Capitolo 7

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Stamattina mi sono svegliata con un mal di testa tremendo,mi affaccio alla finestra per inspirare un po' d'aria fresca,siccome fa caldo. Faccio un sospiro,stanotte ho dormito poco,pensavo a ciò che mi ha detto David ieri sera,fai quello che ti rende felice. Cosa dovrei fare?
Con Anthony è sempre così,non cambierà nulla e ho sbagliato nell'aver pensato che era solo un momento,a me piace David e molto,quando sono con lui sono felice e spensierata.
Il telefono mi distoglie dai pensieri,è Dalida che vuole sapere come è andata ieri sera. Le rispondo che ne parliamo a scuola,così vado a fare la doccia e vestirmi,poi mi dirigo a lezione.

Siamo in mensa e sto guardando il mio cibo da cinque minuti ma non ho fame.
-"Carola che ti succede? non è da te rimanere il cibo nel piatto!"dice Annabeth.
-"Grazie per aver detto nel modo più gentile che sono una mangiona!"
-"No,ma che dici...dai racconta"
Alzo le spalle,non mi va proprio di parlare perché ammetterei ad alta voce che hanno ragione a dover lasciare Anthony e dare una possibilità a David.
-"Ieri è venuto Anthony a casa mia e...e anche David"confesso poi.
-"David? e perché?"
-"Non saprei,forse voleva dirmi che è stato preso nei vigili del fuoco...è rimasto anche a cena"
-"Davvero? e poi?"
-"Ha avuto una piccola discussione con Anthony però è finita là,poi dopo cena..."dico omettendo che si tratta di loro.
Mi guardano aspettando con ansia.
-"Anthony è dovuto andare e David mi ha baciato e mi ha detto che devo fare ciò che mi rende felice"dico tutto d'un fiato.
Non parlano,mi fissano con occhi sgranati.
-"Oddio questo ragazzo è strepitoso!"dice una sognante Dalida guardando in alto con le mani giunte.
-"Lui è pazzo di te,lascia Anthony ti prego"risponde Annabeth.
-"Non lo so,non so più niente"mi passo una mano tra i capelli.
Il mio telefono vibra ed è un messaggio di Anthony,mi sta aspettando fuori la scuola.
-"Chi è?"si affaccia Dalida.
-"Anthony,è qui fuori"
-"Oh dai sbrigati vai a parlargli"mi spinge ad alzarmi.
-"Ma..."
-"Niente ma,devi mettere fine alla tua tristezza...pensa a ciò che vuoi tu per una volta"dicono le mie amiche.
Sorrido con le lacrime agli occhi,non so cosa farei senza di loro.
-"Vi amo!"esclamo.
-"Lo sappiamo"mi urlano dietro.

Anthony mi sta aspettando in auto,noto la differenza con David,lui mi avrebbe aspettata appoggiato all'auto e mi avrebbe aperto la portiera. Mi precipito dentro e lui si fionda subito sulla mia bocca. Indietreggio irritata e confusa.
-"Ma che ti prende?"urlo.
-"Come che mi prende? volevo baciare la mia ragazza,tu che cos'hai piuttosto? sei strana!"
-"N-niente,Anthony dobbiamo parlare..."ma mi ferma.
-"Va bene ma dopo,adesso ti porto a casa perché devo preparare la valigia e non vorrei partire tardi stasera"
Lui e la sua mania di arrivare sempre in anticipo.
Non rispondo e annuisco.
Pensavo che sarei riuscita a chiudere questa situazione il prima possibile ma mi sta risultando difficile,non mi fa nemmeno parlare.
-"Ok,vengo a salutarti prima che parto va bene?"
-"Anthony dobbiamo parlare davvero"
Si gira a fissarmi con un sopracciglio alzato. Incrocia le braccia e aspetta che inizio.
-"Non possiamo andare avanti così"
-"Che vuoi dire?"si acciglia.
-"Guardaci,non riusciamo nemmeno a parlare,sono stufa forse dovremmo prenderci del tempo"
-"Tempo...? ma che cazzo stai blaterando,io sono andato a lavorare fuori città per poterti offrire il futuro che meriti,pensi che mi piaccia stare lontano da te e dalla mia famiglia? no,non lo sai perché non hai mai lavorato,pensi solo ad uscire con le tue stupide amiche,ad ubriacarti e studiare quelle sciocchezze"tuona.
Lo guardo scioccata,non si era mai rivolto così con me in questo tono brusco.
-"È questo quello che pensi di me,che io non valgo nulla?"dico tra le lacrime.
-"Non ho detto questo..."
-"E allora cosa? non hai capito nulla di me,scusa tanto se nel weekend dopo una settimana di estenuanti lezioni voglio divertirmi un po',e non sono sciocchezze,voglio diventare una dottoressa ma a te cosa importa...vai a Manhattan ma non tornare più da me,la porta è chiusa Anthony"apro la portiera e scendo.
-"Dove vai?"sbotta.
-"Ah...e non azzardati mai più a chiamare le mie amiche stupide,perché qua l'unico stupido sei tu,anzi stronzo addio!"
Sbatto la portiera con forza e prima di aprire la porta di casa vedo che lui ingrana la marcia e se ne va. Non ha cercato nemmeno di fermarmi e risolvere la cosa,forse non tiene a me come ha sempre detto.
Faccio un sospiro,non so perché ma mi sento più leggera,come se avessi tolto un peso sullo stomaco.
Brutto idiota,come ha osato dirmi quelle cose cattive!
Salgo in camera e chiamo le mie amiche,grazie alle nuove tecnologie posso parlare con entrambe contemporaneamente.
-"Allora?"dicono.
-"È finita,è andato!"
-"Finalmente...ma cosa ti ha detto?"
-"Che voi due siete delle stupide,che io non valgo niente e che sto studiando solo delle sciocchezze,vi rendete conto? io sgobbo sui libri da mattina a sera,l'ho rimesso al suo posto e gli ho detto di non cercarmi mai più!"sbotto.
-"Ha detto che noi siamo stupide? come si permette,quel buono a nulla!"dice Annabeth.
-"Gli ho detto di non azzaddarsi mai più ad offendervi,poi è andato via senza nemmeno scusarsi o risolvere...nulla"
-"Perdente!"borbotta Dalida.
-"L'importante che te lo sei tolto di mezzo...però stasera si festeggiaaaa!"urla Annabeth rompendomi un timpano.
-"Oh mio dio! d'accordo,alle nove da me"dico e stacco salutandole.

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