Capitolo 12 ~ Mossa Falsa

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ANNIE'S POV

Appena entrata nella locandina l'odore di tabacco e alcool mi inondó le narici. Ero contenta di andare finalmente in pausa, non che avessi fatto molto fino ad ora: il corpo di gendarmeria non era molto... come dire... attivo.

La mia contentezza era dovuta anche alla corvina che, dietro di me, si stava guardando intorno curiosa. Dovevo ammetterlo: Mikasa mi aveva sempre incuriosito, oltre ad essere una delle poche persone che riuscivano a starmi simpatiche che io avessi mai conosciuto. Forse perché, proprio come me, lei era solita farsi i propri cazzi, mentre gli altri, di norma, mi riempivano sempre di domande sciocche: 'Oh ciao Annie! Come stai?' Oppure 'Annie! Anche tu qui? Che stai facendo?' Tutte domande che ho sempre odiato, ed alle quali io non ho mai risposto. Per questo la ragazza mi piaceva, perché era come me. Anche lei, come me, aveva sofferto. Entrambe avevamo lo sguardo spento, in attesa che qualcuno potesse riaccendere quelle emozioni represse. Entrambe dovevamo essere salvate, ma entrambe avevamo preferito salvarci da sole.

Voltai la testa nella sua direzione per osservarla: i suoi occhi grigi-argentei stavano ancora scrutando l'edificio nel quale eravamo appena entrate, soffermandosi sui consumatori seduti sul bancone con un boccale di vino rosso davanti.

Quel posto a me era sempre piaciuto: nessuno ti faceva domande, entravi, ordinavi e mangiavi senza rogna alcuna. Speravo che il posto scelto dalla sottoscritta potesse piacere anche alla ragazza che avevo invitato ad 'uscire'.

Non era mia solito chiacchierare con le altre persone, anzi: ho sempre preferito stare per i cavoli miei ad un angolino del 'palcoscenico' a vedere gli altri mentre si 'esibivano'. Ma quella ragazza mi attirava, era strano ma... sentivo di voler passare più tempo con lei.

Annie: <<Mikasa, ti va se ci sediamo qui?>>

Le chiesi indicando un tavolino ben nascosto in un angolo ombroso della sala. Vidi i suoi occhi seguire la linea del mio dito sino ad impuntarsi sul tavolo. Mi parve di scorgere una scintilla in quelle iridi tanto belle quanto particolari e rare. Mikasa annuì con decisione, la accompagnai alla sedia.

Annie: <<Vado a prendere da bere, tu cosa vuoi?>>

I nostri sguardi erano uno di fronte l'altro, come incatenati da un incantesimo.

Mikasa: <<Sorprendimi.>>

Mi rispose lei con un filo di voce. Il modo in cui sussurrava era così... sensuale. Deglutii cercando di non farmi notare. Fu faticoso per me rompere quel legame che si era creato tra i nostri sguardi, ma dovetti.

Mentre andavo al bancone un centinaio di pensieri mi balearono nella mente:

"E se Mikasa mi...? E se io fossi...?"

Non avevo mai provato attrazione nè fisica, nè tanto meno mentale, verso un uomo, ma neanche verso una donna! Rimasi sconvolta da quella conclusione. Non che ci fosse niente di male, ma scoprirlo così all'improvviso senza essersi mai fatti nessuna domanda...

Barista: <<Cosa vuoi ordinare, dolcezza?>>

La voce grave e rauca del barista mi fece sobbalzare. Tanto ero assorta nei miei pensieri che non mi accorsi di essere arrivata al bancone.

Risposi velocemente senza degnare di uno sguardo quell'onesto lavoratore. Quando i due alcoolici furono pronti li presi e li portai al nostro tavolo.

Appena mi sedetti vidi una Mikasa incuriosita da quel boccale.

Mikasa: <<Cos'è?>>

Mi chiese lei.

Mi venne da sorridere, e non fermai le mie labbra quando si incurvarono leggermente all'insù a causa della vista di quella ragazza così... innocente? Per quanto potesse essere innocente Mikasa Ackerman.

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