Capitolo 11 ~ Che Il Piano Abbia Inizio

894 48 10
                                    

LEVI'S POV

Tra i nostri visi c'erano pochi millimetri di distanza, fino a quando sentii una voce stridula chiamare il mio nome.

Armin: <<Capitano Rivaille! Mikasa! Scusate per il ritardo!>>

Disse il biondo striminzito con un accenno di affanno, come se avesse corso da casa sua sino a destinazione. A seguirlo a ruota c'era il suo inseparabile amico castano e dagli occhi smeraldini: Eren Jeager. Anche quest'ultimo aveva il fiatone.

Enormemente infastidito dalla presenza dei due mocciosi, girai il volto, controvoglia ovviamente, in direzione della voce che aveva frantumato in mille pezzi quel momento magico che, siamo sinceri, non si sarebbe più ripetuto.

Non dissi una parola, non provai nemmeno a richiamarli tanto fossi incazzato con quei due. Il mio sguardo bastó per farli tremare, soprattutto il biondino. Probabilmente, in quel momento, mi sarei messo paura anche da solo se avessi avuto modo di guardare il mio riflesso in uno specchio. Sentivo il fuoco ardere nelle mie iridi.

Vidi il più minuto tentare di far uscire delle parole dalla propria bocca, aprendola e chiudendola più volte senza emettere, però, alcun suono.

Armin: <<C-ci perdoni c-capitano... le prometto che non capiterà più.>>

Cercò di scusarsi Armin, balbettando un poco, dopo aver cercato le parole più adatte per non farmi infuriare ulteriormente.

Quello che i due mocciosi non sapevano, però, era che la mia furia non era dovuta al loro 'leggero' ritardo, bensì dal fatto che avessero interrotto un momento tanto intimo tra il sottoscritto e la loro amica corvina.

Cercai di calmare i miei istinti omicidi trovando conforto negli occhi della ragazza che, nel frattempo, si era allontanata un paio di metri da me per non destare troppi sospetti. La ringraziai mentalmente, anche se, inspiegabilmente, rimasi anche un po' male per quel suo atto del tutto innocuo.

Ripresi a guardarla dritta negli occhi e, come sentendosi osservata, anche lei girò la testa (che fino in quel momento era direzionale verso i suoi due compagni d'accamedia) cosicché i nostri sguardi potessero incatenarsi.

E così fu: appena ricambió le mie attenzioni mi parve che tutto il mondo intorno a me fosse scomparso; come se Eren ed Armin non fossero mai arrivati; come se fossimo vicinissimi, appartenenti allo stesso corpo con due anime in conflitto tra di loro ma desiderose di pace.

Scacciai via Mikasa dai miei pensieri in modo brusco, dato che con le buone non aveva funzionato. Così scossi violentemente la testa, ed anche lei, come me, si riprese da quel contatto, che di contatto non aveva nulla dato che non ci eravamo neanche sfiorati. La osservai facendo però attenzione a non guardarla negli occhi: sembrava scossa, come se fosse una bambina alla quale avevano appena strappato di mano la sua bambola favorita.

Era adorabile in quei minimi e rari frangenti di debolezza che mostrava.

Scacciai via anche quegli ultimi pensieri sulla corvina, cercando di concentrarmi al massimo sulla missione per la quale eravamo tutti li.

Continuando a guardare la ragazza mi rivolsi a tutti:

Levi: <<Bene, ora che Eren ed Armin ci hanno degnato della loro presenza, io direi di cominciare ad effettuare il piano che abbiamo organizzato ieri.>>

Vidi Mikasa annuire senza accennare una singola parola, ancora leggermente rossa all'altezza delle gote mentre cercava di evitare il mio sguardo, e nel frattempo sentii i due mocciosi deglutire.

▪•You Found Me•▪ ~RivaMikaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora