbandonò la sua espressione corrucciata, né ricambiò il sorriso. Sospirai. Davvero non potevo riuscire a nascondergli nulla?

"Louis, sei pallido e sembri stravolto. Vuoi dirmi cosa ti è successo?" continuò.

"Sono solo un po' stanco, stanotte non ho dormito molto, tutto qua" dissi, facendo per scendere dal muretto ed allontanarmi da lui, senza mai guardarlo negli occhi, ma mi trattenne per un braccio, facendomi voltare in modo che mi ritrovassi incatenato ai suoi occhi inquisitori.

"Louis, perché non-" provò a dire, prima di venire interrotto da un'altra voce. Quella voce.

"Ehi Lou!"

Mi voltai lentamente ed intravidi Luke avvicinarsi con un gruppo di amici, mentre mi sorrideva luminoso. Harry strinse i pugni, guardandolo con gli occhi spalancati e la mascella serrata.

"Ciao Luke" dissi, un po' a disagio. Lui ed i suoi presunti amici ci raggiunsero.

"Harry" lo salutò, mentre il riccio si limitava a ricambiare con il sorriso più falso del mondo.

Touch me || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora