Capitolo 15 ~ Vuoto

843 46 2
                                    

MIKASA'S POV

Tornai a casa, senza distogliere mai lo sguardo da terra, completamente in balia dei miei pensieri.

"Scusami Ackerman."

Mi aveva chiesto di scusarlo, ma scusarlo di cosa? In fondo non era successo nulla, no?

Non aveva neanche pronunciato il mio nome, doveva essere stato solo un mio malinteso. Si, sicuramente, è stato tutto solo un grandissimo malinteso da parte mia.

"È stato un momento di debolezza."

Comprensibile, tutti possono avere un momento di debolezza, o no?

"Non sarebbe mai dovuto accadere."

Decisamente. Sarebbe stato meglio se non fosse successo niente.

"Dimentica tutto."

Dimenticare? E come si può deminticare il primo bacio? Il primo amore? Le prime emozioni, lacrime, sorrisi... come avrei fatto a dimenticarlo?

"È stato solo un errore."

Si, un errore. Solo un errore. Lui era un errore. Io, io ero un errore. Ciò che c'era stato, anche quello, tutto un fottuto errore.

Ma come può un 'errore' fare tanto bene? Come può essere un errore qualcosa che si ha ambito per anni? Come si fa a definire 'errore' l'unica cosa che sembra giusta in un mondo di ingiustizie?

Ma valeva solo per me. Ero io la ragazzina innamorata. Ero io che mi ero costruita tutto su un castello in aria. Era il mio, di cuore, a battere tanto forte da fare male al solo sguardo del corvino. Erano le mie viscere ad intrecciarsi ogni volta che sentivo la sua voce. Erano i miei occhi ad illuminarsi al contatto di quelli dell'altro.

Ero solo io, e non lui. L'errore era mio, e non suo. No, l'errore ero io stessa.

Io, che mi ero ripromessa centinaia e centinaia di volte di non affezionarmi più a nessuno, perché, io, lo sapevo: sapevo che avrei finito solo per soffrire, ancora, ancora, ancora.

Le parole di Levi mi rimbombavano nella mente, così da non lasciarmi neanche un secondo di pace. Ogni singola lettera era una lama rovente che mi trafiggeva il petto, lì, proprio nel punto dove prima c'era un cuore che non vedeva l'ora di ricevere una minima attenzione da parte del mio capitano.

Una volta arrivata a casa, mi buttai dentro la doccia e poi dritta a letto. Non avevo fame, anzi, mi ero convinta che, se avessi messo anche una sola briciola di pane sotto i denti, avrei sicuramente dato di stomaco.

Era una sensazione che non mi abbandonò neanche una volta sotto le coperte: il senso di nausea.

"Stupida, stupida, stupida Ackerman."

Rimasi a guardare il soffitto, senza battere ciglio, senza espressione in volto, senza pensare.

Sentivo un insolito vuoto nel petto, come se sentissi la mancanza di qualcosa.

Chiusi gli occhi, consapevole che avrei passato la notte in bianco, ed una lacrima traditrice sfuggì al mio controllo, dando inizio ad un pianto silenzioso, l'unica testimonianza della presenza di un cuore nel mio petto.


LEVI'S POV

Rimasi appoggiato alla porta della mia camera, senza neanche respirare, finché non sentii la porta d'ingresso di casa mia essere sbattuta violentemente.

Mi sentivo in colpa, tremendamente in colpa. Io, che mi ero ripromesso di non farla soffrire, di impedirle l'autodistruzione, proprio io, l'avevo appena uccisa.

Non sarei più riuscito a guardarla negli occhi, non più, non sapendo che quegli occhi avevano trattenuto lacrime causate dal sottoscritto.

Mi lasciai cadere sul pavimento, con la schiena ancora poggiata alla porta.

Non avevo la forza di alzarmi, di mangiare, neanche di andarmi a fare la doccia.

Avrei voluto rimanere lì, in quella posizione, fino a morire di fame o di sete.

Non mi mossi, non avevo intenzione di fare nulla, solo di guardare un punto indefinito davanti a me, a pensare a come dovesse essersi sentita Mikasa dopo le mie parole, dette con tanta freddezza.

Oltre ad un'ondata di tristezza, si aggiunse una strana sensazione di vuoto che mi invase, la stessa di molti anni fa...

Per un momento mi pentii di averlo fatto, frazione di tempo che durò poco. Avrebbe sofferto di più se fosse rimasta vicino a me.

Perché, diciamocelo, non ero mai stato un tipetto facile: non sapevo cosa fosse la dolcezza, il mio orgoglio è sempre stato almeno dieci volte più possente delle mura che circondano la nostra città, senza contare le mie manie, che, agli occhi degli altri, potrebbero risultare abbastanza stressanti.

E poi non ero certo uno da 'fidanzamento'. Non sarei riuscito a renderla felice, come magari poteva fare Yeager, o anche il tipo col doppio taglio e la faccia da cavallo, come si chiamava... ah, si, Jean. Sapevo di una sua cotta per la corvina, magari avrebbe potuto renderla felice.

Il pensiero di Mikasa tra le braccia di un altro uomo mi fece salire un conato di vomito improvviso ed inaspettato.

Me la immaginai, sorridente, mentre spostava un ciuffo di capelli biondi e ribelli a quel mezzo cavallo. Me la immaginai mentre gli accarezzava una guancia, per poi lasciargli un delicato ed umido bacio sulle labbra.

Non ce la feci più: diedi un pugno con tutta la forza che avevo alla porta dietro di me. La mia mano aveva trapassato il legno da una parte all'altra. Sentii il sangue colare caldo dalle mie nocche.

Mi maledii mentalmente: avevo fatto un casino, per terra, ora, era pieno di schegge e sangue.

Era l'unico modo che avevo trovato per espellere le mie emozioni almeno un minimo, o almeno lì sul momento non avevo avuto idee migliori.

Non avevo certo la forza (e stranamente neanche la voglia) di andare a prendere il necessario per pulire, quindi lasciai tutto così com'era e mi stesi sul letto, ancora vestito.

Mi misi a fissare il soffitto bianco, del quale ormai avevo imparato a memoria tutte le impercettibile imperfezioni.

Giunsi alla conclusione, che le mie, erano solo scusanti per negare la verità: in realtà, avevo semplicemente paura di soffrire ancora a causa della perdita di una persona cara. Sapevo che il mio era puro egoismo, ma era più forte di me. Non che io sia mai stata una persona altruista, ma mi stupii da solo per ciò che ero disposto a fare per me stesso.

Chiusi gli occhi, tutti quei pensieri mi avrebbero fatto impazzire. Sapevo che non sarei riuscito a dormire neanche per cinque minuti, ma era il male minore tra tutti quelli che mi baleavano in testa.

▪•You Found Me•▪ ~RivaMikaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora