▪•You Found Me•▪ ~RivaMika

Capitolo 24 ~ Recupero

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MIKASA'S POV

Sentii la stretta ferrea di Annie posarsi sulla mia vita, mentre intorno a me non vedevo nulla, riuscendo a malapena a respirare tanto era il vapore.

Ero confusa, sotto shock, e non avevo la piú pallida idea di cosa fosse giusto fare in quel momento.

Sentii improvvisamemte, senza neanche rendermene conto, il vuoto sotto i miei piedi, come se stessi levitando.

Guardai giú, non riescendo a vedere altro che le mie gambe tra quella nuvola di fumo, che però, dopo appena un paio di secondi, sorvolai.

Esatto: stavo sorvolando il vapore.

Come era possibile?

Confusa, se possibile, ancora piú di prima, alzai gli occhi al soffitto, in direzione di un rumore.

Della polvere molto spessa mi entrò negl'occhi, che automaticamente chiusi immediatamente.

Levi: <<M-MIKASA!>>

Sentii urlare dal mio capitano, però la sua voce, giunta dal basso, sembrò strana alle mie orecchie: come se fossi lontana da lui di decine e decine di metri.

Mi sfregai velocemente gli occhi, cosí da poter nuovamdente guardare cosa stesse succedendo intorno a me.

All'improvviso sentii del forte vento freddo solleticarmi il collo ed il viso, facendo svolazzare i miei corti capelli corvini.

Quando, finalmente, mi tolsi le mani dal viso, quello che si parò davanti al mio sguardo fu sconvolgente: metri e metri sotto di me, vidi Rivaille cercare il mio sguardo con disperazione.

Ero al di sopra dell'abitazione della bionda, che, inspiegabilmente, aveva il soffitto completamente rotto.

Alzai automaticamente lo sguardo sopra di me, accorgendomi, con orrore, della faccia del Gigante dalle Fattezze Femminili che mi scrutava, con un ghigno beffardo stampato in volto.

A quel punto guardai il mio corpo, circondato da quell'enorme e possente mano.

Guardai nuovamente giú, sentendo gli occhi pizzicare a causa del vento, o forse la colpa cadeva sulle lacrime che bussavano incessanti per uscire.

Sembravo paralizzata dal terrore, come quella volta nel bosco, quando la morte mi passò davanti prendendosi gioco di me.

<<Combatti. Se ti arrendi ora, morirai. COMBATTI!>>

Mi tornarono nuovamente in mente le parole di quel piccolo Eren che mi supplicava di non arrendermi, per sopravvivere.

"Non posso morire, ho Eren da salvaguardare, ed ora anche Levi.
Non posso morire.
Non posso.
Non posso."

Mi ripetei mentalmente, cercando di darmi la forza ed il coraggio per reagire.

Cercai disperatamente una via di fuga: ero disarmata, quindi non potei difendermi come si deve, e l'unica opzione che mi rimaneva era quella di dimenarmi il piú possibile per cercare di scappare dalla morsa, che nel frattempo si era fatta piú stretta, del titano.

Dopo vari tentativi, ritornai a guardare al di sotto delle mie gambe, notando un Eren intento a mordersi la mano, un Armin paralizzato e tremante dal terrore, con occhi lucidi e sgranati e bocca spalancata, ed un Levi che, veloce come non mai, attivava il movimento tridimensionale, agganciandosi alla carne del gigante.

Stavano rischiando tutti la vita, per me.

E non potevo permetterglielo.

☣

LEVI'S POV

Una volta agganciato alla gamba di Annie, attivai subito il flusso delle bombole del gas, partendo velocemente alla carica e sfrecciando fra gli arti inferiori della bionda.

Avevo un solo pensiero per la testa.

"Devo salvarla.
Devo salvarla.
Devo salvarla."

Non potevo perderla, avrei perso tutto.

Sarei morto interiormente nel vedere i suoi occhi perdere la vivacitá che caratterizzano un corpo in vita.

Avrei preferito essere ingoiato intero da quella bestia, o essere tranciato in due, piuttosto di vedere la mia mocciosa fare una brutta fine.

"Devo salvarla.
Devo salvarla.
Devo salvarla."

☣

NARRATORE'S POV

Levi si catapultò, con tutta la forza che aveva in corpo, verso il ginocchio sinistro della gigantessa, con l'intento di romperle il tendine grazie all'aiuto delle spade.

Tentativo, però, che si relevò inutile, poichè Annie aveva cominciato a correre, verso una direzione precisa, riuscendo a staccarsi il corvino di dosso.

Eren, che non riusciva a trasformarsi in gigante per non si sa quale ragione, decise di non voler piú assistere alla scena come aspettatore, quindi, dandi un leggero buffo dietro la testa del suo amico biondo, che gli stava accanto, per farlo riprendere, si lanciò anche lui all'inseguimento del titano biondo, insieme, ovviamente, al suo capitano dagli occhi grigi-azzurrini.

Una volta ripretosi, anche Armin partí all'inseguimento, un po' tibutante.

Nessuno lo sapeva, ma lui aveva una "leggera" cotta per Annie, dai tempi dell'addestramento in accademia, e tutta quella situazione lo stava distruggendo dall'interno.
Aveva comunque deciso di non parlarne con nessuno, neanche con l'amico dagl'occhi smeraldini.

I tre soldati erano ormai alle calcagne del Gigante dalle Fattezze Femminili, volteggiando a grande velocità tra le abitazioni della propria cittá.

Tutti guardavano la scena con terrore.

<<I GIGANTI SONO RIUSCITI A RIENTRARE NELLE MURA!>>

Gente che urlava, piangeva, scappava, si rintanava in casa.

Ovviamente, qualche civile, rimase ferito, ed alcuni addirittura morirono, a causa degli enormi piedi della ragazza dagl'occhi azzurri.

Ancora lacrime, sangue, sudore, e l'odore della paura, regnavano tra la folla.

I tre soldati non si scomposero, avendo un unico obbiettivo in mente: salvare la loro amica e mettere una volta per tutte la porola "fine" su quella missione.

Il comandante della squadra, che ormai aveva raggiunto l'assassina, le si attaccò nuovamente addosso grazie all'utilizzo del movimento 3D.

La gigantessa non sembrò neanche accoggiersi di lui, o almeno, non lo dava a vedere.

Piú che altro, non le importava.

Nessuno lo sapeva, ma Annie aveva giá organizzato tutto.

Sapeva, fin dalla prima volta che incontrò Mikasa, qual era l'obbiettivo di quest'ultima.

Non era stupida, non lo era mai stata.

La corvina non l'avrebbe mai invitata ad uscire.

Con l'amaro in gola, la bionda velocizzò la sua corsa verso l'esterno delle mura.

Non le mancava molto.

Faceva tutto parte del suo piano.