Capitolo 36 -Just hold on.

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"Ragazze avete 40 secondi." Guardai l'uomo che era nel backstage con noi.

"Camz, sei pronta?"

La corvina mi sorrise e mi baciò una guancia:

"Sono nata pronta."

"3.."

Salimmo su una piattaforma che si sarebbe elevata per condurci sul palco:

"2.."

Ci prendemmo tutte per mano:

"1.."

Arrivammo sul palco e posso giurare che fu un'emozione unica, nonostante lo facessimo quasi ogni giorno, ogni volta sembrava la prima volta. Le persone urlavano, era tutto buio e piano piano si accesero le luci che illuminarono i ballerini uno alla volta. Noi eravamo in mezzo al palco, quando una luce puntò su di noi facendo urlare tutte le persone ancora più forte. Guardai l'immensità di quell'arena, mi sentivo così piccola in confronto a tutto ciò che avevo davanti, era davvero una bella sensazione.

Cantammo al massimo quella sera. Ci impegnammo mettendo tutto la passione e l'amore che avevamo per il nostro lavoro facendo uno dei concerti migliori mai fatti prima di quel momento.

Come al solito, finito il concerto ringraziammo tutti quanti e uscimmo di scena con un bel sorriso.

"Facciamo venerdì sera insieme appena arriviamo a Miami? Chiediamo a Isaac se ci fa tornare in aereo a Miami."

Guardai la più grande:

"Si" alzai le spalle "tanto a casa non ci torno comunque.."

Normani si infilò una camicia a quadri:

"Ancora non hai parlato con tua madre?"

"No.." mi sedetti su una sedia "e non ho intenzione di farlo." Incrociai le braccia.

"Dove stai dormendo?" Mi chiese preoccupata Dinah.

Indicai Camila:

"Solo che non posso stare per sempre da lei."

"Se vuoi sta notte puoi rimanere da me."

Sorrisi ad Ally riconoscente:

"Andrebbe bene."

"No.." Disse Camila con un filo di voce.

La guardai corrugando le sopracciglia:

"Che?"

"Non c'è problema se ti fermi da me ancora per qualche giorno.." Arrossì.

"Camz, non voglio disturbarvi" le presi le mani "avete fatto già troppo."

"Lo sai che a mamma non crei nessuno problema."

"Non lo so Ca.."

"Jauregui, tua madre è qui."

Guardai un tipo, probabilmente un tecnico:

"Chi?"

"Tua madre."

Le ragazze mi fecero segno di andare, strinsi i pugni.

"Lauren.."

Scrutai attentamente la donna che avevo davanti; aveva delle occhiaie spaventose, i capelli erano in disordine, non aveva nemmeno un filo di trucco, era davvero a pezzi:

"Mamma." Dissi fredda, nonostante il suo aspetto mi impietosì.

"Mi dispiace cara, i-io ho sbagliato." Mi prese le mani.

"Mamma, sediamoci laggiù." La portai in una specie di sala con dei tavolini e delle sedie.

"Lauren, tua sorella non mi parla più, tuo padre è ancora a Londra per lavoro, ma è molto arrabbiato con me. Ho avuto occasione di pensare, ho sbagliato, non c'è nulla di male in quello che avete tu e Camila." Fece una pausa cercando di non piangere "Ero solo spaventata.."

Just Hold On. ||CAMREN.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora