Capitolo 13 ~ Si Soffre In Due

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MIKASA'S POV

Levi: <<COME HAI POTUTO DISUBIDIRMI?!>>

Il capitano Rivaille mi stava urlando contro da ormai venti minuti buoni. Non aprii bocca per tutta la durata del rimprovero, dopotutto me lo meritavo, ma non sopportavo comunque che qualcuno mi urlasse contro.

Eren: <<C-capitano... non le sembra di...?>>

Levi: <<ZITTO JEAGER!>>

Il mio fratellastro cercò di difendermi, ma venne interrotto bruscamente dal corvino che era sempre più infuriato.

Sbuffando rumorosamente, Levi cacciò via con un gesto della mano i miei due compagni di accademia, nonché i miei due migliori amici. Loro, anche se un po' titubanti, eseguirono gli ordini del loro capitano. Mi guardarono con occhi disperati, per poi andarsene a testa bassa. Mi ritrovai, quindi, sola ad affrontare l'ira funesta del 'Soldato Più Forte Dell'Umanità'.

Lo vidi toccarsi con un po' di pressione le tempie con i polpastrelli di entrambe le mani. Cercavo di rimanere impassibile davanti la scena, anche se, dovetti ammetterlo, mi risultò abbastanza difficile. Era impossibile non provare timore alla presenza di quell'uomo. Egli era imprevedibile, e fastidiosamente bipolare.

Ero lì, ferma ed immobile, aspettando un qualsiasi ordine o rimprovero da quel nanetto mestruato.

Sbuffando una seconda volta, finalmente Rivaille aprì bocca:

Levi: <<Seguimi.>>

Senza dire una sola parola, non volendo in qualche modo far arrabbiare maggiormente il corvino, annuii seguendolo.

Arrivammo davanti la casa del mio capitano dopo aver camminato per circa mezz'ora in totale silenzio.

Non avevo idea del motivo per cui Levi mi avesse portato proprio davanti alla sua dimora, ma, per non innervosirlo ancora di più, gli risparmiai le mie domande, optando per un'espressione facciale confusa. In questo modo, se avesse voluto, avrebbe da solo intuito la mia domanda ed avrebbe risposto, sempre se fosse stato tra le sue volontà.

Al contrario delle mie aspettative, o forse è meglio definirle 'speranze', lui non si girò verso di me, quindi non pottete vedere l'enorme punto interrogativo che regnava sulla mia testa.

Ormai davanti al portone, sempre senza voltarsi, disse solo:

Levi: <<Entra.>>

Con il suo solito tono di voce da 'Tsk, non mi sfiora nemmeno la tua esistenza.'

Obbedii senza obiettare.

"Perché deve fare tutta questa scena?"

Pensai tra me e me, ormai stufa.

Raggiungemmo insieme il salotto, lui camminava davanti a me. Poi, esattamente al centro della stanza, si fermò, ancora di spalle.

Rimanemmo così, senza fiatare ed immobili, per almeno un paio di minuti. Colsi l'occasione, cercando di raccontare com'era andato il piano e le motivazioni che mi avevano spinto ad agire per conto mio.

LEVI'S POV

Mikasa: <<Ed infine se n'è andata.>>

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