Prologo

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      -L'inizio


Sono Nina, ho 16 anni e non so di preciso perché, ma mi ritrovo in una nuova scuola e in un novo paese, non conosco nessuno e sono da sola, sono sempre stata "sola", ma non ne ho mai sentito il peso, anzi, mi sentivo fortunata, cioè, ho anch'io degli amici, delle persone su cui poter contare, nel senso che non ho nessuno in famiglia (a parte una zia a cui sono molto legata, ma spesso assente, così come quel gran numero di familiari che mi ritrovo, poi capirete)...

I miei genitori sono "spariti" anni fa, quando io ero "piccola", i miei tutori credevano che io fossi troppo piccola per sapere o per ricordare, ma i miei genitori non sparirono quella notte, loro vennero rapiti, poco prima di natale, la notte della vigilia.



Eravamo tutti a casa, io non dormivo ancora, ero andata in cucina, nel completo buio mi ero fermata a guardare le lucine che adornavano l'albero, le avevo sistemate con mio padre, poi una porta si aprì, pensando fosse mio padre mi nascosi, perché mi sgridava sempre quando mi trovava sveglia, ero al lato del divano, dalla parte opposta alla porta, non volevo proprio farmi vedere. Vidi una sagoma nera avviarsi alla camera dei miei genitori, la seguii senza fare rumore e sbirciai dalla porta semi aperta, capii poi che quella sagoma maschile non era mio padre, men che meno mia madre, lo vidi avventarsi sul corpo di mio padre, mia madre si svegliò di colpò e saltò addosso alla sagoma, allontanandola da mio padre, che intanto si era alzato e perdeva sangue dalla spalla, aveva una brutta ferita profonda, ma non sembrava provasse tanto dolore, mentre mia madre era ancora addosso alla sagoma sentii un lamento, proprio da parte di mia madre, che si staccò dall'uomo e si riparò dietro mio padre, il braccio le sanguinava pericolosamente. Del fumo nero riempì la stanza, e, quando questo sparì nella stanza non c'era più nessuno, a parte me, ovviamente...

La stanza era sotto sopra, c'era sangue per terra, sul letto, sul tappeto... Avevo solo nove anni, ma ricordo tutto quello che successe, chiamai subito mia zia, l'unica parente di cui mia madre si fidasse, o almeno, cosi mi aveva detto all'ora, "Se c'è un problema chiama subito noi o tua zia Lea", lo ripeteva sempre, la zia aveva dieci anni in meno di mia madre, ventitré anni, mi trattava come una sorellina minore, quando la chiamai non fu lei a rispondermi, ma un uomo che non avevo mai sentito prima...

Nina –Z-zia!- dissi frettolosamente al telefono

...- Calma bambina, tua zia non è in condizioni per parlare al telefono ora...-

Nina - M-ma...- dall'altraparte del telefono sentii la voce di mia zia chiedere all'uomo il telefonoinsistentemente
Zia – Nina, piccola che è successo? È tardi lo sai, dov'è mia sorella? La mamma-
Nina –E'... E' sparita...- dissi, non ricordo ben con che intonazione 
- ricordo bene le cose che ho visto, ma non quelle che ho provato-

Zia –C-cosa? Dimmi subito dove sei adesso!- era molto preoccupata
Nina- Sono a casa...-

Zia –Sta lì! Vengo subito a prenderti-

Nina- Zia ma tu dove sei? Stai bene?-
Zia –Te lo dirò più tardi, ora vengo a prenderti!-


La telefonata terminò, presi il cellulare di mia madre, in caso di una chiamata da parte di mia Zia... Il campanello suonò, era lei, entrò in casa e si guardò intorno, entrò in camera dei miei genitori e si bloccò alla porta dopo aver visto le coperte bianche tinte di rosso, poi senza dire niente si girò verso di me mi portò in macchina.

Durante il tragitto le feci molte domande e ci mettemmo a parlare...


Nina –Zia, scusa se te lo chiedo, ma perché non stavi bene?-
Lea - Hai visto chi ha attaccato i tuoi genitori?- chiese diretta
-questa cosa mi sorprende ancora-
Nina –S-si, ma non molto bene...-
Lea –Sono venuti anche da me, ma fortunatamente non mi hanno portata via...-

Nina –Sono? C-chi?-

Lea- Si tesoro, "sono", è un'organizzazione contro quelli come noi...-
Nina –Quelli come noi? Cosa, un'organizzazione?-
Lea –Si, "La luna nera" è l'organizzazione che cerca da secoli di cacciarci...-

Nina –Cacciarci? Perché?-

Lea- Nina, non dovrei essere io a dirtelo, e, non hai neanche l'età giusta, la tradizione vuole che si aspettino i 15 anni, ma non c'è più tempo, è importante che tu sappia, e tua madre non può dirtelo ora vista la situazione...-

Rimasi in silenzio, sinceramente quel discorso mi stava facendo preoccupare, pur essendo così piccola...


Lea –Siamo quasi arrivate, non preoccuparti, ti spiegherò tutto...-


La macchina si fermò di fronte al grosso portone di casa sua, mi accompagnò dentro, dove ci aspettava un uomo poco più grande di mia zia, vestito poco elegante, con dei semplici Jeans, una maglia bianca con su una giacca nera, i capelli in disordine, molto bizzarro, mia zia appare sempre impeccabile, anche se non si veste molto elegante, almeno ha sempre i capelli perfetti, tutto l'opposto di quell'uomo, che appena la vide le andò subito incontro visibilmente preoccupato per lei, si abbracciarono. Poi Lea mi accompagnò in casa, sul divano davanti al camino, dove ricominciammo a parlare, mentre l'uomo di prima era andato fuori a fare non so cosa...

Lea- Devi sapere una cosa, noi, tutti i componenti della nostra famiglia, gli antenati, tutti, siamo dotati di poteri speciali...-
Nina- Poteri?-

Lea- Si, poteri... Non dovrei essere io a dirtelo, ma... -


-Fine Flashback

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Nina - La StregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora