Capitolo 17 ~ Sparita?!

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LEVI'S POV

Quando aprii gli occhi erano ormai le 12:26. Non avevo trovato la forza di alzarmi neanche un secondo prima, ed ero già in rilevante ritardo, poichè l'appuntamento era, questa volta, alle 12:30 a casa Yeager.

Non mi importò, stranamente, di far aspettare i miei sottoposti, troppo distrutto fisicamente ed emotivamente da potermi preoccupare di farli aspettare qualche minuto in piú.

Mi scostai faticosamente e controvoglia le coperte da dosso, per poi andare diritto in doccia senza fare neanche colazione.

Una volta entrato nel bagno, feci fatica a riconoscere l'immagine che era riflessa sullo specchio: i miei capelli erano completamente in disordine, i miei occhi, piú cupi del solito, erano circondati da scure e profonde occhiaie causate dalle notte in bianco, e la mia pelle era ancora piú pallida di quanto non lo fosse giá di suo.

Insomma: facevo veramente pena.

Senza preoccuparmi di essere di bell'aspetto, mi spogliai del pigiama e mi infilai nella mia accogliente ed unica amica fidata: la doccia.

Rimasi immobile sotto il flusso d'acqua calda per interminabili minuti, senza neanche insaponarmi, riflettendo su ciò che era accaduto la notte precendente.

Mi facevo schifo per il dolore che avevo causato a quella povera ragazza. Il ricordo dei suoi occhi che non esprimevano piú alcuna emozione pesava come un enorme macigno sul mio petto.

Diedi un pugno al vetro che fungeva da parete, rompendolo, inevitabilmente, in mille pezzi.

Spensi l'acqua, e con un sonoro sbuffo uscii, facendo attenzione a non schiacciare i vetri rotti con i piedi nudi, senza essermi effettivamente lavato.

Andai in cucina ancora nudo e bagnato fradicio, facendo gocciolare l'acqua per terra e bagnando tutto il percorso eseguito per arrivare alla mia destinazione: la macchina del caffè.

Preparai la macchinetta e la misi sui fornelli, per poi sentire la necessitá di fumare una sigaretta.

Erano ormai passati anni da quando smisi di fumare (dalla morte della mia squadra), ma ora ne sentivo il bisogno, talmente forte da non riuscire a resistergli. Ma dopotutto, cosa mi importava effettivamente della mia salute fisica? Giá mi autodistruggevo di mio, una sigaretta non avrebbe aggravato poi di tanto la mia situazione.

Cosí andai a prendere il pacchetto che tenevo di riserva in camera da letto, nel comodino vicino la cassettiera di mogano, dal quale presi una sigaretta e l'accendino che vi era posato affianco.

Tornai in cucina, ancora zuppo, e spensi il fornello, per poi versarmi una tazza di caffè amaro.

Appoggiato con poca eleganza sul piano di lavoro della cucina, mi guardai intorno: era tutto in disordine, ma, stranamente, non mi importava. Giá, non sentivo la fastidiosa mania di rimettere tutto immediatamente al suo esatto posto.

Feci spallucce, e bevvi in un solo sorso tutto il caldo e scuro liquido. Presi la sigaretta e l'accesi, per poi usare il bicchiere, ormai vuoto, come posacenere.

Mi stupii di me stesso: dovevo essere proprio a pezzi per poter compiere un simile atto antigenico.

Neanche il tempo di autorimproverarmi che sentii bussare alla mia porta.

Guardai l'orologio della cucina, che ormai segnava le 12:57.

Erano probabilmente quel moccioso biondo (come si chiamava... Arin, Amin... Ah, si, Armin), quello sfacciato di Yeager e... E Mikasa.

Al ricordo della ragazza il mio corpo si irrigidí, non avevo ancora pensato a come sarei riuscito a guardarla di nuovo negl'occhi dopo quello che le avevo detto la notte precedente.

Sentii bussare nuovamente, e, spanzientito, andai ad infilarmi delle mutande per accogliere i miei graditi ospiti.

Ribussarono alla porta, e questa fu la goccia che fece trabboccare il vaso della mia pazienza.

In mutande, con i capelli bagnati, e la sigaretta ancora tra i denti, aprii furiosemente la porta a quei fastidiosissimi mocciosi che avrebbero sicuramente fatto una brutta fine al piú presto se non mi avessere dato delle spiegazioni valide immediatamente.

Levi: <<CHE CAZZO VOLETE STUPIDI MOCCIOSI?!>>

Dissi loro ringhiando.

Notai sul loro viso della vistosa sorpresa, con tanto di occhi sgranati e bocca semiaperta per l'immagine che parve loro dinnanzi, ma potei notare anche che mancava un moccioso all'appello, o meglio, una mocciosa.

Vidi il biondino scuotere la testa per riprendersi, ed assumere un'aria preoccupata piú che mai.

Armin: <<Si tratta di Mikasa, è sparita.>>

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ANGOLO AUTRICE:

So che il capitolo è molto corto, ma è solo di transizione per preparare il prossimo e per mettere un po' di suspence. Vi rassicuro dicendovi che sto giá lavorando, per l'appunto, al capitolo successivo, oltre che alla storia in generale. Eh si, miei cari lettori, siamo giá giunti a 2/3 della storia! Siamo arrivati quasi a 700 views, e non mi immagginavo di poter arrivare a tanto con il mio primo "libro". Vi ringrazio di cuore, spero che la storia vi stia piacendo. Ora vi lascio alla lettura, SHAUUUU!👻👻

▪•You Found Me•▪ ~RivaMikaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora